ITF Brescia, Stefania Rubini: “Fisicamente e psicologicamente sto bene, ora voglio il best ranking”


A cura degli inviati a Brescia, Michele Galoppini e Giulio Gasparin
Entrata in tabellone e per il rotto della cuffia, come lei stessa ci racconta, Stefania Rubini è la migliore giocatrice italiana degli Internazionali femminili di tennis di Brescia, torneo ITF da $60.000 di montepremi. L’azzurra, tornata da poco al tennis dopo un grave infortunio al ginocchio, era scivolata in fondo alla classifica WTA, ma già grazie alla semifinale di Brescia ha guadagnato più di 500 posizioni, sfruttando tre importanti vittorie contro pronostico e sfiorando la finale contro la Hercog, poi vincitrice del torneo.
La Rubini ha sorpreso tutti nella città lombarda, con un gioco estremamente esplosivo ed interessante, fatto di potenti accelerazioni di dritto, servizi difficili da gestire e discese a rete che più di una volta hanno dato grosse soddisfazioni. Un gioco che sicuramente potrà assicurare alla Rubini una classifica ben migliore del datato best ranking oltre la 450esima posizione.
Ecco le parole di Stefania Rubini dopo il match contro Viktoria Kamenskaya, vinto 6-4 7-6 dopo qualche brivido di troppo nel secondo set.
Come si reagisce ad un match point mancato sul 5-3 del secondo set, con una palla alta sopra la rete ed in campo vuoto?
Match point, palla sopra la rete, facilissima, dritto a duemila all’ora in corridoio. Parte qualche Madonna in testa [risata], ma  si cerca di dimenticare subito quel punto e di ricominciare tutto da capo.
Con la vittoria di oggi arriva un quarto di finale in un $60.000 [sarà poi semifinale a fine torneo], uno dei tuoi migliori risultati in carriera, grazie peraltro a probabilmente la vittoria migliore in termini di classifica dell’avversaria. Il tutto a poco dal tuo rientro nel circuito. Come stai e fisicamente a che punto sei?
Domanda lunga, mi sono persa un attimo per strada [risata]. Comunque, a parte gli scherzi, è stato un periodo lungo e difficile, che soprattutto psicologicamente mi ha fortificato molto. Fisicamente sto lavorando molto bene con il mio allenatore Ugo Brissa ma anche con i fisioterapisti. Questo buon lavoro sta dando da subito i suoi frutti, non solo perché sto bene mentalmente ma anche fisicamente. Il ginocchio operato al momento non sta dando problemi e non posso che essere molto contenta di tutto.
Qui a Brescia stai battendo giocatrici che si trovano in classifica molto più in alto di quanto non sia il tuo ranking e di quanto non fosse il tuo best ranking, attorno alla 460esima posizione. La tua testa è già oltre quel best ranking? Stai già pensando di superarlo in volata?
Raggiungere e superare il mio best ranking è tra i miei principali obiettivi. In sostanza recuperare tutti i punti persi e tornare di nuovo alla mia vecchia classifica che mi ero guadagnata. Poi tutto ciò che viene in più è oro colato. Certamente quel che mi importa maggiormente sul resto è stare bene fisicamente e tornare al 100%, poiché poi il resto dovrebbe arrivare di conseguenza. L’importante è quello, poi i punti vengono… cioè spero vengano [risata].
Stai sfruttando una wild card che, però, sentivamo prima essere arrivata un po’ all’ultimo in maniera rocambolesca. Ci vorresti raccontare come è andata?
Dinamica della wild card contorta. Ero a Grado a giocare il $25.000 della scorsa settimana, sono partita dalle quali, sono arrivata ai quarti di finale dove ho perso da Martina Trevisan… ed ero disperata: dovevo correre qui a Brescia per firmare per le qualificazioni, giocare subito e così via. Ho chiesto quindi a Tathiana Garbin se c’era un qualche invito a disposizione, e dopo il match di quarti mi ha detto che si era cancellata una giocatrice dal main draw di Brescia, che di conseguenza la Ferrando era entrata con la sua classifica e che quindi la sua wild card poteva passare a me. Io non ci volevo credere. La sto sfruttando benissimo ma ringrazio il cielo [risata]. Guardate, serve sempre tutto.

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