La (nuova) scalata di Jarmere Jenkins


Guardando i risultati delle ultime settimane nel circuito ITF e futures, non può non saltare all’occhio il nome dello statunitense Jarmere Jenkins. Il 25enne di College Park non è sicuramente un nome nuovo per addetti ai lavori e appassionati, avendo ottenuto negli ultimi anni ottimi risultati come la finale raggiunta nel challenger di Traralgon nel 2014 (persa con l’americano Bradley Klahn), e gli ultimi turni di ‘quali’ raggiunti al Roland Garros e all’Us Open. Risultati che sono valsi allo statunitense un best ranking di tutto rispetto di 190 Atp nel gennaio del 2015.
Assiduo frequentatore dei challenger sul cemento, Jenkins è dotato di un fisico eccezionale che gli permette una grandiosa fase difensiva, oltre che di un servizio e un dritto piuttosto pesanti. Un cliente, nel complesso, piuttosto scomodo.
Tuttavia un infortunio occorsogli l’estate scorsa lo aveva costretto a saltare tutta la seconda parte del 2015 e a ripartire da zero. A giugno ha ricominciato a giocare e dopo svariate settimane passate nei futures di Sharm El Sheikh con risultati molto altalenanti (solamente 3 semifinali raggiunte, poca roba per un ex top 200) la svolta è arrivato nell’ultimo mese: Jenkins ha deciso di iscriversi, in Australia, a una serie di 4 tornei da $25.000 e i risultati non arrivati immediatamente. Al torneo di Alice Springs si è spinto subito sino in finale dove ha ceduto solamente 7-6 al terzo al 19enne australiano Marc Polmans (altro elemento interessante del tennis ‘aussie’), e successivamente ha conquistato il titolo nel torneo di Brisbane (senza cedere nemmeno un set in tutto il torneo e prendendosi la rivincita 6-1 7-5 su Polmans in finale) e nel successivo torneo di Toowoomba, sconfiggendo in finale con due tiebreak l’australiano Blake Mott.
Risultati di un certo prestigio che gli consentono di tornare vicino ai top 400 e probabilmente anche di tornare a frequentare presto zone del ranking che più gli competono.

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