articolo di Giulio Gasparin, in collaborazione con Michele Galoppini
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Il duo americano è solo il secondo team di specialiste di doppio ad essersi qualificate per le Finals WTA di Singapore, ma Raquel e Abigail hanno dimostrato sul campo, nei tanti anni di amicizia e collaborazione, molto più della somma dei loro potenziali tennistici da singolariste. Vincendo il terzo titolo della stagione nel torneo International di Linz, si sono assicurate un posto a Singapore per il secondo anno di fila. Non è solo la qualificazione a renderle contente, poiché particolarmente soddisfatte anche dell’introduzione del round robin come nel Master ATP, per poter affrontare più avversarie e quelle avversarie che ancora non hanno sfidato quest’anno.
La passione per il tennis e la forte amicizia che le lega traspare chiaramente dall’intervista che io ed il collega Michele Galoppini abbiamo avuto in occasione del torneo della cittadina austriaca, lo scorso weekend. La loro storia non è una di quelle sotto i riflettori, ma è di grande valore, poiché è grazie al doppio che hanno potuto continuare a sognare grazie al loro sport ed alla loro passione. Hanno raggiunto assieme le vette della loro disciplina, dopo aver affrontato e superato grosse difficoltà a livello professionale e personale; questo vale soprattutto per la meno giovane delle due, Abigail Spears, che ha trovato in Raquel Kops-Jones la compagna e l’amica con cui condividere ed affrontare l’opprimente solitudine della vita del tour, dopo che la madre era mancata.
La loro amicizia è diventata sempre più forte e la loro carriera ha preso presto il volo. Hanno vinto numerosi Premier, incluso Doha in questa stagione. Ora il loro obiettivo è andare il più avanti possibile nelle Finals, e sognano di raggiungere l’ultimo step, la finale. Magari portandosi con sé qualche dessert austriaco, visto che i dolcetti di Linz sono stati per tutta la settimana dei portafortuna verso il titolo.
Congratulazioni per la qualificazione per la seconda volta consecutiva alle WTA Finals di Singapore!
KJ: Grazie, è stata una settimana tosta a Linz, sapevamo che eravamo davanti nella Race di poco e mantenere quel vantaggio è stata l’unica ragione che ci ha spinte a venire in Austria. Quindi è stato stressante e snervante, soprattutto nei primi tre match. Una volta che abbiamo raggiunto la semifinale abbiamo potuto rilassarci ed infatti abbiamo poi giocato meglio da quel momento. Penso che siamo entrambe molto felici anche della finale, poiché potremmo incontrare Hlavackova e Hradecka di nuovo in Singapore, quindi questo è stato un buon allenamento che ci porta con fiducia alle Finals.
Avete appena chiamato la finale del torneo un allenamento?
S: (risata)
KJ: Beh…
S: Allenamento per un eventuale nuovo match con loro, non un allenamento nel vero senso della parola, visto che…
KJ: …che ci stavano facendo impazzire (risata)!
Quest’anno avete ottenuto grandi risultati sulle superfici veloci, quindi anche queste condizioni indoor a Linz possono servire in vista di Singapore, che ha una superficie adatta al vostro gioco, non è così?
KJ: Sì.
S: Sì, anche questa è stata una buona ragione nella scelta di giocare qui. Sapevamo di dover fare le semifinali questa settimana e sapevamo che avremmo potuto dover giocare anche Mosca la settimana che viene se necessario. Scegliere di giocare a Linz era ideale, visto che eravamo più vicine a Mosca e che le condizioni erano simili a Singapore. Se fossimo restate in Asia, visto che originariamente avremmo dovuto giocare Hong Kong, sarebbe stato più complicato. Siamo felici di essere venute qui, anche perché è la mia prima volta qui ed mi è piaciuto tantissimo!
Quindi non eravate mai state in Austria?
S: Per me è la prima volta. Cioè, sono passata per Vienna per un volo, ma non mi ero mai fermata prima.
KJ: Io ho giocato questo torneo 5 anni fa, ma credo di aver perso presto e quindi di essere ripartita altrettanto presto, quindi non ho certo avuto tempo di godermi un po’ la città. Questa settimana è stata una gran bella esperienza.
S: Ci siamo fatte anche qualche giro questa volta. Cioè, non riusciamo mai a fare tanto quanto ci piacerebbe, ma almeno abbiamo fatto più di quanto avremmo fatto se avessimo perso subito.
Avete almeno avuto la possibilità di assaggiare la Linzer Torte? La tipica torta di Linz…
KJ: Strudel? No?
S: Non saprei, abbiamo provato un sacco di dolci, ci siamo rilassate e riconciliate con noi stesse questa settimana.
(risata di entrambe)
KJ: Non c’è un luogo chiamato Jindrak? O qualcosa del genere, vicino alla cattedrale, una pasticceria…
S: Ecco sì, ci siamo state di frequente!
KJ: Sì (risata). Abbiamo provato lo strudel e poi una cosa diversa ogni giorno.
S: Esatto, abbiamo volute provare tante cose.
KJ: Non so se abbiamo provato la Linzer Torte, ma ho provato dei biscottini.
S: Lei si fissa su una cosa, invece io ho provato un sacco di dolci differenti. Quindi non so se ho provato quella torta, ma sicuramente ne abbiamo assaggiate tante!
Beh avete vinto il torneo, forse dovreste procurarvene un po’ per il prossimo torneo…
S: Dovremmo decisamente!
(risata di entrambe)
Avete entrambe avuto una buona carriera anche da singolariste. Quando avete deciso di concentrarvi sul doppio e diventare delle specialiste? Cosa vi ha spinto?
KJ: Oddio (sospiro), è stato tanto tempo fa. Per quanto mi riguarda fu nel 2008, penso. Ho preso quella decisione perché ho avuto un paio di ottimi risultati nel doppio degli Slam, credo con Abigail. La mia classifica in doppio salì fino alla top50, mentre nel singolare ero circa 200esima. Quindi ho deciso di giocare tornei più importanti in doppio, piuttosto che tornei piccoli in singolare. Ero un po’ frustrata perché non riuscivo a trovare un coach e facevo tutto per conto mio e viaggiavo per conto mio, quindi concentrarmi in doppio era una buona idea.
S: Per me è stata invece qualcosa di più sentimentale. Ricordo che mia madre viaggiava con me quando giocavo, ma poi mia madre morì proprio quando stavo giocando con Raquel un paio di tornei nel 2009… ho praticamente smesso di giocare sia singolo che doppio, ma alla fine dell’anno mi sono trovata a viaggiare da sola e mi sono trovata da qualche parte in Texas e ricordo di aver pensato che non avrei più potuto farcela da sola. In quel momento lei mi ha chiamato, dicendomi ‘vuoi venire a giocare in Australia con me?’. E a me l’Australia piace moltissimo, ma sapevo che in singolare non avrei proprio potuto giocare, quindi le ho detto che mi sarei presa una settimana per decidere. Allora lei ha tentato di convincermi e mi ha detto ‘senti, possiamo giocare full-time assieme in doppio, tutte le volte che vogliamo, viaggiare assieme e tutto il resto, così non saremo più da sole in giro per il tour’. Ci conoscevamo da quando avevamo 16 anni, non certo bene come ci conosciamo oggi, anche se siamo andate in due College diversi (io UCLA e lei Berkeley, ma poi lei è stata anche all’UCLA), ma conoscendoci da così tanto tempo sapevo che alla fine avrei accettato. Ero un po’ indecisa, pensavo ‘dovrei aspettare o?’. Ma poi entrambe abbiamo chiuso la carriera in singolare, anche perché i montepremi non erano certo buoni come ora…
(risata di entrambe)
KJ: …avessimo saputo come sono cambiate le cose ora…
S: Vero, ma non abbiamo alcun rimpianto, abbiamo fatto così tante ottime cose assieme, è stato fantastico.
Rispetto a Singapore, l’anno scorso non siete state molto fortunate con il tabellone, affrontando subito le vincitrici, ma quest’anno cosa vi aspettate? O meglio, quali sono gli obiettivi di queste Finals appena conquistate?
KJ: Quest’anno c’è il round robin almeno, quindi siamo sicure di giocarci almeno tre match, il che è molto meglio e fornisce poi risultati che rispecchiano maggiormente i valori in campo. Il nostro obiettivo è raggiungere la finale o quantomeno le semifinali. Quest’anno non abbiamo potuto giocare tutta la stagione, perché Abbie è stata infortunata un paio di volte, quindi ora possiamo darci dentro con tutte le nostre forze.
S: Esatto, inoltre siamo più riposate, proprio perché non abbiamo giocato tanti match come le altre. Siamo abbastanza agguerrite ed impazienti di giocare contro le migliori giocatrici e vedere come va a finire con il nuovo formato con i round robin.
KJ: Inoltre giochiamo senza killer-point, seppur sempre con il super tiebreak nel terzo set. Però senza killer-point sarà anche più interessante!
Avete appena chiamato le altre “top player”, ma visto che siete qualificate per il secondo anno di fila, è chiaro che siete anche voi le top player…
S: Sì, vero (risata). Però ad esempio non siamo ancora riuscite a giocare contro Garcia e Srebotnik, giusto?
KJ: No, quest’anno no.
S: Quindi sarà divertente con il round robin. L’anno scorso pensavamo sarebbe stato come per il Master ATP, ma no. E poi abbiamo proprio pescato Black/Mirza. ‘Cavolo’, avevamo pensato. Anche perché non avevamo avuto l’opportunità di giocare contro Hsieh/Peng e ci sarebbe piaciuto. Questa volta con il round robin sarà più divertente a potremo giocare diversi match tatticamente da affrontare in maniera diversa. Eccitante!
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