di Salvatore Greco
Tutti i simboli solari di cui l’Orange Bowl si fa portatore, dai campi rosso acceso alle arance di cui tradizionalmente si colmano i trofei da consegnare ai vincitori, in questi giorni sembrano quasi beffardi a Plantation come in tutta la Florida meridionale devastata da piogge inattese e che stanno rallentando vistosamente i lavori del Metropolia Orange Bowl International Tennis Championship, formalmente iniziato da due giorni, ma ancora impantanato –e non solo in senso figurato viste le copiose precipitazioni- ai primissimi turni.
Della storia e dell’importanza di questo torneo abbiamo ampiamente discettato l’anno scorso, per cui andiamo direttamente a vedere i tabelloni della categoria maggiore, quella under-18, e rispettivi protagonisti.
Maschile:
Testa di serie n.1 e spicchio superiore del tabellone, come all’Eddie Herr, al norvegese Casper Ruud che però rispetto al torneo di Bradenton è chiamato a fare più del magro terzo turno della scorsa settimana. Non sarà un’impresa facile visto che al secondo turno ad aspettarlo c’è già quel Lazarov che aveva quasi estromesso il poi campione dell’Eddie Herr Auger-Aliassime sprecando anche tre match point. Se poi dovesse superare il bulgaro, il quarto di tabellone presidiato da Ruud non manca di ospitare altri avversari potenzialmente ostici come quello che uscirà dal secondo turno tra il polacco Żuk e il serbo made in IMG Kecmanovic (comunque favorito il secondo) o il tennista che solo tre giorni fa ha ceduto la corona ad Auger-Aliassime dopo tre set lottati, l’australiano d’adozione Alex De Minaur.
Cammino solo apparentemente più semplice per l’altro protagonista mancato dell’Eddie Herr, il coreano Chung che se nelle immediate vicinanze vede solo qualificati e wild card è atteso -non più tardi del terzo turno- da Benjamin Sigouin, il promettente canadese già noto alle cronache per essere stato il giustiziere di Ruud sette giorni fa. Nello stesso quarto di finale sarà anche interessante vedere chi andrà avanti dopo l’intrigante primo turno tra il macedone Bojan Jankulovski, che aveva sfiorato l’impresa contro Ruud a Bradenton, e il redivivo Alex Rybakov. Sarà interessante rivedere sul circuito juniores il classe 1997 yankee che dopo la sconfitta nei quarti di finale allo US Open di categoria patita da un certo Taylor Fritz ha disertato gli appuntamenti autunnali under-18, ma ha passato comunque il mese di novembre in Florida conquistando due finali di fila nei futures USA-32 e USA-33 giocati a Niceville prima e Pensacola poi, naturalmente su har-tru. Il vincitore di questa sfida tra mancini, che sia l’uomo-Davis macedone o l’americano, rappresenterà una mina vagante non indifferente in questo quarto di tabellone e potrebbe ambire anche a qualcosa di più.
Il terzo quarto è all’apparenza una tela bianca su cui dipingere a grandi tratti una bandiera greca, sarebbe infatti una sorpresa non vedere Stefanos Tsitsipas raggiungere agevolmente i quarti di finale del torneo che l’anno scorso lo vide arrivare in finale dopo aver superato una sequenza di avversari che –a rileggerla oggi- suscita un certo rispetto: Tommy Paul, Taylor Fritz, Andrej Rublev prima di perdere alla sfida per il titolo contro Stefan Kozlov. Rispetto allo spessore tecnico del tabellone dello scorso anno, forse solo il filippino Lim potrebbe avere il tennis per ostacolare il greco, ma la sua resa sulla terra è un’incognita importante.
L’ultimo quarto di finale dovrebbe tenere i riflettori puntati sulla seconda testa di serie in tabellone, il concreto ungherese Mate Valkusz, ma molta dell’attenzione sarà inevitabilmente anche (soprattutto) sul fresco campione dell’Eddie Herr, quell’Auger-Aliassime che dall’alto dei suoi 15 anni e 4 mesi sta già dimostrando doti importanti. L’approdo ai quarti per Valkusz sembra facilmente pronosticabile, quello del canadese dipenderà da quante energie è ancora in grado di tirare fuori un ragazzo del 2000 dopo una settimana decisamente impegnativa e inoltre non è affatto da sottovalutare il suo incrocio potenziale al terzo turno con l’uzbeko Karimov, cliente scomodo per molti a questo Orange Bowl.
Femminile:
In testa al seeding delle ragazze a Plantation c’è la statunitense Sofia Kenin, uscita ai quarti all’Eddie Herr per mano di Tamara Zidansek e pronta a puntare qualcosa in più qui all’Orange Bowl. Mentre scrivo è già stata eliminata al primo turno la sorprendente Amanda Anisimova che a Bradenton era arrivata fino alle semifinali, ma non per questo il cammino della Kenin sarà più facile nel suo quarto di competenza. Presente e agguerrita la campionessa di domenica scorsa Kylie McKenzie che ha già vinto il suo match di primo turno e ora ne attende uno non da poco contro la russa Potapova; se dovesse uscirne vincitrice, potrebbe trovare proprio la Kenin al turno successivo. Attenzione da queste parti anche alla slovacca Mihalikova, più a suo agio sulle superfici veloci e già sotto le aspettative all’Eddie Herr, ma non è una tennista da sottovalutare.
Il secondo quarto di finale è presidiato dall’ambasciatrice di Sua Maestà Britannica lady Katie Swan che torna alle competizioni dopo l’eccellente prestazione all’Aberto Juvenil Mexicano –grade A tanto quanto l’Orange Bowl- conclusa con la finale lottata e persa contro la sorprendente Anisimova. La ragazza di Bristol arriva dunque sia carica che riposata in una porzione di tabellone che non le presenterà avversarie in grado di metterla in difficoltà, almeno fino ai quarti di finale dove potrebbe incrociare la canadese Katherine Sebov o l’americana Day, entrambe teste di serie ma che la Swan non può considerare reali minacce sul suo cammino.
La terza semifinalista attesa sembra essere quasi d’ufficio la fresca finalista dell’Eddie Herr Tamara Zidansek, alla sua ultima apparizione juniores prima del compimento dei 18 anni e la conseguente fine del limite al numero di tornei pro’ che le sarà permesso giocare. La slovena ha già mostrato doti combattive non indifferenti e, se la stanchezza non la tradirà, è virtualmente in grado di puntare direttamente alle semifinali sebbene non siano da sottovalutare la classe 2000 Claire Liu –già capace di qualche exploit- e l’argentina naturalizzata statunitense Usue Arconada (1998) che ha già vinto un grade A sulla terra quest’anno a Porto Alegre.
In fondo al tabellone la testa di serie n.2 –ma virtualmente n.1-: l’ungherese Dalma Galfi che ha visto sfumare la possibilità di vincere il secondo Eddie Herr di fila ma potrebbe comunque chiudere l’anno portando a casa la coppa colma d’arance. Nonostante non si presenti all’Orange Bowl con la testa di serie n.1, continua a essere di fatto la favorita assoluta per esperienza e qualità dimostrata in campo. Il quarto di finale in cui è inserita, per altro, non le oppone avversarie in grado di impensierirla fatto salvo forse solo per la russa Levashova. L’impressione di fondo è comunque che le sue possibilità di vittoria, partita dopo partita ma anche del torneo in generale, dipendano solo e soltanto da lei.
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