Dall’inviato a Tarvisio, Giulio Gasparin
Si parla spesso della transizione da Junior a Pro, ma nell’osservare gli ultimi due match giocati da Federica Bilardo nel torneo da $15k di Tarvisio sembra di poter vedere questo passaggio in una sola partita di tennis: come detto da lei stessa, per due volte ha iniziato il match con l’atteggiamento da “junior”, troppo innervosita dai propri problemi anziché concentrata sul come vincere. Poi però sembra che qualcosa la scuota e di lì a poco trova la concentrazione e l’atteggiamento corretto per fronteggiare avversarie molto più in alto di lei nel ranking e quindi trovare la vittoria. Fa parte dell’apprendimento per una ragazza che non ha ancora compiuto 18 anni e che ha da poco definitivamente lasciato il circuito Junior.
Anche oggi una partita portata a casa nonostante una bella lotta (2-6 6-3 6-1 contro Szabina Szlavikovics n.d.a.) e un bel recupero dopo un primo set difficile.
Oggi è stata una partita lottata, anche se il primo set non l’ho proprio giocato: ho perso perché pensavo ad altro anziché a giocare. Continuavo a pensare ai problemi di vista che mi stanno dando fastidio in questi giorni anziché a come vincere la partita, avrei dovuto concentrarmi sul mio gioco e sul mio atteggiamento, invece il primo set è stato da Junior, da bambina ecco, sempre a lamentarmi. Invece se si vuole fare un passaggio serio al professionismo bisogna anche accettare i proprio problemi in campo e pensare solo a come impostare il gioco.
Nel primo set, penso che anche il cambio di condizioni dall’aperto al coperto possa non aver aiutato, o sbaglio?
Sì, questo è anche vero, anche se è così per entrambe. C’è da dire che io in generale soffro il campo coperto perché non ci gioco veramente mai… abitando al sud non abbiamo nemmeno un campo coperto nel nostro circolo, quindi sia d’Estate che d’Inverno giochiamo sempre fuori. Per cui ogni volta che gioco al coperto un pochino subisco questa disabitudine, comunque qui che c’era una struttura fissa e grande è sicuramente meglio che nel pallone.
Prima dicevi che anche oggi non sei molto contenta del tuo tennis, però continui a vincere, no?
Alla fine sono ancora più contenta di aver raggiunto la semifinale nonostante io penso di aver giocato al mio 30% fino qui. Come dicevo prima sto accusando un po’ di problemi di vista e quindi non vedendo in tempo la palla, sto faticando ad essere sempre aggressiva e finisco per subire troppo le avversarie. Comunque cerco sempre di imporre il mio gioco, anche se giocando due settimane di fila ovviamente escono anche altri problemi, come ad esempio alla spalla che è un po’ dolorante, ma bisogna non pensarci.
So che quest’anno hai deciso di interrompere definitivamente il circuito Junior per concentrarti sul passaggio definitivo tra le pro. Come lo stai vivendo questo cambio?
Quest’anno infatti, parlando con il mio maestro, Francesco Cinà, abbiamo deciso di finirla con i tornei Junior… anzi, lui voleva che la finissimo dopo l’Australia, ma io ho deciso di fare ancora qualche torneo perché non mi sentivo molto in fiducia, così da restare in contatto con un ambiente e le persone che conosco. Con il Bonfiglio ho detto stop ai Junior, anche se avrei potuto giocare le quali di Wimbledon e del Roland Garros, però sono esperienze che ho già fatto e devo pensare solo a ritornarci da pro. È un passo importante e per nulla facile, perché l’attività Junior è secondo me bellissima, anche perché eravamo un bel gruppo di ragazze, anche straniere, ma la speranza ora è di ritrovarsi anche nei tornei pro.
Com’è con Francesco in gruppo?
Io con Francesco mi trovo benissimo, anche perché mi conosce da una vita, dato che mi segue da quando ho 10 anni e negli ultimi due più costantemente. Adesso lui segue la Vinci e mi posso allenare con lui quando non è in viaggio con lei, però anche tutto lo staff che lo circonda è ottimo, quindi non posso che essere contenta.
E con Roberta, vi allenate assieme?
Sì, ho una grande fortuna nel potermi allenare con lei sia a tennis, sia nel fare la preparazione fisica assieme a lei. È davvero bello essere a contatto con una giocatrice così forte e ho soltanto da imparare moltissimo da lei.
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