di Luca Brancher
“Obiettivo a lungo termine: diventare una top-10. Nel tennis bisogna essere ambiziosi, è l’unico modo per fare strada“. Decisa. Questo è uno degli aggettivi che più trovo consono per descrivere Vivienne Vierin, 17 anni da compiere il prossimo aprile, facente parte di quella classe 1991, che, a livello femminile, pare avere in rampa di lancio diverse giocatrici interessanti.
Di Vivienne si è parlato lo scorso ottobre, quando, nel 25.000$ di Reggio Calabria, è riuscita nell’impresa si sconfiggere, al primo turno, una top-300 del ranking Wta, Lenka Tvaroskova. Un bello scalpo per una tennista giovane e con esperienza consequenzialmente limitata nel tennis professionistico (quello reggino era, in assoluto, il suo terzo torneo in main draw). Naturale voler scoprire qualcosa di più su di lei.
“Sono una giocatrice prevalentemente d’attacco, soprattutto col dritto, mio colpo migliore, che cerca sempre di conquistarsi il punto. Per questo motivo, in quest’ultimo periodo, sto cercando di perfezionare il mio gioco di volo, così da poter chiudere a rete quanto di buono riesco a costruire da fondo. Col servizio gioco una prima molto piatta, mentre cerco un taglio più arrotato con la seconda: sono piuttosto alta (1,78) e credo di poter migliorare anche su questo aspetto del mio tennis“
Vivienne è arrivata al tennis in una maniera particolare “Sono stata per due anni campionessa nazionale di sci di fondo nella mia categoria – in un’altra occasione sono arrivata seconda – mentre al tennis mi sono avvicinata gradualmente: mia madre, che è tedesca, giocava ad un livello piuttosto basso, nel circolo di mio zio (il padre di Nathalie e Mathieu), ed io ho cominciato andando là. Nei primi tempi (intorno ai 7-8 anni) non è che fossi molto presa da questo sport, che anzi vedevo più come un modo per incontrare i miei amici. Poi però le cose sono evidentemente cambiate…” Tanto che ora “mi alleno al T.C. Aosta con Marco Girardini ed Emanuele Mamoli, i miei due allenatori, nonostante sia tesserata presso il T.C. Chatillon”
Se ci spingessimo ad analizzare le sue stagioni, notiamo come le ultime due – ovvero quelle in cui si è divisa tra tornei under 18 e senior – hanno seguito un percorso similare, con una prima parte d’annata dedicata alla partecipazione a competizioni under 18 ed un finale in cui si è distinta in alcune kermesse professionistiche. Se volessimo parlare di questo 2007, cosa è meritevole di maggiore visibilità? “Il voto che mi darei è un 7, diversi infatti sono stati i risultati raggiunti. Dalla vittoria di cui si è fatta menzione prima sulla slovacca Tvaroskova – peccato però che al turno successivo ho incontrato la tedesca Anne Schaefer, tennista che gioca in una maniera che mi procura parecchio fastidio e che poi si è arrampicata fino alla semifinale – al primo quarto di finale conseguito a Siracusa-Augusta, ma anche a livello juniores non posso lamentarmi delle mie esibizioni. Ho un buon ricordo della prima parte dell’estate, con il quarto di finale raggiunto alla Racquette d’Or, in Marocco, e la semifinale, sempre in Marocco, strappata al Mediterranne Avenir, ma anche poi, con la bella prova fornita nella Junior Davis Cup a settembre“. Competizione di livello mondiale, che ha visto la nostra nazionale, composta dalla stessa Vivienne, da Gioia Barbieri e da Nastassya Burnett, raggiungere il terzo posto. “Eravamo state sconfitte nelle eliminatorie dall’Olanda, ma, dato che la fase finale si disputava in Italiaci venne accreditata una wild card, che sfruttammo appieno, raggiungendo il terzo posto – tra le altre cose sconfiggendo proprio la nazionale dei Paesi Bassi. Ho un ottimo ricordo di quella manifestazione, anche perchè forse è stata l’occasione in cui ho fornito le migliori prestazione tennistiche dell’anno: nella sfida al Giappone, infatti, sono stata capace di sconfiggere Kurumi Nara, mia coetanea, numero 9 del ranking junior dell’ITF.”
La stagione di Vivienne, a livello pro, oltre ai tornei di Augusta e di Reggio Calabria, si completa con la qualificazione raggiunta a Settimo San Pietro. Apparizioni sporadiche, che dall’anno prossimo inevitabilmente aumenteranno.
“Sì, cercherò di alternare le partecipazioni ai tornei junior con quelle negli Itf, anche per cominciare a far aumentare gli introiti economici (ride n.d.r.), oltre al fatto che ritengo di avere le qualità per potere fare bene (e le ultime prestazioni del 2007 ne sono conferma n.d.r.). La mia stagione tuttavia comincia in Australia, dove farò i tornei in preparazione ed in vista del primo Slam Juniores: al momento non sono certa di entrare nel tabellone principale di Melbourne, visto che non avendo curato negli ultimi mesi il mio ranking juniores, sono scesa in classifica e molto probabilmente dovrò ricorrere ai due turni di qualificazione. Dopo la parentesi oceanica comincerò a programmarmi come prima esposto; i tornei juniores, in realtà, mi serviranno per ottenere i punti necessari alla partecipazione agli Slam”
L’anno del diciassettesimo compleanno nel mondo del tennis femminile è un periodo delicato: c’è già chi è pronta per passare in pianta stabile ai tornei Itf, chi invece si dividerà tra tornei junior e maggiori. Questo farà Vivienne, che ricorda “Alla fine la differenza tra un torneo juniores di alto livello ed un 10.000$ non è nemmeno eccessiva, a livello femminile. Per cui il salto non è nemmeno così traumatico. Sarà una stagione importante, un nuovo passo nel tennis che conta” Così può cominciare la corsa per scalare il ranking Wta e magari emulare il suo idolo “Daniela Hantuchova“, perchè come ricordato in apertura di pezzo “bisogna avere ambizione e credere in sè stessi. E’ uno sport singolo, sei sola in campo, se non ci credi e cadi non ti rialzi più“.
Una ragazza sicuramente determinata, che molto probabilmente avrebbe potuto fare carriera anche in altri ambiti, come si evince dalla sua volontà di percorrere con profitto l’iter scolastico “ora frequento una scuola privata, per venire incontro alle mie esigenze tennistiche, ma un po’ mi spiace non frequentare la scuola normale (Liceo Linguistico), ma d’altro canto viaggiando sempre per me era un po’ un problema, visto che per recuperare gli argomenti maturati durante le assenze dovevo programmarmi da me, come se fossi stata all’Università. Quindi conveniva che facessi un istituto privato, ma mi piace davvero studiare, soprattutto per il mio bagaglio culturale, più che per il voto in sè.”
Questo il ritratto di Vivienne VIerin. In attesa che dimostri a tutti noi quale sia il suo valore in campo, non ci resta che rinnovare il supporto per un ragazza che pare avere tutte le carte in regola per regalarci soddisfazioni in futuro.
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