Non è ancora del tutto passata la sbornia per le magnifiche due settimane di Flushing Meadows, e forse è giusto così; ciò non toglie che i pensieri di appassionati di tennis e tifosi dello sport tricolore in generale siano subito stati anche rivolti alle imminenti Olimpiadi di Rio 2016, in quanto sembrano, una volta di più, concrete le possibilità di portare a casa una medaglia. Il settore femminile è senza dubbio quello che ha le maggiori chance di salire su quel podio su cui nessun tennista azzurro è mai riuscito ad arrivare nella (breve) storia del tennis a livello olimpico.
L‘annunciato ritiro di Flavia Pennetta ha destato giustamente scalpore, nel bene e nel male, e ad oggi è previsto per fine stagione 2015; ciò non significa però che la brindisina possa decidere di godersi ancora qualche mese nel folle mondo del tennis, potendo sfruttare un’ottima classifica, alla quale corrisponde un seeding che dovrebbe aiutarla ad evitare nei primi turni le migliori, e l’assenza totale di pressione sulle sue spalle, in quanto ormai ha coronato il sogno di una vita al termine della cavalcata trionfale di New York. Un addio a Roma sarebbe probabilmente l’epilogo più giusto ed emozionante per il pubblico e per Flavia stessa, ma la presenza in calendario delle Olimpiadi non può certo lasciarla indifferente. Ad oggi, la sua presenza all’evento brasiliano sembra fortemente in dubbio (“Le Olimpiadi ad oggi non sono nei miei programmi” ha ripetuto al termine della finale vinta contro Roberta Vinci), ma il Coni e la FIT potrebbero convincerla, insieme all’ormai famoso padre Oronzo, a proseguire la sua carriera fino all’estate prossima. La presenza della tennista di Brindisi sarebbe fondamentale sia in ottica singolare che doppio: in singolare avrebbe la certezza di partire con una delle 16 teste di serie a disposizione (e, contando i non troppi punti che ha da difendere nella prima parte di stagione se si escludono i quarti a Dubai e Indian Wells e gli ottavi a Parigi, partire con una delle prime 8 non sarebbe certo una chimera) e di potersela giocare con tutte le migliori in quanto si giocherebbe sulla sua superficie preferita, il cemento all’aperto, in un continente come l’America del Sud che le ha regalato tantissime gioie in particolare nella prima parte di carriera, come ben dimostra l’incredibile striscia di finali consecutive disputate nel ‘suo’ evento di Acapulco. In doppio inoltre avrebbe diverse opzioni, come quella di continuare la partnership con Sara Errani, con la quale ha raggiunto le semifinali a New York al primo Slam giocato insieme, o di tornare con l’amica e rivale di sempre Roberta Vinci, con la quale ha vinto il Roland Garros juniores e si è tolta molte soddisfazioni in altri episodi come la decisiva vittoria in Fed Cup contro l’Ucraina nel 2012 a Biella testimonia. La Knapp pare essere decisamente di qualche categoria inferiore per quanto riguarda il doppio, non solo per il fatto che le altre 3 compagne di squadra hanno vinto Slam di specialità e sono tutte state numero 1 di categoria, ma anche considerando l’aspetto del gioco e dell’attitudine alla disciplina in cui Karin ben si sta disimpegnando al fianco di Roberta ma che difficilmente le regalerà successi ‘pesanti’ come quelli portati a casa dalle più blasonate compatriote.
L’eventuale ritiro della Pennetta prima delle Olimpiadi significherebbe per l’Italia di conoscere quasi certamente fin da oggi, salvo infortuni o imprevedibili scossoni in classifica, i nomi delle quattro atlete da schierare in singolare: si tratterebbe di Roberta Vinci, Sara Errani, Camila Giorgi e Karin Knapp, tutte in possesso ad oggi dei requisiti per essere ammesse (vedi numero presenze in Fed Cup o classifica entro le prime 60). Se la Pennetta decidesse invece di continuare, bisognerebbe capire chi al termine della stagione su terra avrà la miglior classifica WTA delle tenniste comprese tra le prime 60 del ranking, in quanto all’evento olimpico di singolare sono ammesse al massimo quattro atlete o atleti della stessa nazionalità: in questo caso la Pennetta sarebbe sicura della partecipazione e gli altri 3 posti sarebbero da assegnare tra le altre 4. Ad oggi la Knapp sarebbe la prima esclusa nonostante sia in possesso degli altri requisiti, ma questo è uno dei pochi dolori che si provano quando si hanno tantissime atlete di alto livello da ormai un decennio. Non bisogna dimenticare ovviamente Francesca Schiavone, anche se la classifica di oggi a tre cifre non la aiuta; non è però affatto detto che la Leonessa non abbia ancora qualcosa in serbo da mostrare in termini di successi e classifica da scalare che le permetta di strappare quello che ad oggi sembra un insperato pass olimpico.
La presenza di Francesca tra le convocate, sempre che non mediti ad un ritiro magari in quel di Parigi o Roma, non è così un’ipotesi remota se si considera il doppio: con una Giorgi che ha più volte dichiarato di non amare la disciplina e di non volersi più cimentare nella specialità (4 sconfitte su 4 incontri a livello WTA), l’Italia potrebbe schierare 2 coppie (numero massimo consentito per ciascun Paese nel tabellone olimpico a 32 formazioni in partenza) e si tratterebbe in quel caso di capire se sia il caso di riproporre la premiata ditta Errani-Vinci, le quali sono parse di nuovo in ottimi rapporti dopo la crisi post primo turno di Fed Cup a Genova contro la Francia, e le uniche due italiane ad aver portato a casa uno Slam in singolare cioè Pennetta e Schiavone, come successo nella precedente olimpiade a Londra o mischare le carte in tavola. La coppia Schiavone-Errani sembra decisamente la meno papabile e quindi un eventuale scelta di schierare insieme Vinci e Schiavone (mattatrici del primo storico successo in Fed Cup in Belgio nel 2006, vittoria arrivata proprio grazie al successo in doppio delle due) e Pennetta e Errani non stupirebbe.
L’eventuale presenza all’evento olimpico di singolare di Knapp e Giorgi sarebbe importante, per la prima per quanto riguarda le tante sfortune del passato (aveva strappato il pass per Pechino ma dovette rinunciarci per problemi cardiaci che avrebbero segnato l’inizio di un calvario dal quale la sorridente e sempre positiva altoatesina è riuscita fortunatamente ad uscire) e la seconda in chiave futura: viste le poche giovani che stanno impressionando, sulle spalle di Camila negli anni a venire saranno poste le speranze di tutti i fan del tennis italiano in gonnella. Nella speranza che tra singolare e doppio la Pennetta sia presente (fondamentale in termini di possiblità di portare a casa una medaglia in singolare e per lo stesso obiettivo, nonché al fine di una creazione equilibrata delle formazioni da presentare ai nastri di partenza, anche in doppio), aspettiamo con curiosità ed apprensione quali saranno le scelte di giocatrici e tecnici in quanto una generazione di tenniste così merita, oltre che a 2 Slam in singolare e tantissimi altri in doppio, anche una consacrazione sotto la sacra fiamma olimpica.