Di Giulio Gasparin (@giuliogasparin)
“Basta, porta una iella! Basta, non bisogna più nominare la top 10, tanto non ci entrerò mai! Ok? Puoi scriverlo, anzi, puoi scriverlo su twitter, su facebook, su instagram, dove cavolo vuoi. Non entro in top 10, basta.”
Così Roberta Vinci mi aveva spiazzato quando per i microfoni de “Il Tennis Italiano” mi ha concesso quasi una mezz’ora del suo tempo per parlare di tante cose, tra cui ovviamente gli US Open ed il 2016 che sta per arrivare. Se ovviamente vi invito a comprare una copia della rivista per leggere l’intervista nella sua completezza, qui ho voluto andare oltre ed analizzare questo commento forte della tarantina. Già in passato era arrivata davvero ad un passo dalle prime 10 del mondo, ma come per tante azzurre prime di lei, quella barriera si è trasformata in una vera e propria chimera. Scivolata indietro nel ranking per varie motivazioni, una su tutte la fiducia, la Vinci era stata data per spacciata da tanti, poi invece l’estate scorsa è risorta dalle proprie paure, compiendo l’impresa che nessuno credeva possibile: togliere a Serena Williams la possibilità di fare Grande Slam. Quel risultato ed un autunno ricco di ottime vittorie hanno portato la pugliese vertiginosamente vicina a quel numero 10 che tanto l’ha fatta agognare in passato.
Ma è veramente così importante?
“No basta, infatti, non entro in top 10, non vinco uno slam e non vinco le Olimpiadi, non vinco singolo, doppio e doppio misto, nemmeno la canoa! Cambio nazionalità e basta! Comunque a parte gli scherzi in top 10 non entro. Punto.”
La domanda che sorge spontanea è una che recita più o meno così: è solo scaramanzia o veramente questo 2016, l’ultimo anno per lei come annunciato non più di un mese fa, avrà il sapore di un addio e quindi di motivazioni legate solo al tennis più che ai risultati? Mi spiego meglio, parlando con la Vinci, l’idea che ne traspare è che lei si senta soddisfatta di quanto dato al tennis italiano e soprattutto di quanto raccolto per sé stessa e viene da dire, come potrebbe essere altrimenti? Ha vinto tutti e quattro i titoli dello Slam in doppio, una finale in singolare, è stata numero 1 del mondo in doppio ed ha vinto la Fed Cup più volte, non sarà un best ranking di una o due posizioni più in alto a fare la differenza. A volte siamo così circondati da numeri e fatti che pensiamo siano costantemente anche nella mente degli atleti, mentre spesso non è così. Anzi, oserei dire che di sovente il fraintendimento si palesa non appena con gli atleti ci si scambia qualche opinione. Detto questo, se la pugliese ha deciso di giocare ancora una stagione, non aspettatevi che sia svogliata o senza cattiveria agonistica: senza pressioni e con la sola voglia di godersi il proprio tennis potrebbe trovare proprio così il miglior tennis.
Ma a punti come siamo messi?
Qui comincia la parte più delicata, perché sono diversi i fattori su cui potrebbe dipendere l’ingresso della Vinci tra le prime 10 giocatrici del mondo: primo tra tutti i suoi risultati. Sembra scontato, ma non è sempre così. Quest’anno Caroline Wozniacki si è trovata numero 4 del mondo verso metà stagione pur vincendo molto meno delle attuali top 10, ma un misto di pochi punti da difendere e molte debacle al vertice l’avevano riportato in alto (seppur in maniera effimera, come poi dimostrato a fine anno). L’azzurra parte da una serie di buoni presupposti: nella Race Olimpica, ovvero nel ranking che verrà considerato per Rio (e quindi sostanzialmente composto dai tornei da Wimbledon in poi), lei è nona con circa 500 punti da amministrare su decima ed undicesima, rispettivamente Petra Kvitova e Karolina Pliskova. In secondo luogo, dei 2785 punti che ad oggi la legano al quindicesimo posto delle liste mondiali, 2304 li ha ottenuti nella seconda metà dell’anno. Questo comporta che per migliorarsi dovrà fare meglio di 471 punti in sei mesi. Per intenderci, vincere un torneo Premier rende 470 punti. Quindi da qui fino a Rio potrà portare un assalto importante alle vette delle classifiche mondiali.
Tutto facile? Forse no.
Perché in una situazione simile si trova Flavia Pennetta, che pur essendosi ritirata non ha chiesto la rimozione dal ranking, quindi, seppur de facto la numero 11 del mondo è la decima giocatrice mondiale, la Pennetta scenderà nelle classifiche solamente con il torneo di Indian Wells. Non solo, ma anche le due ragazze che chiudono la prima decina non hanno cambiali pesanti nei primi mesi dell’anno: Angelique Kerber e Lucie Safarova hanno perso entrambe al primo turno in Australia e a Melburne potranno accumulare punti ed aumentare gli 800 punti di vantaggio che hanno sulla Vinci. Detto ciò, ad Aprile la tedesca aveva cambiato marcia e le vittorie di Charleston e Stoccarda sono un bel mucchio di punti, mentre per la ceca c’è il titolo di Doha e poi la finale al Roland Garros.
Poi non dimentichiamoci che ogni anno è un anno nuovo, ci sono giocatrici pronte ad esplodere (leggasi Belinda Bencic ed Elina Svitolina), giocatrici che vogliono tornare ai fasti passati (Ana Ivanovic, la già citata Woziacki e Victoria Azarenka) e come sempre ci sono le sorprese che non ti aspetti. Insomma, il 2016 vedrà Roberta Vinci in pole position per agguantare questa top 10, ma forse dopotutto poco cambia se ci riuscirà o meno, se riuscirà ad emozionarci con il suo gioco ancora per 12 mesi non sarà il numero che vedremo sulle classifiche a fare la differenza.
“Non mi interessa la top 10, non mi interessa altro, io sono contenta di quello fatto fino a qui.”
Anche noi lo siamo, Roberta, ma come tutti i tifosi di tennis forse siamo un po’ insaziabili e per questo 2016 ci piacerebbe sognare ancora un po’.
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