Diego Nargiso si butta… nella pallavolo!


“Che ci fa Diego Nargiso alla conferenza stampa del Vero Volley?” mi sono chiesto con stupore stamattina, lunedì 9 ottobre. Presso l’Arengario di Monza sono state presentate le due squadre di pallavolo che anche nel 2017/2018 parteciperanno al campionato nazionale di Serie A1: non tutti sanno che il Consorzio Vero Volley è l’unico in Italia (e non solo) ad avere entrambe le formazioni principali iscritte ai massimi campionati, Gi Group Team Monza è la squadra maschile mentre Saugella Team Monza è quella femminile.
La cerimonia, tra l’altro, è stata condotta dal popolare Stefano Meloccaro, grande esperto di tennis e basket ma all’esordio nel mondo della pallavolo. Ma a parte lui, perché l’invito a Nargiso? La motivazione è davvero particolare, cioè l’avvio di una collaborazione tecnica rivoluzionaria: mai, prima d’ora, si era parlato di un interscambio e di un’interazione tra due discipline tanto diverse come tennis e pallavolo. Anche se, a pensarci bene, in entrambi gli sport bisogna tirare una palla al di là della rete e colpi come servizio e risposta-ricezione sono fondamentali.
Ho delle belle sensazioni – spiega Diego, visibilmente emozionato – quando giocavo in Coppa Davis mi sentivo parte della squadra e facevo gruppo, mi è sempre piaciuto il senso di appartenenza. In passato seguivo Filippo Volandri e Flavia Pennetta, ma ho provato ad affiancare anche Valerio Vermiglio: quando il Consorzio mi ha contattato per condividere con i suoi giocatori le mie esperienze ho accettato con entusiasmo: e poi essere chiamato per fare parte di un mondo che ha delle differenze con il tennis con lo scopo di migliorarlo è motivo di grande orgoglio. Sono qui per motivi prettamente tecnici, come il servizio e la risposta, poi parlerò di aspetti psicologici e mentali, su come gestire i momenti difficili in un match. Spero che questa collaborazione funzioni, non c’è mai stata una cosa del genere in passato”.
– Nello specifico, chi ti ha contattato del Consorzio?
“E’ stato Gianpaolo Martire, dell’ufficio marketing: anche lui gioca a tennis, quando la presidentessa Alessandra Marzari e il suo staff hanno pensato a un’interazione con il tennis Gianpaolo ha fatto il mio nome, poi è stato l’amico in comune Lorenzo Cazzaniga a chiamarmi. Ci siamo trovati e ci siamo sposati immediatamente: la Marzari è un vulcano di idee, inoltre mi sono già confrontato con il direttore sportivo Claudio Bonati e gli allenatori Miguel Angel Falasca (maschile, ndr) e Luciano Pedullà (femminile, ndr). Tra l’altro i due tecnici hanno già applicato alcuni consigli che ho dato: da parte di tutti c’è grande disponibilità, è un bell’ambiente e spero di farne parte a lungo ”.
– Il servizio mancino era il tuo punto di forza, tra l’altro anche tu saltavi al momento dell’esecuzione del colpo…
“E’ vero, lanciavo la pallina in avanti e poi saltavo: i giocatori di pallavolo non hanno alcun attrezzo in mano, ma delle analogie importanti sotto il profilo tecnico ci sono. Come già detto, il servizio è un colpo sempre più importante negli uomini e nelle donne”.
– Facendo un ragionamento inverso, cosa pensi di imparare dalla pallavolo per poi trasferirlo nel tennis?
“Bella domanda: tempo fa avevo parlato con Lorenzo Bernardi (ex campione azzurro, ndr) e si era discusso proprio di questo. Essendo appena arrivato sto cercando di capire il più possibile e di imparare tutte le loro tecniche per poi portarle nel tennis. Ad esempio, la parte del salto nel servizio è molto importante, se i miei tennisti riuscissero a fare la metà di quel che fanno i pallavolisti sarebbe già una gran cosa. Nel tennis, da regolamento, non puoi fare più di un passo quando servi ma quel passo può essere fatto sempre meglio, con uno slancio più efficace”.
– Quindi, vista questa nuova avventura, c’è il rischio di vederti meno coinvolto negli aspetti tecnici della Fit?
“Premesso che ho spostato la mia accademia dalla Liguria a Milano per motivi di centralità, il tennis sarà sempre il mio sport principale. Seguiamo tanti ragazzi che stanno facendo bene e lavoriamo per farli crescere: detto questo, se la Fit mi chiamerà per seguire i giovani io sarò sempre a disposizione. L’attaccamento alla maglia e alla Federazione c’è sempre, per tutto ciò che mi hanno dato e che mi hanno permesso di fare, come partecipare alla Davis e alle Olimpiadi: se è vero che una Federazione deve tanto ai suoi giocatori, è anche vero che un giocatore deve sempre dare tutto per la Federazione che gli ha consentito di fare carriera. Qualsiasi genere di coinvolgimento mi troverà sempre disponibile: escludendo i primi anni, quando ero una testa calda, ho sempre lavorato bene in gruppo e dal 1994 in poi ho dato tutto in Nazionale, anche quando stavo fuori. I risultati che abbiamo ottenuto sono arrivati anche grazie al mio contributo e sarei felice di rifarlo in un’altra veste”.
Di questa collaborazione è soddisfatto anche Miguel Angel Falasca: “Tennis e volley sono simili nel servizio, nella ricezione e nei metodi di lavoro: secondo me sarà un’esperienza positiva, una contaminazione che ci aiuterà tanto a capire certi aspetti. E poi lui mi spiegherà come si effettua il servizio a uscire, mentre io gli insegnerò ad eseguire un buon palleggio (ride)”.

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