Foto di Mathias Schulz
Intervista di Michele Galoppini
Traduzione di Caterina De Logu
Dopo un lungo elenco di infortuni che hanno rovinato la sua carriera, Mihaela Buzarnescu ha concluso la sua stagione 2016 al 351esimo posto WTA. Ma in questo 2017, 5 titoli ITF, il suo primo main draw in un torneo del Grand Slam (UsOpen), il suo primo main draw WTA qui a Linz (dove è già nei quarti di finale) e il suo tennis brillante ed aggressivo la porteranno, lunedì prossimo, nella top100 per la prima volta, rendendola la più anziana giocatrice negli ultimi 10 anni ad approdare in top100 per la prima volta (lei ha 29 anni). Di origini rumene, Mihaela sta seguendo l’esempio dei suoi connazionali e non vuole smettere di sognare, come ci ha raccontato in questa intervista realizzata dopo la sua vittoria contro Ajla Tomjlanovic (4-6 7-6 6-1).
Congratulazioni Mihaela. Considerando che qui a Linz stai giocando in un main draw WTA per la prima volta e sei già ai quarti di finale, dopo aver salvato due match point nell’incontro di oggi, come ci si sente?
Sono davvero felice! Non ho nemmeno realizzato che la Tomljanovic ha avuto due match point. È stata una partita incredibile per me. Durante quei momenti finali del secondo set, quando lei ha avuto i match point, ho riso tanto perché l’arbitro mi ha chiamato un dritto sulla linea che era buono e stavo parlando con il mio allenatore che stava dicendo che era dentro… nella mia testa, allora, ho pensato “può andare peggio di così”. Non ho pensato più al punteggio, alla partita, ho solo pensato a giocare.
Nella classifica live tu ora sei al 95esimo posto, ma la cosa più importante è che ora sei sicura di essere per la prima volta nella tua carriera nella top100 del ranking WTA. Deve essere fantastico per te dopo tutto quello che hai passato.
Per me è un sogno. Non credevo che sarebbe potuto succedere così presto, dopo tutti gli infortuni che ho passato negli ultimi anni. Quest’anno ho iniziato a giocare con un ranking davvero molto basso, al di fuori della top350, ho anche pensato di smettere… ma poi improvvisamente ho iniziato a giocare bene e… eccomi qui.
Hai infranto un altro record oggi: tu sei la giocatrice più anziana… [Buzarnescu ride fragorosamente] ad entrare in top100 per la prima volta negli ultimi 10 anni. Non sto dicendo che sei vecchia, naturalmente [risate]!
Wow…penso che sia una cosa di cui devo essere felice, giusto? [risate]
Avere 29 anni non è più come una volta. Ci sono ancora molti anni per giocare, guarda Serena Williams per esempio.
Quando ho vinto molte partite, dicevo ai miei amici: “Oh mio dio, ho 28 o 29 anni, sono la più vecchia giocatrice di questo torneo e sto giocando contro ragazze di 16 o 17 anni”, e loro mi rispondevano come mi hai detto tu adesso: “Guarda Serena!”. Ora non penso più a questo fatto, non mi interessa se sono più vecchia di altre giocatrici. Forse è il mio momento è arrivato ora?
Hai affrontato molti infortuni come hai detto tu stessa prima. Come è stato il viaggio per diventare la giocatrice che sei adesso, come hai reagito a tutta quella sfortuna?
Sono stati momenti molto brutti per me. Quando ho iniziato ad infortunarmi ero ancora una junior, tutti hanno smesso di credere in me, anche la Federazione rumena. Ho avuto solo la mia famiglia e il mio ragazzo, che continuavano a dirmi “ce la puoi fare!”. Poi ho avuto due interventi per lo stesso infortunio al ginocchio sinistro, ma il dolore non voleva andare via. È stato così difficile e per due volte ho voluto smettere di giocare. Così ho deciso di iniziare a studiare, ho completato anche un dottorato di ricerca dopo il secondo intervento. Ho giocato alcuni tornei nel 2015 ma poi l’anno scorso mi sono dovuta fermare di nuovo per 6 mesi per lo stesso problema al ginocchio. Ancora una volta, ho pensato che avrei dovuto smettere, ma poi quest’anno, dopo una brutta partenza all’inizio, ho giocato alcune partite del campionato a squadre nei Paesi Bassi e lì mi sono ritrovata. Ho iniziato a giocare bene, mi hanno aiutata molto, mi hanno spinta a fare bene e a credere in me stessa. Grazie a quelle partite, poi, ho iniziato a giocare tornei… e a vincerne alcuni.
Quale dottorato hai concluso?
Scienza dello sport. Mi sono laureata e poi il PhD, tutto a Bucarest.
Sembra che tu sia fasciata praticamente dappertutto. Come ti senti adesso?
In realtà mi sento molto bene [risate]. Ho sempre dei piccoli infortuni che non vanno via, quindi devo giocare con le fasciature. E in realtà mi aiuta perché mi sento più sicura ed a mio agio.
Dal momento che questa è la prima volta in un main draw WTA, vuoi descrivere il tuo gioco e il tuo stile.
Io sono mancina e direi che sono una giocatrice aggressiva, non difensiva. Il mio rovescio e il mio dritto sono più o meno uguali. Alcuni giorni va meglio l’uno, altri giorni meglio l’altro.
Hai un record curioso contro le tenniste mancine: hai vinto 20 partite su 23 giocate contro mancine. Qual è il segreto quando si gioca contro un mancino?
Ad essere onesti è sempre difficile giocare contro i mancini. Ma in generale, cerco di giocare il mio gioco, non mi concentro sul fatto che l’avversaria è mancina. Mi sento meglio molto a mio agio quando gioco contro di loro, probabilmente invece per loro non è così comodo giocare contro di me [sorride].
C’è un’altra prima volta per te quest’anno. Hai giocato per la prima volta nel main draw di un torneo del Grande Slam: allo UsOpen ti sei qualificata e poi hai giocato contro Caroline Wozniacki. Ci racconti quell’esperienza, le sensazioni e le emozioni di quei giorni?
Wow, penso sia stato il momento più felice della mia carriera fino ad ora. Ed ero così felice di giocare contro la Wozniacki, anche se ero un po’ sotto pressione nel primo set di quella partita. La conosco da quando eravamo entrambe junior e lei è stata probabilmente l’unica giocatrice che mi è stata vicina quando ho iniziato ad infortunarmi. Lei e la Cibulkova in realtà. Parlavamo spesso quando ci incontravamo. Eravamo allo stesso livello quando eravamo junior, ma poi loro hanno fatto un bel balzo nella classifica WTA ed io mi sono infortunata. Sono anche felice di aver giocato in un bellissimo campo agli UsOpen, la Grandstand Arena. In realtà mi sarebbe piaciuto giocare più ore lì, è stato molto speciale per me [sorride].
È questo torneo di Linz il momento migliore del tuo 2017 se non consideriamo gli UsOpen?
Qui per me è fantastico. Sono venuta qui senza alcuna aspettativa, ma per fortuna il mio allenatore mi ha spinta a venire. Per me è anche bello giocare contro giocatrici che sono in top100. È una possibilità che non ho praticamente mai avuto, essendo bloccata nei tornei ITF.
Mentre stavi entrando in sala stampa, mi stavi dicendo che sei un po’ superstiziosa. Ci vuoi spiegare meglio?
Non so se si tratta di essere superstiziosa, ma non sapere contro chi giocherò al prossimo turno mi fa sentire molto meglio, fino alla sera prima almeno. Quindi non controllo mai il sorteggio, faccio un passo alla volta. È qualcosa che ho iniziato a fare negli ultimi due anni. Per esempio, quando ho giocato contro la Wozniacki tutti, amici, famiglia mi hanno scritto, nel momento in cui mi sono qualificata, che avrei dovuto giocato contro Caroline… ed io ero tipo “grandioso… « [risate]. Dai, fatemi rilassare un giorno almeno! Ora hanno capito e non mi dicono più niente [sorride].
Molte ragazze rumene stanno facendo bene, considerando anche Simona Halep che è diventata la nuova no. 1 al mondo.
Conosco Simona Halep abbastanza bene, ci siamo allenate molto insieme quando eravamo più piccole ma poi, di nuovo, lei è entrata nella classifica WTA ed io mi sono dovuta fermare. Quindi non siamo più amiche strette e non ci vediamo spesso. Spero che un giorno avrò la possibilità di parlarci di più. Altre ragazze rumene sono più legate tra loro perché sono spesso insieme e perché giocano gli stessi tornei, sono spesso nello stesso posto. Forse lo farò anch’io, presto… o forse no.
Ti piacerebbe giocare stabilmente per la Romania in FedCup?
Beh, ho già giocato un po’ di volte per la Romania in FedCup. L’ultima volta è stata nel 2012 ma poi, nuovamente, mi sono infortunata e ho smesso di giocare per il mio paese. Ma certo, se c’è spazio perché no, vorrei, ma al momento ci sono molte giocatrici davanti a me ed è giusto che giochino loro.
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