di Luca Brancher
Un talento giovane, che già splende. Nastassya Burnett, nonostante i sedici anni ancora da compiere (lo farà solo nel febbraio del prossimo anno), è il prototipo della tennista svezzata e cresciuta da prima della classe. Non è da tutte, infatti, raggiungere la prima semifinale da professionista a soli 15 anni e pochi mesi. “A Tortosa ho giocato abbastanza bene – esordisce lei – ho battuto diverse tenniste teste di serie (Bala-Abella, Nagaray e Rehberger-Bescos, prima di arrendersi a Valentina Sulpizio, il tutto partendo dalle qualificazioni) e ho infilato prestazioni interessanti“. Tortosa, già lo scorso anno era stata teatro della sua prima qualificazione tra le grandi, lei, che aveva da poco compiuto i 14 anni: era il suo secondo tentativo – dopo Sabadell – e già aveva mostrato di potercela fare. Le premesse per una carriera folgorante apparivano ed appaiono tuttora lampanti, ancor più enfatizzate dall’ingresso già effettuato tra le prime 1000 giocatrici del mondo (ora è numero 952, momentaneo best ranking). Procediamo però con calma, cercando di assaporare il più possibile questo breve ritratto di un nuovo talento tennistico.
Nastassya Burnett vive in Spagna, a Barcellona. Si allena presso il centro sportivo della federazione catalana e viene seguita da Joaquin Munoz, in passato coach di giocatori del calibro di Felix Mantilla e Fernando Vicente. Nonostante l’exploit sulla terra battuta di Tortosa, la giovane tennista azzurra predilige giocare sui campi veloci “sono più adatti al mio gioco, sulle superfici rapide posso sviluppare meglio le mie trame offensive, ho più possibilità di costruirmi il punto e di andare a chiuderlo a rete.” A supporto di questa teoria, il computo delle partite vinte quest’anno sul cemento iberico (ben sette, mentre più difficoltoso è stato l’incedere nei tornei sulla terra, oltre al torneo sopraccitato) e i due tornei vinti nella categoria juniores, proprio sul cemento, di cui parlerà ella stessa più avanti.
Rivivendo questo 2007, notiamo come la stagione sia stata suddivisa sommariamente in due fasce: la prima parte delineata dalle partecipazioni ai tornei juniores, la seconda plasmata dalle frequentazioni ai tornei ITF di rango maggiore. Questo quanto Nastassya ci racconta a proposito “Per quanto concerne i tornei juniores, sono stata molto soddisfatta della prima parte di quest’anno, le vittorie ad Oslo (G4, 7-6 6-4 in finale all’austrliana Johanna Konta) e Kramfors (G3, 6-2 6-4 rifilato nell’atto conclusivo a Lara Meccico), oltre alla finale nella Winter Cup danese (sconfitta giunta per opera di Elena Kulikova), mi hanno dato nuova consapevolezza nelle mie potenzialità a questi livelli. E’ stato molto importante prendere parte a queste competizioni, anche perchè mi hanno permesso di confrontarmi con giocatrici di scuole e nazionalità diverse, il che ha costituito un ulteriore arricchimento per il mio tennis“. Oltre alla vittorie, ci sono stati altri risultati degni di nota, come la semifinale raggiunta a Cap D’Ail (un G2, sconfitta solo dalla promettentissima Pavlyuchenkova, dopo essere partita dal torneo di qualificazione). Meno foriere di soddisfazioni le prestazioni successive, che sono state più selezionate, ma come detto, poco fortunate “La seconda parte di stagione non è andata come mi aspettavo, purtroppo. Agli U.S. Open ho passato le qualificazioni, ma purtroppo mi sono fermata al secondo turno contro Jessica Moore (duplice 6-4). La sensazione durante la partita era che potevo dare molto di più, ma la vittoria mi è sfuggita di un soffio. Medesima sorte mi è occorsa al recente Orange Bowl, dove non ho saputo tenere testa alla statunitense Alin Will“.
Concentrandoci invece sulle sue prestazioni nei tornei maggiori, oltre alla parentesi già meritatamente dedicata a quello di Tortosa, Nastassya dice “ho partecipato ai tornei di qualificazione di diversi 25.000$, nella maggior parte dei casi non ho avuto la fortuna di passare il terzo e decisivo turno di qualificazione: E’ successo a Valladolid, La Coruna, Vigo e Coimbra. Ho un ottimo ricordo invece del mio esordio in un main draw di un torneo con questo montepremi, a Roma Tevere-Remo, dove ho ricevuto una wild-card. La sorte mi ha riservato un’avversaria ostica come la russa Alisa Kleybanova, vincitrice quest’estate di diversi tornei, tra cui quello di Monteroni d’Arbia, ma io sono molto orgogliosa di averla tenuta in campo per oltre due ore”
Restando sempre in tema di partite che le sono rimaste in mente per la buona qualità di gioco espressa “Ottime impressioni mi ha destato la partita disputata a Salsomaggiore Terme contro Polona Hercog, a livello di secondo turno. La slovena, che poi ha vinto il torneo, mi ha sconfitta per 7-6 6-2, ma da quella partita ho potuto appurare la validità del mio spirito competitivo“.
Lo spirito competitivo è un’arma importante, che le servirà il prossimo anno per provare ad emergere e trovare nuova linfa per il suo tennis. “Al momento mi sto preparando per la nuova stagione, il 2008 sarà un’annata importante, anche per gli obiettivi che mi sto proponendo, tra cui quello di migliorare da un punto di vista fisico, per riuscire sin da subito ad affrontare le avversarie più grandi e più forti di me. E’ in via di definizione anche la programmazione dei primi tornei, ma già a gennaio potrei disputare due tornei, uno in Germania ed uno in Gran Bretagna. Non sono ancora sicura di prendere parte ad essi, sta di fatto che nel frattempo dovrò lavorare duramente per migliorarmi sia tecnicamente che tennisticamente“. Uno sguardo al futuro meno prossimo, in uno sport individuale come il tennis, è difficile da non dare “Ho gli stessi sogni dei ragazzi della mia età, ovvero raggiungere i miei limiti e di arrivare al top“. Che questo top sia il più alto possibile è l’augurio minimo che possiamo fare a Nastassya. Che i suoi modelli tennistici, come Maria Sharapova, Ana Ivanovic e Venus Williams, ovvero quelle giocatrici, a suo dire, più vicine al suo modo di giocare da un punto di vista fisico e tattico, non restino soltanto degli idoli, ma avversarie da affrontare in futuro è al momento un sogno che può diventare realtà.
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