articolo di Giulio Gasparin
traduzione di Michele Galoppini
All’età di 28 anni, con 17 titoli ITF ed una finale WTA in palmarès, Patricia Mayr-Achleitner ha detto addio al tennis professionistico e lo ha fatto di fronte al pubblico di casa, appena prima che si giocasse la finale del Generali Ladies di Linz. L’austriaca, felice e tirata a puntino per l’occasione, è entrata nel campo centrale buio, illuminata da una sola luce ad accompagnarla fino al centro del campo. Sorridendo, ha ricevuto una lunga standing-ovation dal palazzetto stracolmo, mentre Sandra Reichel e Barbara Schett hanno ufficializzato il suo addio dal tennis giocato con un abbraccio.
Solo 12 mesi fa un’altra austriaca si ritirò dal tennis in questa stessa occasione. Fu Yvonne Meusburger a salutare tutti proprio a Linz, dopo aver vinto l’anno prima il titolo di Bad Gastein, lo stesso che scivolò dalle mani della Mayr nell’unica finale da lei giocata. La tirolese fu la Cenerentola dell’edizione 2012, quando onorata da una wild card sconfisse alla grande Lourdes Dominguez-Lino e Ksenia Pervak con addirittura tre 6-0 sui quattro set giocati. Fu solo Maria Jose Martinez Sanchez a fermarla in finale e quello sembrò solo l’inizio di tanti altri buoni risultati e di una carriera di maggior successo. Purtroppo, gli infortuni alla schiena successivi la fermarono e quello fu l’unico vero diamante della sua carriera a livello WTA.
Verrà ricordata per la sua estrema combattività e per l’essere una giocatrice con grande fiducia nel suo tennis, difficile da battere se il match si trasformava in una battaglia di nervi. Lo ha provato due volte, in due tornei di Linz, quando sconfisse due top20; prima Sabine Lisicki nel 2012 e quindi Sorana Cirstea nel 2013. Nella sua carriera, la giocatrice della piccola cittadina di Rum, ha raggiunto il numero 70 della classifica WTA, ma in questa stagione la schiena ed i costanti dolori articolari l’hanno convinta a terminare il suo sogno tennistico, mettendo la salute e la sua vita, condivisa col marito ex-coach, prima della racchetta.
Quella che segue è l’intervista, o meglio la chiacchierata, che io ed il collega Michele Galoppini abbiamo avuto con lei proprio dopo la cerimonia di addio.
Dopo la tua sconfitta di quest’anno a Bad Gastein sembravi molto arrabbiata per come erano andate le cose ed il ritiro sembrava qualcosa ti stesse intristendo molto, ma oggi sembri al contrario quasi felice.
In Bad Gastein è stato tutto davvero emozionante e non riuscivo a smettere di piangere, ma ora va molto meglio. A dir la verità oggi mi sento davvero bene, come se fossi riuscita a togliermi un peso e la pressione di tutto se ne è andata: quando sei una tennista c’è sempre pressione, per la classifica, per le entry list, per i montepremi e tutti gli allenamenti… poi pensi agli infortuni e tutto il resto, ma ora non devo più avere a che fare con tutto ciò e posso rilassarmi.
Come è stato camminare sotto il riflettore, sul campo buio, con tutto il pubblico che applaudiva per te?
Fantastico! È sempre stato speciale qui a Linz, giocare qui è fantastico. Anche a Bad Gastein ovviamente ma qui è diverso.
Ricordo che un paio di anni fa su questo campo battesti Sabine Lisicki, probabilmente una delle migliori vittorie della tua carriera. Come fu?
Sì, vero, è stata una delle vittorie, in termini di classifica dell’avversaria, migliori ed è stato bellissimo, semplicemente bellissimo. Lo stesso fu l’anno successivo, quando battei Sorana Cirstea, numero 21 al mondo, e riuscii ad arrivare ai quarti di finale, giocati contro la Kerber in uno stadio pienissimo, davanti a 6 o 7 mila persone probabilmente. È stato straordinario.
Pensi sia stato il momento migliore che hai vissuto o lo è stato raggiungere la finale di Bad Gastein?
Non saprei, entrambi, è difficile scegliere. A Bad Gastein raggiunsi la finale, quindi fu diverso, ma probabilmente qui fu ancora più speciale, perché riuscii a battere giocatrici come Lisicki e Cirstea, potendo poi giocare contro la Kerber, giocare un ottimo match peraltro e lei era top10.
Cosa c’è ora nel tuo futuro?
A dir la verità, ho smesso di giocare cinque giorni fa, quindi per ora non saprei. Ho tante cose in testa ma devo ancora decidere. Peraltro devo anche decidere se restare in Austria o trasferirmi in Svizzera.
Ci sarà spazio per il tennis nella tua vita?
Sì, ci sarà spazio per il tennis. Penso diventerò un’allenatrice, partendo dai bambini e poi con quelli più grandi. Magari un giorno sarò il coach della prossima stella austriaca e poi in pochi anni potrei tornare nel tour con lei, da allenatrice!
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