Tra le sorprese di questo inizio stagione c’è sicuramente Andrea Cugini, un giovane tennista laziale, nato nel 2001, che dopo un 2016 piuttosto difficile e avaro di risultati positivi, ora sta giocando molto bene e si sta togliendo qualche soddisfazione nei due tornei ITF Junior under 18, che si stanno completando in questi giorni in Egitto.
Nel primo torneo, al Cairo, Andrea ha vinto il doppio, in coppia con Gianmarco Ferrari ed ha fatto gli ottavi di finale in singolare, nel secondo che si sta disputando ad Alessandria d’Egitto, ha raggiunto i quarti di finale in singolare, ben figurando anche con la testa di serie numero uno del torneo e le semifinali nel doppio, sempre in coppia con Gianmarco Ferrari.
Dallo scorso anno si allena stabilmente alla Tennis Academy di Diego Nargiso a Sanremo e i risultati finalmente stanno avvalorando i tanti sacrifici che un quindicenne deve fare per cercare di diventare tennista professionista. Raggiungiamo telefonicamente Andrea Cugini per presentarlo al pubblico di Spazio Tennis e scoprire le sue aspirazioni e le sue motivazioni. Troviamo un ragazzo molto spigliato, sicuro e deciso.
Andrea, raccontaci di dove sei e quando hai iniziato a giocare a tennis?
Sono di un piccolo paese in provincia di Frosinone, Vicalvi, vicino a Sora. Ho iniziato a giocare nel locale circolo tennistico l’Olimpia Sporting di Sora, quando avevo cinque anni. Il mio primo maestro, a cui devo tantissimo è stato Paolo Sinibaldi, che mi ha trasmesso la grande passione per questo bellissimo sport.
Due anni fa ti sei trasferito a Sanremo per allenarti con Diego Nargiso, un cambio di vita importante per un tredicenne, come è stata presa questa decisione?
E’ stata una decisione importante, maturata nel tempo e soprattutto condivisa da me, dalla mia famiglia, dal mio allenatore Sinibaldi e da tutte le persone che mi stavano vicino. Ho iniziato a frequentare la Tennis Academy di Nargiso nell’ottobre del 2015. Fino a giugno 2016 andavo dieci giorni al mese e poi tornavo nel Lazio per allenarmi a casa, poi da metà dello scorso anno mi sono trasferito definitivamente e ora, quando non sono in giro per disputare tornei vivo stabilmente a Sanremo, salvo tornare ogni tanto a Vicalvi a trovare amici e parenti.
Un bel cambiamento di vita, per un ragazzo così giovane. Il tennis aiuta a crescere vero?
Sì certo, tutti i tennisti crescono molto rapidamente. Io vivo in un appartamento con Andrea Basso, che è un po’ più grande di me, mi fa un po’ da padre adottivo, un po’ da fratello maggiore, mi trovo davvero benissimo con lui, è il giocatore per cui faccio il tifo a livello ATP, però sono molto indipendente, mi faccio da mangiare da solo, tengo in ordine la casa, insomma si diventa subito grandi quando si fanno queste scelte di vita. Sono molto soddisfatto di questa esperienza dal punto di vista umano oltre che tennistico.
Però non credo che non ti manchi assolutamente la tua “vecchia” vita a Vicalvi.
Certamente, mi mancano i miei genitori, i miei amici d’infanzia e la mia fidanzata che riesco a vedere molto poco.
Con lo studio, come riesci ad organizzarti?
Sono iscritto ad una scuola on line, studio ogni sera tre dopo gli allenamenti. E’ molto dura, ma mi impegno al massimo anche sotto questo punto di vista. Mia mamma Rossana è insegnante, quindi cerca di aiutarmi a distanza e soprattutto pretende che io sia sempre preparato e abbia buoni voti anche a scuola.
Raccontami Diego Nargiso, dal tuo punto di vista. Noi lo ricordiamo come un tennista esuberante, esplosivo, come è invece il Diego di tutti i giorni?
Diego è una persona eccezionale, prima ancora di essere un grande maestro di tennis. Lui ci tratta veramente come dei figli. Anche adesso che sono in Egitto, mi chiama tutti i giorni, per sapere come sto, come mi trovo, solo dopo chiede del tennis, prima vuole essere sicuro che non ci siano problemi a livello personale. Nella sua accademia siamo veramente una grande famiglia e cerchiamo tutti di aiutarci. Diego si rende conto che abbiamo lasciato a molti chilometri di distanza le nostre famiglie e allora fa di tutto per non farci sentire soli. In campo però poi si trasforma e diventa molto esigente e preciso. Finché non facciamo bene il movimento su cui stiamo lavorando in quel momento non si può fiatare. E’ rigoroso, preciso, quasi maniacale nella cura dei dettagli, ma lavorando con lui ci si rende subito conto di quanto sia bravo nel preparare giovani tennisti. Ha un solo grande difetto, tifa Napoli a calcio, io sono milanista, ci becchiamo sempre quando si parla di calcio.
Parlaci del tuo gioco, quali sono i punti di forza, dove sei migliorato di più e dove invece devi migliorare ancora?
Io cerco di essere un tennista completo e ovviamente c’è sempre da migliorare in tutti i fondamentali. Con Diego e il suo team abbiamo lavorato molto bene sul servizio, che adesso è diventato molto più efficace. Poi rispondo molto meglio che un paio di anni fa e il mio colpo preferito è sempre stato il dritto. Cerco di condurre il gioco e non aspetto gli errori degli avversari.
Chi sono gli altri maestri che ti seguono, oltre a Diego Nargiso?
La persona che mi segue di più, assieme a Diego, è Stefano Volpara, con cui ho un rapporto magnifico anche fuori dal campo, ci prendiamo molto caratterialmente ed è stata la persona che mi ha aiutato di più durante l’estate scorsa quando purtroppo è venuto a mancare una persona per me importante. Poi lavoro anche con Gonzalo Portas, tecnico molto valido e con Riccardo Lorenzelli per la parte atletica e con Salvatore Fusco, che è il nostro mental coach, che segue tutti gli aspetti psicologici, che sono diventati fondamentali nel tennis moderno. Non finirò mai di ringraziare però soprattutto Paolo Sinibaldi, il mio primo maestro, che è sempre presente ogni volto che ho bisogno di qualche consiglio, nessuno mi conosce come lui, ed è davvero una persona ed un tecnico fantastico.
Raccontami questi tornei in Egitto. Una bella esperienza?
Sì una esperienza di crescita molto importante. Sono andato assieme al mio compagno di doppio e di allenamenti Gianmarco Ferrari e a Melania Delai che era accompagnata dal suo allenatore Alessandro Bertoldero. Loro vengono periodicamente ad allenarsi a Sanremo nella nostra Academy e abbiamo concordato questa trasferta assieme a loro. Nel primo torneo ho trovato subito un egiziano e ho vinto 62 60 giocando una buona partita, al secondo turno ho perso dalla testa di serie numero otto, che ha giocato molto bene nell’ultimo torneo al Cairo dove ha raggiunto la finale battendo buoni giocatori, anche italiani nei turni precedenti. Nel secondo torneo invece ho trovato al primo turno una WC egiziana e ho vinto 61 61, agli ottavi ho giocato contro uno spagnolo e ho vinto 61 46 64, un buon match durato quasi tre ore, poi, purtroppo, mi sono dovuto arrendere ieri ai quarti contro la testa di serie numero uno, un polacco 500 ITF per 36 61 63. Ho disputato un gran primo set poi è stata bravo lui a recuperare la partita, guadagnando metri di campo e facendomi muovere tanto. Nel doppio invece siamo andati benissimo io e Gianmarco vincendo il primo torneo e arrivando alle semifinali del secondo.
Parlaci del tuo affiatamento con Gianmarco, il tuo compagno di doppio.
Siamo una coppia molto affiatata, lui è mancino e io destro, ma anche se può sembrare strano lui gioca a destra ed io a sinistra perché a lui piace molto fare gioco di rovescio, che è il suo miglior colpo e quando c’è da intervenire a rete può farlo con la volée di dritto, io invece in doppio con qualsiasi compagno, preferisco stare a sinistra per potermi spostare solo ed esclusivamente di dritto. La chiave del nostro doppio è sicuramente il servizio ma siamo due ottimi ricevitori soprattutto lui con il rovescio. Ci aiutiamo molto, siamo diversi di carattere io sono molto più attivo e più carico, lui invece è molto calmo e tranquillo in tutti i momenti del match e questa cosa ci aiuta molto perché quando lui si “addormenta troppo” io lo scuoto e si riprende, invece quando io mi esalto troppo lui mi fa rimanere tranquillo. Sono convinto che il doppio mi serva molto anche per affinare i colpi che si usano nel singolare. Fino a due anni fa non ne avevo praticamente mai giocati, ora non ne posso più fare a meno, mi diverte, ma soprattutto credo che sia utilissimo per la crescita tennistica.
Quali saranno i prossimi impegni tennistici?
A fine mese andremo a fare un ITF di grado 4 in Norvegia, poi la settimana dopo in Svezia di pari grado, poi ci trasferiremo in Qatar e poi spero di aver raggiunto la classifica per fare almeno le qualificazioni degli ITF importanti previsti in Italia in primavera. Farò anche tre importanti tornei under 16 in Italia, Biella, Foligno e l’Avvenire a Milano. Dopo l’estate vedremo come organizzarci.
Hai un obiettivo che ti sei imposto di raggiungere per fine anno?
L’obiettivo è la crescita tennistica, imparare a giocare sempre meglio, poi il ranking sarà una diretta conseguenza di questo. Se proprio vuoi un numero, ti dico 300 ITF Junior a fine anno e la partecipazione agli US Open Junior del 2018.
C’è qualche giocatore professionista a cui ti ispiri?
Ne seguo tanti, faccio il tifo per Rafa Nadal, ma per non essere banale e scegliere i soliti, ti dico Kei Nishikori, mi piace tantissimo. Poi il giocatore ATP per cui faccio il tifo più di tutti è sicuramente il mio compagno di stanza Andrea Basso.
Chiudiamo con i ringraziamenti di rito. C’è qualcuno che vuoi ringraziare per l’aiuto che ti ha dato in questi anni?
Il ringraziamento più grande va a mio padre Massimo che è sempre disponibile ed è il mio primo tifoso, mi sostiene sempre, e fa mille sacrifici per me. E un ringraziamento è dovuto anche alla federazione che mi aiuta economicamente per giocare i tornei. Infine un grazie speciale al mio maestro storico Paolo Sinibaldi, senza di lui non sarei mai arrivato fin qua.
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