A cura degli inviati a Brescia, Michele Galoppini e Giulio Gasparin
Uno dei migliori risultati azzurri negli Internazionali Femminili della Città di Brescia è arrivato certamente da Cristiana Ferrando, che nella città lombarda ha raggiunto un importante quarto di finale in un ITF da $60.000. La Ferrando, protagonista fino ad ora di una stagione con alti e bassi, ha mostrato un ottimo livello di tennis, pur non riuscendo a superare il difficile ostacolo dei quarti, battuta dall’eventuale finalista Ganna Poznikhirenko.
La migliore ora di tennis a Brescia per la 22enne azzurra è certamente stata quella contro Barbara Haas, in un match terminato per ritiro dell’austriaca dopo il primo set vinto per 7-6 dalla Ferrando. Match che ha avuto un epilogo particolare, poiché la Haas, già acciaccata da un colpo di calore sul 6-5, ha abbandonato il match per protesta contro l’arbitro, autore a suo dire di una decisione assurda, costatale il punto decisivo del parziale a favore di Cristiana.
Una partita quella di oggi che, nonostante un epilogo quantomeno curioso, è terminata con una vittoria. Parlando di tennis giocato, come ti sei sentita oggi in campo?
Nei primi game non sentivo niente di buono. Non sentivo né il dritto né il rovescio ed avevo troppa fretta di chiudere il punto. Con la Haas ci ho giocato un anno esatto fa qui a Brescia, dove persi 7-6 al terzo, ancora avevo in testa quella partita e facevo fatica a sciogliermi. Poi piano piano ho preso coraggio e penso di essermi meritata il passaggio del turno: ero io a spingere, ero io con i piedi dentro al campo, ero io ad andare a rete. Penso di essermi meritata questo set, che poi è valso l’intera partita.
Un quarto di finale in un $60.000 fa sempre bene, non solo per i punti in palio, ma anche per una questione di fiducia in se stessi da sfruttare nei prossimi tornei.
Sì certamente. Quest’anno ho perso delle partite sicuramente per colpa mia: certo, in diversi casi è stato per meriti dell’avversaria, ma più di una volta il match avrebbe potuto girarmi meglio. Questo torneo e questi match, sperando di non tirarmi gufate [risata] potrebbero essere quella scintilla di fiducia che poi mi permetterà di continuare su questo livello durante tutta la stagione.
Stai facendo bene qui, ma la terra rossa non è la tua superficie preferita. Cambierai presto superficie?
No infatti, la terra rossa non è proprio la mia superficie preferita. Dopo Brescia sarò a Padova e probabilmente anche nel $25.000 di Lenzerheide e quindi mi allenerò per prepararmi al cemento, dove giocherò andando in Canada.
A livello di gioco, ci è sembrato di notare un utilizzo molto più accurato e mirato degli angoli, anche stretti. È qualcosa su cui stai lavorando ultimamente?
Esatto, stiamo lavorando tanto sull’apertura degli angoli. Io gioco molto piatto, ed è anche per questo che preferisco il cemento alla terra battuta, e stiamo lavorando sull’utilizzo della mano per aprire gli angoli, far correre maggiormente l’avversaria e poi aprirsi il campo per piazzare quel vincente bello piatto che piace tanto a me, sull’altro angolo [sorriso].
Tu sei una giocatrice che negli ultimi anni ha girato tanto per il mondo nei tornei. Com’è viaggiare così tanto e scoprire superfici diverse, stili di gioco diversi rispetto a quello che c’è qui in Europa, dove peraltro si predilige spesso la terra rossa?
A me piace tantissimo viaggiare, ed anzi preferisco passare dei mesi in America od in Asia, per scoprire nuovi ambienti, nuove giocatrici, per giocare con gente nuova e non sempre le stesse avversarie. Ovviamente girando tanto capita di vedere certe situazioni particolari: ad esempio scopri giocatrici dal ranking molto alto, come ad esempio tante asiatiche, che però non lo valgono effettivamente secondo me. Questo ti dà una motivazione in più a giocare tanto e bene, perché sai che i risultati anche numerici poi arriveranno.
Qui a Brescia hai sconfitto la numero 160 del mondo, e come dicevi tu con le redini della partita in mano. Qual è secondo te al momento il tuo livello potenziale?
Non voglio passare per presuntuosa, ma credo di valere più della posizione 380 circa che al momento ho. Devo imparare ad essere molto più costante all’interno del match: magari gioco un set molto bene e poi mi perdo per tre game, ma contro le avversarie di oggi non è qualcosa che ci si può permettere. Con la giusta intensità, costante all’interno della partita, al momento penso di valere la 180esima-200esima posizione.
Parlando di prime 200 al mondo come valore attuale, immaginiamo che i tabelloni di qualificazione negli slam siano uno dei primi obiettivi.
Sì, ma non aggiungo altro perché due anni fa mi ero gufata da sola, dicendo che l’obiettivo a breve termine sarebbero state le quali agli Australian Open, ma poi giocai male. Restiamo sul classico: pensiamo un torneo alla volta e poi quel che succede succede…
Il Roland Garros si sta portando alle fase finali [l’intervista è stata effettuata nel giorno dei quarti dello slam parigino], sicuramente ci sarà una nuova vincitrice: che idea ti sei fatta del torneo e chi pensi potrà portarsi a casa il trofeo?
Io pensavo avrebbe vinto la Svitolina, infatti anche contro la Halep fino al 5-1 nel secondo set l’avevo vista davvero alla grande. Poi ho avuto la partita, sono tornata alla tv ed ho visto che aveva vinto la Halep. È proprio vero che nel tennis femminile succede davvero di tutto [risata]. La mia preferita a questo punto è la Pliskova, che gioca bello piatto come piace a me e tira tutto [risata].
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