di Riccardo Riosa
Sono passati quattro mesi da quando un’idea, non tanto malsana, mi ha portato ad abbandonare un posto di lavoro sicuro per inseguire il mio sogno di lavorare con lo sport. Tennis per la precisione. Nel corso di questi ultimi quattro mesi ho rinforzato l’amicizia con uno dei tecnici più famosi in Italia e riconosciuto anche nel mondo, Alberto Castellani. All’ultimo ATP di Umago in Croazia, ho avuto modo di conoscere Novak Djokovic che, dopo aver scambiato qualche parola con me, ricordava il suo periodo passato a Bettona ospite di Alberto con il quale si allenò per un paio di mesi.
A fine novembre, a Milano, durante l’ultimo corso della GPTCA, associazione mondiale che propone corsi per coach (unica certificata ATP), Alberto, presidente italiano e mondiale della GPTCA, mi salutò dicendomi testuali parole: “Se ti serve qualcosa contattami pure, però adesso io vado in Messico ad allenare e ritorno a febbraio.” Ritornai a casa e dopo un paio di giorni mi riguardai il video di Djokovic che sulla pagina Facebook di Tennis Class (brand creato da me che organizza lezioni, corsi e tornei di tennis amatoriali in stile ATP in Croazia) ricevette migliaia di visite. Allora mi tornarono in mente le parole di Alberto e lo contattai. “Alberto, per diventare migliore bisogna stare con i migliori e tu sei uno di questi. Dove posso andare ad imparare?”
“Vieni da me in Messico in accademia,” mi disse, “e facciamo la preparazione invernale assieme.” Presi il biglietto aereo e partii. Quattro mesi fa ero davanti ad una triste scrivania ed ora sono in Messico a fianco di un grande allenatore come Alberto Castellani. Sogno o realtà? Realtà.
Siamo a Merida in Messico e precisamente nello Yucatan, con una temperatura decisamente più mite di quella della partenza da Milano, poiché mediamente ci sono 25°C. La Credito Real Tennis Academy è una struttura meravigliosa per chi ama questo sport. Alberto ne è il direttore e coordina una decina di coach principalmente cubani e messicani, ma anche italiani quando sono ospiti (come nel mio caso). Ci sono otto campi da tennis in cemento, cinque in terra, una palestra attrezzatissima, una zona con saune e vasche di ghiaccio ed una foresteria completissima con cucina annessa.
Si dorme, si mangia, si studia tutto all’interno dell’accademia. Sì, si studia, anche perché una trentina di giovani messicani vivono qua dentro, ed oltre ad allenarsi danno gli esami tutto all’interno dell’accademia. La giornata tipo è così svolta: sveglia alle sette, colazione e alle otto subito il riscaldamento collettivo. Seguono due ore di tennis nei campi ed un’ora di preparazione fisica. Pranzo alla una, e poi di nuovo dalle due alle quattro tennis e ancora un’ora di preparazione fisica. Poi lezioni in aula, cena e meritato riposo.
Questo, per chi vive in accademia, tutti i giorni per tutto l’anno.
Poi ci sono i giocatori “esterni” che vengono in accademia per preparasi alla stagione. Parliamo anche di giocatori ATP. Ci sono stati Damir Dzmuhur, Mohamed Safwat, Laurynas Grigelis, Oliver Marach. Attualmente c’è Nikola Cacic (best ranking 281, poi fermato da un infortunio “calcistico” ma che ora sta riprendendo), ed i migliori messicani come Luis Patino e Lucas Gomez. Non sono mancati gli italiani come per esempio Pairone, Mazzella ed Albertoni ed altre giovani promesse come Alexia Carlone.
Chiedo proprio ad Alberto di spiegarmi la sua attività in accademia:
Alberto, come è finito in Messico?
“Circa un anno e mezzo fa sono stato invitato per uno stage di tre giorni, per formare gli insegnanti cubani che erano stati miei ospiti a Perugia tempo fa. Finito lo stage, mi hanno proposto di collaborare attivamente con l’accademia.”
Da quanto tempo quindi sei direttore?
“Dall’ottobre del 2014, ma in accademia rimango per quattro mesi circa all’anno perché poi seguo i giocatori nei vari tornei.”
A proposito, chi segui adesso ultimamente?
“Sto seguendo Lucas Gomez, ragazzo ventenne messicano, attualmente attorno al 500 del ranking ATP, ma che grazie ad un forte sponsor alle spalle puntiamo a far entrare nei primi cento al mondo per portare finalmente un messicano nel tennis che conta. Ancora una settimana qui in accademia, e poi partiamo con i primi tornei.”
Rispetto all’accademia, cosa ha di particolare questo centro secondo te?
“È la prima accademia di tennis low cost. Ha i prezzi più bassi che si possano trovare al mondo per avere un servizio completo di vitto e alloggio ed essere seguito da una staff sempre presente e competente. In altre accademia si paga anche cinque o sei volte di più. Così il tennis diventa però uno sport per ricchi. Qui, è accessibile a tutti.”
Quanto è importante variare gli allenamenti ed il tipo di esercizi fatti?
“È fondamentale direi non essere monotoni e ripetitivi. Sta al coach capire dal proprio atleta quando può spingere sull’acceleratore e quando si deve tirare il freno. Quando esser seri e quando divertirsi. Ma prima di tutto bisogna creare empatia con il proprio giocatore. Io personalmente faccio tanto mental training, visto che la parte mentale nel tennis viene considerata fondamentale ma poco allenata, e alleno tanto le capacità coordinative: combinazione di movimenti, ritmizzazione, equilibrio, differenziazione, orientamento spazio-temporale, equilibrio, reazione, trasformazione.”