da Roma (Circolo Oasi di Pace), Matteo Mosciatti
Volge al termine la 35esima edizione dei Campionati Assoluti Regionali del Lazio, andata in scena per il terzo anno consecutivo presso il Circolo Tennis Oasi di Pace, una delle cornici più suggestive della capitale. Un successo sotto tutti i punti di vista: dal livello tecnico al pubblico, dalla programmazione degli incontri alla giornata conclusiva, degna chiusura della massima competizione laziale maschile e femminile.
Iscritti, come ogni anno, i migliori giocatori della regione, il tabellone delle ragazze riportava qualche illustre assenza a partire dalle finaliste della scorsa edizione, Lisa Sabino e Martina Di Giuseppe. Lo spettacolo, però, non è affatto mancato anche grazie all’exploit di alcune giocatrici “under”. Ma andiamo con ordine.
In uno splendido sabato autunnale apriva le danze la finale maschile che metteva di fronte Matteo Fago, campione in carica e testa di serie numero 2, e Marco Mosciatti (5), classe ’97 e più giovane tra i primi atleti del seeding. Non facile il percorso di Fago per raggiungere l’ultimo atto del torneo, visti i combattuti terzi set sia contro Miceli sia contro Lo Priore, così come quello del giocatore juniores del Nomentano che si era imposto in tre parziali su Teodori e C. Rodriguez, il numero uno del tabellone, estromesso in semifinale.
Parte bene Fago, titolare della squadra di Serie A1 del Parioli, che ottiene subito il break senza mostrare segnali di tensione in avvio di gara. L’avversario, però, non molla e alzando il ritmo del proprio diritto riagguanta la parità sino al momento cruciale del match, quello del 5 pari. “Quando il gioco si fa duro, Fago tira il vincente.” Si potrebbe riassumere così la partita del campione iridato da questa situazione di punteggio sino alla vittoria finale, che arriva anche a causa dello scoramento di Mosciatti dopo la mancata conquista del primo set. 7-5 6-0 il punteggio.
“Rispetto allo scorso anno, è stato più difficile vincere.” – dice Fago nel post-partita – “Ho trovato condizioni molto differenti, a partire dai campi rallentati dalla pioggia di questi giorni, e le mie sensazioni non erano delle migliori. Nelle prime fasi del torneo ho fatto fatica a battere avversari sulla carta più deboli di me, tuttavia ho cercato di alzare il livello del mio gioco e non a caso semifinale e finale sono state le mie partite migliori. Il match di oggi è stato molto intenso ed interessante dal punto di vista tattico: non avevo mai giocato contro Marco, a cui vanno tutti i miei complimenti, quindi non avevo le idee chiare su come impostare il gioco, ma sul 5 pari ho messo a segno un bel parziale di 8-0 (se ricordo bene) grazie ad un tennis concreto e aggressivo cercando di mettergli pressione. Nel momento più importante della partita ho trovate le contromisure tattiche al suo gioco.”
Neanche il tempo di ritirare trofeo e assegno che deve correre in stazione. Lo attendono i compagni di squadra del Parioli, in partenza per la trasferta di Casale Monferrato:
“La vita del tennista è così, si viaggia da un torneo all’altro e più sali di livello più i viaggi sono lunghi. Sono stato fortunato a dover fare soltanto Roma-Milano! Ogni giorno ci sono situazioni diverse e nuovi problemi da risolvere, è questa la cosa che apprezzo di più del nostro sport. Sono tutte occasioni utili per crescere e maturare e credo che l’importante sia affrontarle sempre con positività. Nel mio piccolo, in questo torneo avrei potuto perdere al secondo turno contro un ottimo Miceli, ma se sono qui a fare l’intervista è perché sono uscito a testa alta da una situazione difficile. Obiettivi per il prosieguo della mia carriera? Raggiungere il mio limite. Non sono mai riuscito ad affrontare una stagione completa a livello ATP per motivi fisici ed economici, tuttavia ho giocato alla pari anche con alcuni Top 100 e battuto altri nei primi 200 del mondo. Mi è mancata la continuità di rendimento, però il sogno di salire in classifica è ancora vivo dentro di me e l’esempio del mio caro amico Luca Vanni mi ha fatto capire che in fondo tutti abbiamo una chance se si lavora bene e si crede in se stessi.”
Soddisfatto anche Mosciatti, che si è concesso ai nostri microfoni per un bilancio della sua settimana e dell’intera stagione, nella quale ha esordito negli Slam under 18.
A seguire, anche se con un’ora e mezza di ritardo per il siparietto raccontato nel video qui sotto, scendevano in campo per la finale femminile la russa Marina Shamayko, strafavorita del torneo, e Giulia Carbonaro, giocatrice del 2000 portacolori del Flaminio Sporting Club. Priva di ostacoli significativi la strada della Shamayko, anch’essa del Parioli come Fago, mentre sorprende la facilità con la quale la Carbonaro si era imposta su Erika Zanchetta (2) e poi, in semifinale, sull’altra giovane Arianna Giovanardi.
Primo set molto equilibrato con la quindicenne autrice di numerosi vincenti di diritto, ma superata dalla costanza al servizio della più esperta avversaria che sul set point si inventa un autorevole ace di seconda. La Carbonaro, però, non demorde e approfittando di un black out della Shamayko fa suo il secondo parziale con il punteggio di 6-2. Il terzo set è la giusta resa dei conti per una partita più altalenante del previsto, nella quale la battuta fa emergere la russa da situazioni piuttosto complicate. Alla fine è lei a prevalere per 7-5 2-6 6-3 e ad ufficializzare, nell’entusiasmo di fine gara, un invito che non mi lascerò sfuggire…
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