di Michele Galoppini (@MikGaloppini)
È stata una giornata difficile per gli organizzatori del ChiassOpen, torneo da $25.000 che è terminato oggi sui campi molto bagnati del TC Chiasso. Una forte pioggia durata per tutta la notte ha praticamente allagato il campo centrale e reso molto complicato il recupero del campo 2, il secondo campo con posti a sedere per il pubblico. Un grande lavoro mattutino ha comunque permesso il recupero del campo 4 e così la finale tra Isabella Shinikova ed Amanda Carreras è riuscita ad essere giocata all’aperto e su terra rossa, piuttosto che all’interno e su un veloce carpet.
Con un’ora e un quarto di ritardo rispetto all’originario mezzogiorno, il match ha preso il via su un campo abbastanza pesante e difficile da gestire per entrambe le giocatrici. È soprattutto la Carreras a trovarsi in maggiore difficoltà: più di una volta guarda sconsolata il suo allenatore, informandolo del fatto di non riuscire ad imprimere lo spin che vorrebbe ai suoi colpi. Proprio questa momentanea capacità rende da subito difficilissima la sua partita: la Shinikova nei giorni scorsi aveva palesato difficoltà sulle palle più lavorate delle avversarie ed oggi sta di conseguenza andando a nozze potendo impattare la palla all’altezza preferita e senza doverla ‘interpretare’ eccessivamente. L’assenza di variazioni ed un gioco sviluppato più sulla diagonale di dritto (la Shinikova soffre particolarmente nell’angolo del rovescio e su palle con poco peso) favoriscono la bulgara, che in un amen si porta 5-1.
Arriva finalmente la reazione anche della britannica di Gibilterra ed il match comincia a diventare più divertente: mentre la Carreras alza il livello del suo tennis, la Shinikova dà i primi segni di squilibrio, cominciano lo show di urla, occhiatacce all’avversaria e monologhi lunghissimi in lingua madre (peccato, probabilmente sarebbero stati ‘divertenti’ da comprendere). La Carreras recupera due game ma sul 5-3 cede di nuovo il servizio e la Shinikova vince il primo set. Quantomeno ora c’è chiaramente partita: la britannica ha trovato modo di mettere in difficoltà sulla diagonale di rovescio la bulgara, che dal canto suo è anche meno precisa nei sui attacchi piatti e potenti.
Non comincia però nel migliore dei modi il secondo parziale, poiché la Shinikova prende subito il largo salendo sul 2-0. Ma la Carreras non molla e spinta anche dal pubblico tutto dalla sua parte prende due break consecutivi e sale 3-2 e servizio. La Shinikova ristabilisce la parità ma continua a peggiorare la sua posizione con pubblico, avversaria ed arbitro. Ormai i teatrini imbarazzanti della bulgara vengono addirittura presi con una risata dalla Carreras, che ad un certo punto si gira verso l’allenatore e con la mano fa un chiaro gesto per far capire il disagio del momento. Perfino l’arbitro si stizzisce, quando la bulgara pretende una discesa dalla sedia per controllare un segno sul campo: prima l’arbitro le indica che il segno dalla bulgara specificato non è quello corretto e poi con una risposta ferma nega alla bulgara un ulteriore (nonché inutile) controllo del segno.
In un tira e molla di emozioni si arriva al tiebreak, ma la Carreras, per il dispiacere di tutti, cede e con un netto 7-1 consegna il titolo alla Shinikova. 6-3 7-6 il risultato della finale.
La bella e sentita cerimonia di premiazione mostra ancora una volta per chi il pubblico facesse il tifo. Molto carina è stata l’accoglienza sul campo di Amanda Carreras da parte dei ball boys, che hanno esultato rumorosamente ed applaudito, nonché richiesto a gran voce una foto con la piccola biondina da Gibilterra. Inutile dire che decisamente più fredda è stata l’accoglienza per la Shinikova. Dopotutto, non ha fatto altro che tirarsele addosso per tutta la settimana ed ha avuto perfino la faccia tosta di far notare nemmeno troppo simpaticamente, in cerimonia, che il suo nome non è Shinikòva, bensì Shinìkova. Amen.
Subito dopo la cerimonia è stato il momento anche dell’estrazione dei premi della lotteria del torneo. Solo un biglietto vincente su sette era presente tra il pubblico, ma per fortuna era presente il biglietto migliore da premiare sul campo e da fotografare. Una signora ha vinto un gigantesco racchettone della Head, dal valore superiore a quello di una racchetta ‘normale’, che la signora ha sfoggiato fiera sul campo centrale (dove sono state effettuate solo le premiazioni). Io non ho vinto niente, #maiunagioia.
Un buon pranzo tutti assieme, con staff, direttore del torneo, presidentessa del circo e tanta pizza, ha poi fatto da gustosa ciliegina sulla torta ad una settimana decisamente positiva su tutti i fronti.
Ultimo compito da svolgere è stata un’intervista con il direttore del torneo Matteo Mangiacavalli e con la presidentessa del circolo Anna Ceracchini, che per tutta settimana mi hanno trattato in maniera impeccabile, rendendo il mio lavoro decisamente più semplice e più rilassato. L’intervista uscirà nei prossimi giorni, appena avrò un attimo di respiro per riportare tutte le parole espresse dai boss della manifestazione.
Tempo di salutare Chiasso e tornare in Italia (sebbene in circolo sia letteralmente a 20 metri dal confine), non senza promettere un ritorno per l’edizione 2017, per la quale mi sono già prenotato con discreto anticipo direi. Dopotutto, è un torneo che consiglio a tutti, volete che io stesso non metta le mani avanti prima di perdere il posto?
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