ATP Challenger Vicenza, Golubev: “Amo l’Italia, in Davis do il meglio di me”

Golubev

di Massimo Calamuneri – Tennis Gate

Ha dovuto giocare in due giornate diverse data la sospensione causata dal calare del sole, ma la notte di riposo pre terzo set gli è servita per ricaricare le pile e trovare la giusta concentrazione: lui è Andrey Golubev, che battendo Ruben Bemelmans (7-6 (6) 4-6 6-3 il punteggio finale) ha centrato l’accesso al secondo turno del main draw del Challenger di Vicenza 2016. A fine gara abbiamo raccolto le sue impressioni sull’incontro disputato e sulle condizioni di gioco nelle quali si esprime meglio.

Il tuo è stato un match un po’ particolare dato che si è giocato su due giornate, che sensazioni hai avuto?

In effetti è stato un incontro particolare, oggi sono riuscito a fare un buon terzo set mentre ieri è andato tutto al contrario. Ho vinto il primo set che stavo per perdere e ho perso il secondo che invece avevo in mano. Giocare su due giornate non mi ha deconcentrato, mi sono focalizzato sul mio turno di battuta e sono riuscito ad annullare due palle break al mio avversario. Diciamo che sono stato bravo a tenere il mio servizio.

Sei stato numero 33 al mondo nel 2010 quando sei anche riuscito a vincere l’ATP 500 di Amburgo, cosa significa raggiungere certi livelli?

Ti dirò che quando sei dentro realizzi poco le differenze. Per me è stato un percorso un pochino particolare, ho scalato tante posizioni in una sola settimana, diciamo che è successo tutto molto in fretta. Comunque la sensazione è stata indescrivibile dato che puoi programmare tutti i tornei con grande calma perché scegli tu dove andare, tanto entri sempre in tabellone.

Hai fatto grandissimi risultati nel circuito Atp ma hai raccolto ancor più trionfi in Coppa Davis. Mi viene in mente il match che hai vinto contro Wawrinka o il doppio in cui hai battuto Djokovic, scatta qualcosa di particolare quando giochi in Davis?

La verità è che per la Davis ti prepari meglio, c’è sempre la settimana ufficiale in cui si gioca e già quella prima ci raduniamo. Sai con chi giochi, sai quando giochi, sai a che ora giochi, puoi studiare il tuo avversario e capire quali sono i suoi punti deboli. Poi è tutto diverso, fai parte di un team e quindi entra in gioco anche uno spirito di squadra. Il punto fondamentale rimane comunque il potersi preparare meglio: qui a Vicenza ad esempio ho vinto ma non so quando rigioco, a che ora e contro chi, sono piccoli dettagli ma sono quelli che fanno la differenza. Sopra certi avversari non passi come un rullo compressore, hai bisogno di curare tutto nei minimi dettagli. Il confine tra la vittoria e la sconfitta spesso è molto labile. 

Una curiosità, come mai parli così bene l’italiano?

Vivo in Italia da molto tempo. Ormai saranno 13 anni che sto a Bra in Piemonte, ho un ottimo rapporto con l’Italia, mi piace davvero tanto, la lingua adesso non è più un problema.

Ti facciamo la stessa domanda già fatta a Napolitano, con quale canzone ti carichi prima di entrare in campo? Stiamo costruendo la Players’ Playlist del Challenger di Vicenza 2016 e abbiamo bisogno del tuo suggerimento

Ti do un titolo secco: Katyusha dei The Browncoats.

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