Montpellier, Sofia, Quito, San Francisco, Launceston e Budapest. La sesta settimana di competizioni sul circuito ATP è stata piuttosto ricca e variegata, e non sono mancati gli spunti interessanti in ottica NextGen. Se continuano a latitare alcuni degli americani più attesi e se Coric è ancora in attesa della prima vittoria stagionale, tutto il resto è in gran fermento…
- Alexander Zverev (340 pt.). Quando si è iniziato a parlare delle ATP NextGen Finals era ricorrente sentir dire che l’unico motivo per non vedere Zverev a Milano era immaginarlo a fine anno qualificato per il Master dei grandi a Londra. Circolava quasi come una battuta, ma proiettando l’inizio di stagione del giovane Sasha su tutto il 2017 la cosa non sembra del tutto peregrina. A Montpellier Zverev ha conquistato il suo secondo torneo ATP (dopo Pietroburgo nel 2016) e i 250 punti in palio mettendo a referto un gran torneo con vittorie ai danni di giocatori importanti, last but not least, i padroni di casa Tsonga e Gasquet. Prima prova di maturità superata brillantemente, primo posto meritatissimo.
- Daniil Medvedev (205 pt). Dopo le fatiche di Davis e l’annesso plateale ritiro per crampi, Medvedev è tornato sul circuito in buone condizioni. Presente anche lui a Montpellier ha giocato un ottimo tennis su una superficie che del resto dà grande lustro al suo servizio scomodo. La vittoria al primo turno contro Tobias Kamke e al secondo contro Fernando Verdasco sono buonissime referenze che valgono i 45 punti ATP per i quarti di finale raggiunti e una certa consapevolezza. Contro Tsonga ha potuto poco ma per ora basta e avanza così.
- Noah Rubin (165 pt.). A quasi due anni dal timbro apposto sul torneo di Charlottesville, Rubin torna a conquistare un trofeo e lo fa a Launceston. Avevamo criticato con una punta di ironia la sua scelta di rimbalzare da una costa all’altra del pacifico per questo inizio di stagione, ma evidentemente il giovane newyorkese aveva le sue ragioni: ha preferito evitare il torneo di San Francisco, affollato di avversari faticosi –basti vedere all’ingrata fine di alcuni suoi connazionali- , a Launceston si è cimentato con un tabellone un po’ meno ostico ma ugualmente interessante e si è preso quello che meritava. Una vittoria lottata e ottenuta che sicuramente gli varrà da stimolo per i tornei a venire.
- Andrej Rublev (159 pt.). Dopo il doppio impegno francese, per il giovane zarevic è arrivato il momento di una pausa dalle competizioni, pausa che tutto sommato non inficia la sua stabile posizione nella race (passa da secondo a quarto). Per la verità al momento in cui questo articolo è in stesura, Rublev ha già perso il suo match nel primo turno del tabellone di qualificazione dell’ATP 500 di Rotterdam dalla wild card locale Botic Van de Zandschulp, ma trattandosi nei fatti di un match della settimana entrante ne parleremo compiutamente nella prossima puntata.
- Hyeon Chung (157 pt.). Invariati anche i punti di Chung, fermo dopo le fatiche della Davis, con la classifica che dal terzo posto lo vede scivolare al quinto ma sempre dentro i magnifici otto.
- Omar Jasika (135 pt.). Prima vera stecca stagionale per l’aussie Jasika che dopo il successo di Burnie registra un poco convincente secondo turno a Launceston con una sconfitta per altro piuttosto dura (6-4 6-0) subita da Mitchell Krueger. Porta a casa una manciata di punti (sette) che gli bastano per adesso per restare nel novero dei papabili per la race to Milan, ma servirà qualcosa in più per restarci.
- Frances Tiafoe (111 pt.). A differenza di Rubin, il giovane di Hyattsville è rimasto a casa (dove casa davvero possa essere la California per un nativo del Mariland) e a San Francisco ha conquistato 16 punti che lo mantengono in classifica, seppure un po’ al ribasso. I quarti di finale a livello Challenger possono e dovrebbero essere un obiettivo al di sotto del minimo per un tennista con le ambizioni di Tiafoe, ma è vero che la presenza di un fuori quota de facto come Pospisil (autore proprio dell’eliminazione di Tiafoe) riequilibrano un po’ il senso di questa settimana per lui.
- Alex De Minaur (84 pt.). Rifà capolino l’australiano di Spagna che si prende l’ottava posizione a spese del connazionale Mott. Gli è bastato poco per farlo, per altro, solo una vittoria nel primo turno di Launceston contro il giapponese Soeda che vale, per esperienza e valore, anche più dei punti conquistati. Poi De Minaur non è andato oltre, superato in tre set dall’altro aussie Alex Bolt ma vederlo qui due volte in cinque settimane è sicuramente un segnale positivo.
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