di Sara Montanelli
Matteo Marrai, classe 1986, si è laureato campione italiano lo scorso week end al Palasport di Montecatini Terme insieme alla sua storica squadra del Tennis Club Italia Forte dei Marmi.
Matteo nella giornata di sabato ha portato a casa il primo singolare, match molto lottato contro Vincenzo Santopadre che si è concluso con il risultato di 63 67(6) 61, agevolando così la corsa verso lo scudetto Il giorno seguente ha conquistato il punto decisivo in doppio con Walter Trusendi sconfiggendo la coppia Panfil-Santopadre per 76(4) 46 10-5.
Oltre a giocare la Serie A1, competizione a cui tiene molto, Matteo da due anni si dedica all’insegnamento. Dopo questo week end positivo noi lo abbiamo intervistato.
Prima di tutto complimenti per la vittoria in Serie A1. Come hai vissuto il week end a Montecatini?
Ho provato delle forti emozioni specialmente in singolare; per me è stato difficile per la tensione, la pressione che avevo perché non giocava Bolelli ma Santopadre, quindi avevo un compito importante: vincere il singolo d’esordio, e in una finale chi vince il primo turno è avvantaggiato.
Anche il doppio con Walter l’ho sofferto molto all’inizio, poi durante la partita abbiamo pensato al punteggio, non a tutti i fattori esterni. Siamo felici di aver conquistato lo scudetto e ancora di più di aver vinto il punto decisivo. È da dieci anni che gioco per il Tennis Club Italia Forte dei Marmi, è il mio circolo.
Il match contro Santopadre è stato molto lottato. Quali erano le sensazioni?
Con Santopadre non ho giocato il mio miglior tennis, ma è anche normale perché lui è un giocatore che ti fa giocar male, inoltre la superficie non mi ha aiutato. È stata più una partita di nervi che una partita fisica. L’importante era vincerla ed è andata bene. Avevo più tensione del solito, soprattutto nel secondo set e nel tie-break.
Parliamo delle regole della Serie A: cosa ne pensi del fatto che si possano schierare due giocatori del vivaio?
Dal mio punto di vista è una scelta bellissima perché sprona tutti i circoli d’Italia a valorizzare il settore giovanile che è alla base di tutto. Con le regole che ci sono io sarò presente anche il prossimo anno dato che sarò ancora under 30 e quindi potrò giocare. Purtroppo nel 2017 giocheremo o io o Walter.
Giochi nel Club di tuo padre. Com’è iniziato il tuo rapporto con il tennis?
Mio padre faceva il maestro quindi stando al circolo tutto il giorno mi hanno messo la racchetta in mano presto. Ho fatto un anno al Match Ball di Firenze e un anno al Tc Genova, ma ora sono tornato a casa da dieci anni.
Se dovessi pensare a tutta la tua carriera, qual è stata l’emozione più bella?
A livello individuale la qualificazione con relativo main draw all’Atp di Barcellona, le qualificazioni a Roma e una medaglia d’oro ai Giochi del Mediterraneo. Queste sono state le soddisfazioni più grandi. A livello di squadra penso a Rovereto dove abbiamo vinto il titolo, ma soprattutto penso a Montecatini dove ho portato a casa il primo punto e sono stato imbattuto per la tutta la Serie A in singolo. In più abbiamo conquistato il punto decisivo anche perché se fossimo andati al doppio di spareggio ho i miei grossi dubbi che avremmo vinto. In squadra c’era un clima di tensione, gli altri ci stavano credendo più di noi e a me e a Walter ci davano sfavoriti. Noi abbiamo sempre pensato punto su punto, non abbiamo mai pensato a vincere il match. Questo è stato fondamentale. Secondo me ha prevalso l’attaccamento alla nostra maglia.
Quali sono i tuoi obiettivi per il futuro?
Io sto allenando i miei ragazzi da due anni e mi piace molto, ho già ricevuto qualche offerta di livello più alto, Atp e Wta, ma in questo momento preferisco mettere le radici, creare qualcosa che sia solo mio. Ho viaggiato tutta la vita, andare in giro ancora non mi interessa. Preferisco creare delle basi solide qui a Forte dei Marmi, sia con la scuola tennis che con il mio gruppo di ragazzi e vedere come va.
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