di Lorenzo Cialdani
Per quanto sia ormai una prassi quella di trovarsi davanti il nome di un giovane promettente, per poi interessarsene in seguito come se si scoprisse di punto in bianco un diamante grezzo, non si deve mai dimenticare come i campioni che primeggiano nelle classifiche mondiali abbiano dovuto lottare per conquistarsi la scena dei circuiti maggiori, partendo un po’ sottotraccia e facendosi notare in seguito solo con il duro lavoro e lo spirito di sacrificio che spesso ne premia le gesta.
Il 17enne emiliano Andrea Guerrieri porta nel suo cognome un simbolo del proprio essere sul campo da tennis, avendo dimostrato nei tanti anni passati con la racchetta in mano come la passione per il tennis possa essere onorata al meglio partendo dalle basi, ovvero allo stesso livello di chiunque altro.
La fase di crescita personale e professionale, vista come aspetto fisico e tecnico-tattico, è assolutamente fondamentale in quella delicata transizione tra il circuito Juniors ed il professionismo: già in occasione della sua vittoria ai Campionati Under 16, Andrea si era raccontato ai nostri microfoni sottolineando l’ottimo rapporto con lo staff del Circolo Tennis Correggio, dove ha mosso i primi passi nel tennis, e con il suo coach Cristian Fava in quel di Albinea, mostrando oltretutto una grande umiltà nel riconoscere il valore dell’allenamento ed una contagiosa abnegazione al fine di perseguire quello che adesso è il suo obiettivo più grande, ovvero imporsi nel mondo del tennis dei “grandi”.
Neanche due mesi fa sono arrivati i primi risultati davvero importanti da pro, con la conquista dei primi sei punti ATP – grazie alla semifinale raggiunta da outsider a Santa Margherita di Pula, dopo aver superato le qualificazioni ed aver anche sconfitto il N.1 del seeding Erik Crepaldi – che gli hanno permesso di chiudere serenamente la stagione dei Futures, dopo anche i quarti raggiunti agli Italy F34 subendo solo dal forte azzurro Roberto Marcora, con uno sguardo al solo circuito Under 18 dove è riuscito ad imporsi in occasione del Grade 4 “Diners Junior Cup” di Zagabria.
La vittoria in finale con Ondrey Styler arriva a due giorni dal suo 17esimo compleanno e, grazie a questa vittoria con relativa iniezione di fiducia, il 2016 si aprirà a breve davanti a lui con tante nuove possibilità ed uno slancio che fa pensare sicuramente in positivo.
Il suo stile di gioco è basato sui colpi da fondo campo, con diritto e rovescio che gli permettono di sostenere ottimamente lo scambio cercando di chiudere in attacco quando possibile, ed allo stesso modo di ribaltare lo scambio contrattaccando alle sortite offensive dei suoi avversari. Ad ispirarlo, come ha dichiarato lui stesso, è Rafael Nadal, mancino come lui e giocatore estremamente abile nello sfruttare tutta la lunghezza del campo per esprimere il suo gioco, anche se nelle ultime uscite si sono potuti riscontrare miglioramenti nel servizio, con la volontà da parte di Guerrieri di migliorare anche lo slice difensivo ed il gioco di volo per completare il proprio bagaglio tecnico e diventare ancor più decisivo in fase di chiusura del punto.
Le potenzialità di una giovane promessa, quando ci sono talento e margini di miglioramento, passano soprattutto dalla voglia di mettersi in discussione e di crescere in ogni aspetto prima ancora di ottenere punti e risultati, arrivando pronti alle prove sempre più difficili che si pareranno davanti alla propria carriera, con la serenità di chi vedere il proprio fisico un organismo da plasmare in tutto e per tutto e gli obiettivi professionali come un’inevitabile conseguenza di tutto ciò a cui si è corso incontro negli anni di formazione.
Dall’alto della sua esperienza e del suo essere così solare, Andrea sa esattamente quello che vuole dal suo gioco e dagli impegni dei circuiti che lo vedranno protagonista nella prossima stagione, e se il nostro Paese è considerato privo di possibilità e prospettive, ragazzi come Andrea Guerrieri contribuiscono a dare il giusto valore e la ottima visione di quello che serve per viversi le proprie chance al massimo, senza il condizionamento di fattori esterni e con la consapevolezza di avere in se stesso il miglior mezzo per raggiungere le vette più alte.