In ambito tennistico, le prime due settimane di settembre sono andate in archivio con le finali maschili e femminili degli Us Open. Ora, però, è già momento di guardare avanti. A questo punto il calendario accende i riflettori in Asia, che per circa un mese diviene teatro di grande tennis. Il tour asiatico, nel panorama maschile, offre un graduale aumento d’interesse con l’andare delle settimane. Si parte con gli appuntamenti “ATP 250” di Kuala Lumpur e Shenzhen, destinati più ad un pubblico di nicchia che alla massa (l’assenza di big rende minima l’attrattiva); si segue con i “500” di Pechino e Tokyo, già in grado di attirare un numero maggiore di spettatori con entry list di assoluto rispetto e si arriva al culmine con il Masters 1000 di Shanghai. Questo torneo in particolare si colloca in un periodo in cui è pressoché impossibile fare dei pronostici se si deve tenere conto delle tossine che si portano addosso i tennisti, che vengono da nove mesi di tennis.
Tuttavia, le aspettative sono riposte sempre sui soliti grandi nomi, Djokovic e Federer su tutti, Murray, Wawrinka e Nadal ad inseguire non molto distanti. Lo scorso anno l’unico Masters 1000 asiatico se lo aggiudicò lo svizzero più noto (inutile precisarne il nome, 302 settimane in vetta alle classifiche parlano da sé), battendo in due veloci set Djokovic prima di avere bisogno di due tiebreak per piegare in finale il francese Gilles Simon. Proprio questo può essere uno dei nomi da tenere d’occhio, perché non essendo tra chi arriva a giocarsi quantomeno i quarti in ogni Slam e gli ultimi atti di ogni torneo cui prende parte, può contare su una freschezza fisica superiore agli altri nello sprint di fine stagione. Chi potrà dire la propria sono i soliti Tsonga, Berdych e Nishikori, con il giapponese voglioso di riscattare un deludentissimo Us Open, mai sulle prime pagine ma sempre su quelle immediatamente avanti. Poi c’è chi, come i giovani Chung, Thiem e Coric, si attende possa esplodere in qualsiasi momento, e ogni occasione ha le potenzialità per essere quella buona. Insomma poche certezze, ma tanto fermento per vedere ciò che accadrà.
Saltando dal panorama maschile a quello femminile, la situazione è ancora più incerta. Si è ancora “sconvolti”, in positivo per noi italiani, dalla sconfitta in semifinale all’Open degli Stati Uniti di Serena Williams, alla quale la Vinci ha negato la possibilità di completare il Grande Slam. Ora che sta per iniziare l’ultimo pezzo di stagione prima delle “Finals” di Singapore, risulta quindi indecifrabile quello che sarà. Da tenere come sempre in grande considerazione le prime della classifica, ma le mine vaganti in stile Pennetta-Vinci ci sono e non sono poche, con le svizzere Bacsinszky e Bencic a guidare il plotone di possibili sorprese. Anche qui, solo il sipario che si aprirà sui tornei chiarirà le potenziali sorprese o conferme.
Un’analisi a parte va invece fatta per gli italiani. Dopo l’impegno della nazionale maschile in Russia per la permanenza nel World Group di Coppa Davis, sarà il tempo per Fognini e Seppi di provare a chiudere al meglio una stagione sulle montagne russe (soprattutto il ligure). Molto stridenti tra loro le imprese di battere Nadal (addirittura 3 volte in stagione per Fognini, anche sulla terra) e Federer (ancora negli occhi il passante con cui Seppi al terzo turno degli Australian Open estromise lo svizzero) e gli scivoloni in partite nettamente alla portata.I n campo femminile la situazione post Us Open è ovviamente ben diversa, perché le nostre portacolori hanno fatto capire al mondo che ci siamo anche noi, magari non per fare il Grande Slam ma la nostra possiamo dirla, e con un tono di voce alto. Sicuramente la Pennetta vorrà concludere quella che sarà la sua ultima stagione cogliendo altri successi e se riuscirà a staccare la testa da New York potrà ottenere ottimi risultati in quest’ultimo mese e mezzo (qualora non arrivasse null’altro Flavia è assolta in partenza); poi ci sono anche Sara Errani, Roberta Vinci, Karin Knapp e Camila Giorgi in cerca di un risultato importante, quale che sia la competizione. Gli spunti per seguire il tour asiatico, insomma, non mancano.