Tra coloro che hanno ottenuto il pass per le prequalificazioni agli Internazionali BNL d’Italia 2017 c’è un ventunenne abruzzese di belle speranze, Gianluca Di Nicola. Lo abbiamo intercettato per carpire le sue sensazioni all’immediata vigilia di questo grande evento e le sue prospettive da tennista professionista.
Gianluca, anche quest’anno sei riuscito ad ottenere il pass per le prequalificazioni agli internazionali BNL d’Italia. Per te non rappresenta una prima volta, con quali aspettative ti poni prima di questo grande evento?
“Sì per me non è una novità, è già la quinta volta che ottengo il pass per il Foro. Sono emozionatissimo come il primo anno, per il prestigio che possiede questo torneo, uno dei più importanti al mondo. Le aspettative sono quelle di giocare il mio miglior tennis, già due volte sono andato vicino alla qualificazione al main draw, anche se so che la competizione è altissima, ma questo non fa altro che motivarmi ulteriormente per fare bene”.
Quest’anno ti sei qualificato tramite il torneo svoltosi a San Benedetto del Tronto. Qual è stato il percorso che ti ha portato al raggiungimento di questo obiettivo, quali avversari hai affrontato?
“Esatto, sapevo già che a San Benedetto non sarebbe stato facile e ne ho avuto conferma. A primo turno ho battuto Lorenzi, un ragazzo di Roma, poi Garzelli e nei quarti un duro match con Borella, vinto solo 6-4 al terzo. In semifinale ho battuto Cristian Carli, un giocatore con la mia stessa classifica (n. 744 ATP, n.d.r.), dopo una lunga battaglia di due ore e mezza. Ottenuta la qualificazione in finale sono stato sconfitto in due set dalla testa di serie numero uno del torneo, Matteo Fago. Probabilmente ero già appagato dalla qualificazione ottenuta, ma complimenti al mio avversario che ha giocato un ottimo match”.
Due mesi fa hai raggiunto il tuo best ranking di numero 665 (adesso è 667, n.d.r.), frutto di un buon 2016 culminato con la sorprendente vittoria all’ITF di Frascati. Cosa ti manca adesso per fare un ulteriore salto di qualità?
“Sinceramente l’anno scorso, nonostante il successo a Frascati, non è stata per me un’annata straordinaria, ho avuto troppi passaggi a vuoto che quest’anno dovrò necessariamente eliminare per fare quel salto di qualità di cui tu parli. Prima di tutto dovrò cercare di stare sempre a mille con la testa affrontando ogni partita come fosse una finale oltre che ovviamente migliorare su diversi aspetti tecnici”.
Il tuo colpo migliore probabilmente è il dritto, quali sono gli aspetti del tuo gioco sui quali stai lavorando maggiormente per migliorare il tuo rendimento?
“Il dritto sicuramente mi dà più punti, anche se mi sento comunque molto sicuro anche col rovescio. Stiamo lavorando molto sul servizio, che è un colpo che devo necessariamente migliorare per il livello a cui voglio ambire, e sulla risposta, anch’esso un colpo importantissimo. Oltre a ciò stiamo puntando molto su una maggiore aggressività, cercando di stare quanto più vicino alla riga di fondo. Già qualche risultato si intravede, ma dobbiamo continuare su questa linea affinché possa migliorare in generale il mio rendimento”.
Da quest’anno l’ATP, obbligando gli organizzatori dei tornei ITF ad alzare i montepremi, ha sicuramente dato una mano d’aiuto ai giovani tennisti che cominciano ad affacciarsi al circuito internazionale. Ritieni ciò sia sufficiente e, se no, quali altre soluzioni andrebbero secondo te adottate?
“Questo è sicuramente un dato positivo per noi, che abbiamo tante spese. Ad ogni modo ancora non mancano le difficoltà non solo a guadagnare, ma anche solo ad andare in pareggio. Il vero problema secondo me è che c’è troppa differenza tra i top100 e noi altri, che in fin dei conti facciamo la stessa fatica e lo stesso tipo di sacrifici. Detto ciò comunque questo dell’ATP è un primo importante passo in nostro favore”.
Da quando hai cominciato a giocare sei sempre stato seguito da tuo padre, che ancora ad oggi è il tuo mentore. Come riuscite ancora a conciliare il rapporto coach/genitore? Hai mai pensato di affidarti ad un allenatore esterno?
“Mio padre mi segue da quando sono nato, mi ha insegnato tutto lui e a lui devo tutto. Non abbiamo mai pensato ad affidarci a coach o comunque a strutture esterne, dato che il rapporto genitore/figlio così come quello maestro/allievo non hanno subito danni, anzi i risultati sono stati spesso appaganti e condividere con mio padre questo meraviglioso percorso credo sia ancora più bello che con una persona comune, quindi è tutta nostra intenzione di continuare a divertirci assieme”.
Fai parte del C.T. L’Aquila, con il quale giochi la serie A2. Che importanza hanno per te i campionati a squadre?
“Esatto, proprio l’anno scorso abbiamo ottenuto la promozione dalla serie B. Con gli altri ragazzi sto molto bene, siamo come una grande famiglia e quindi sono molto contento di indossare questa maglia. Ovviamente però per me il primo obiettivo è la carriera individuale, anche se onestamente mi fa comodo economicamente dato che grazie a questo tipo di competizioni riesco a portare a casa qualche piccolo guadagno che posso poi reinvestire nella mia attività individuale. Ad ogni modo sono contento di dare una mano ai miei amici de L’Aquila, con i quali penso stiamo facendo grandi cose in questi anni”.
E’ ovvio che adesso sei totalmente concentrato sulla tua carriera di tennista, ma come ogni ragazzo di 21 anni avrai una tua vita privata e degli hobby. Quali sono i tuoi passatempi al di fuori del tennis?
“Oltre al tennis mi piace molto uscire con gli amici, inoltre da due anni ho un bellissimo cagnolino col quale vado spesso in giro e che amo accudire. Per il resto quando ne ho la possibilità gioco a calcio così come altri sport diversi dal tennis”.
Sei mai stato al Foro Italico semplicemente da spettatore? Qual è stato il match che ricordi con più piacere?
“Quest’anno, come già ti ho detto, sarà per me la quinta volta al Foro. Al di là della mia presenza come giocatore è un’esperienza straordinaria quella in particolare di assistere i campioni durante gli allenamenti, uno su tutti Roger Federer, che ho avuto il privilegio di guardare dalla prima fila a soli due metri di distanza, quella sicuramente è stata l’emozione più grande che ho vissuto su quei campi”.
Quale sarà la tua programmazione dopo le prequali?
“Dopo Roma penso di riposare una settimana, e poi di tornare a Frascati dove come detto ho vinto l’anno scorso e sicuramente sarà una settimana impegnativa per me. Per il resto con mio padre stiamo pensando di buttarci sui Challenger così da alzare ancora l’asticella, e infine di provare qualche trasferta, con Futures in Tunisia o Egitto, che mi potrà tornare utile non solo tennisticamente ma anche come esperienza di vita, per la lingua in particolare”.