È una domenica d’agosto, quella infuocata del weekend di Ferragosto (che poi, nella maggior parte dell’Italia, sarà meno caldo del solito), quando in Serbia, a Novi Sad per la precisione, Alessandro Luisi è vicinissimo alla vittoria del suo primo titolo future, nella sua prima finale in carriera.
Alessandro Luisi, classe ’89, si è regalato una settimana da sogno, partendo dalle qualificazioni e arrivando alla vittoria finale. Lo abbiamo sentito e lui, disponibilissimo, ci ha raccontato la sua settimana, con aneddoti e tantissimo altro.
Innanzitutto, non possiamo non partire dal successo di questa settimana. Hai vinto il torneo (in Serbia, a Novi Sad) partendo dalle qualificazioni dopo che, in questa stagione, non eri mai riuscito a passare più di un turno in un tabellone futures. Come è andata questa settimana?
È andata bene, è stata complicata perché 8 partite di fila non sono mai semplici e devi aggiungere il fatto che comunque non ero mai riuscito a passare il secondo turno in un tabellone di un futures. Ero qui con il mio allenatore, abbiamo lavorato bene per tutta la settimana e mi ha sempre dato fiducia io poi, dando sempre il massimo nei match, sono riuscito a raggiungere questo traguardo.
Una partita importante è stata quella con Conkic, in semifinale, quando hai recuperato il match dopo esserti trovato sotto 7-6 5-3. Come sei riuscito a cambiare l’inerzia del match?
Questa partita è stata molto dura perché sia nel primo che nel secondo ero sotto nel punteggio per 5-3. Nel primo ho recuperato il break ma poi il tutto si è giocato nel tiebreak, dove lui ha vinto il punto decisivo sul 5-5 e ha conquistato il set. Nel secondo ero ancora sotto 5-3 ma ero sempre lì e, grazie a qualche suo regalo sono riuscito a brekkare e portare a casa il set. Lui aveva giocato tutti i match precedenti al terzo set e infatti nel terzo set è calato vistosamente dal punto di vista fisico, io mi sentivo ancora bene e ho chiuso facilmente la contesa.
In finale, la fortuna aiuta gli audaci diremmo, poiché il tuo avversario (Laurent) si è ritirato sul punteggio di 6-4 4-2. Cosa è successo?
In finale lui è partito subito bene, andando avanti 4-2. Sono stato bravo io a rientrare e poi, a fine primo set, lui ha chiamato il fisioterapista per un problema alla spalla e sul 4-2 del secondo set ha deciso di ritirarsi. Finito il match non avevo ancora realizzato di aver vinto il torneo, di come fosse andata bene questa settimana e quando l’ho capito, mi sono goduto il resto della giornata.
Non ci sono molte notizie su di te, puoi dirmi qualcosa?
Sono di Andora, un paesino ligure a circa 40km da Arma di Taggia (città natale di Fognini). Ho iniziato a 4 anni grazie a mio padre che già praticava questo sport e ho continuato anche se facevo fatica, infatti non ho mai fatto attività juniores ad esempio. Ho quindi fatto tornei Open e man mano che passava il tempo, spronato da mio padre che mi invogliava a crederci sempre, sono arrivato ai futures e ora sono qua.
Guardando il tuo profilo Itf si può vedere che non hai giocato spesso Pro, hai scelto il college? O hai studiato in Italia?
No, in questi anni ho sempre giocato, ho sempre lavorato per tappe dividendo Open e 10.000$ anche per adeguare un po’ il mio livello, diminuendo i primi e aumentando i secondi in modo da far salire la mia classifica italiana (utile per le qualificazioni dei tornei 10.000$) e prendere esperienza. Quest’anno sono arrivato 2.2 e per questo ho deciso di fare più attività internazionale rispetto agli Open. Non ho mai pensato di andare al college, come fanno in molti, ma sono sempre rimasto focalizzato sul tennis e sugli allenamenti per migliorare giorno dopo giorno e nonostante sia maturato più tardi rispetto alla media, ho sempre lavorato sodo.
Qual è il tuo giocatore preferito? Come ti descriveresti come giocatore?
Il mio giocatore preferito è Federer ma, ovviamente, non posso ispirarmi a lui. Sono un giocatore aggressivo da fondocampo, spingo con il dritto e corro… tra gli italiani preferisco Fognini, un po’ perché siamo conterranei e un po’ perché ho anche avuto l’occasione di conoscerlo e allenarmi con lui qualche anno fa quando rientrava dall’infortunio.
Dove ti alleni? Su cosa state lavorando con il tuo allenatore?
Mi alleno a Roma al Villa Aurelia con Pietro Angelini e il suo staff. L’unico obiettivo che ci siamo posti con loro è quello di continuare in quello che stiamo facendo, trovare costanza e regolarità nei match, alzando il livello. Per ora penso sia più un aspetto mentale da migliorare anche se sicuramente in futuro ci saranno alcune lacune tecniche da eliminare.
Con questa vittoria fai un grosso passo avanti…
Non ho visto bene in che posizione arrivo (ride), penso intorno ai 900-1000, non sapevo neanche quanti punti si prendessero accedendo alla semifinale (ride)… Sapevo solo che si prendevano due punti arrivando ai quarti, così finito ogni match chiedevo alle persone fuori quanti punti fossero.
Quali sono i tuoi prossimi impegni?
Giocherò questa settimana a Novi Sad, utilizzando uno SE (Special Exempt) e poi mi sposterò in Romania dove giocherò a Bucarest e Brasov. Rientrerò una settimana qui in Italia con il mio coach e poi vedremo il da farsi…
Obiettivi per il futuro?
Non ho un numero in testa, in questi anni ho sempre cercato di raggiungere il mio meglio e sto cercando di farlo anche ora. Cerco di stare con i piedi per terra e di vivermi giorno per giorno quello che è. Voglio lavorare sodo e raggiungere il mio massimo.
In questa stagione abbiamo assistito alla splendida cavalcata di Luca Vanni, Lorenzi anni fa fece qualcosa di simile. Quanto sono importanti questi esempi? Ti hanno spronato a continuare a credere in questo sogno?
La storia di Vanni è sicuramente un esempio per tutti, non solo per noi italiani perché comunque ci insegna come nella vita ognuno ha una propria storia. Non siamo fatti con lo stampino, ognuno vive la propria esperienza… c’è il Vanni, il Lorenzi e ci sono tante realtà così. Per me sono un esempio, io ho sempre creduto in ciò che facevo. Molti mi chiedevano cosa facessi a 25 anni ancora su un campo da tennis ma io ero sempre convinto, rispondevo dicendo che ognuno segue la propria strada e scrive la sua vita.
In questi anni hai giocato competizioni a squadre?
Non ho ancora giocato competizioni a livello internazionale a squadre ma ho sempre giocato la serie A2, quest’anno a Forlì, e lo scorso anno a Parma a giocare la serie C. In linea generale le competizioni a squadre aiutano molto perché se hai una buona classifica italiana e trovi dei buoni circoli guadagni qualcosa. Ci sono piccoli sponsor ma contano davvero poco rispetto alle competizioni a squadre.
Recentemente l’Itf ha approvato dei cambiamenti di montepremi, pensi sia la strada giusta?
Speriamo che questa riforma faccia bene. Quando giochi ad esempio questo torneo e prendi quello che prendi, rispetto agli alti livelli c’è troppa disparità e differenza con i Challenger e poi Atp. Non è facile emergere, mantenersi e vivere questa vita. Devi stare attento a cosa spendi, come mangi, i voli, ecc… Se migliorano questo aspetto sarà un grosso vantaggio per tutti perché sarà più facile giocare e i giocatori saranno più tranquilli.
Pensi ci sia una differenza tra i tornei futures italiani e quelli all’estero?
In Italia si sta bene, la qualità della vita è elevata e i 15.000$ (ormai quasi tutti i futures in Italia hanno questi montepremi) sono preferiti dai giocatori. Un 200-300 se vede un 15.000$+H in Italia lo viene a giocare piuttosto che andare da altre parti. All’estero dipende dal periodo, ad esempio nel torneo che ho vinto ora la prima testa di serie era intorno al n.400, posizione con cui poteva anche non essere testa di serie in un futures in Italia.
Cosa ti piace fare nel tempo libero? Se pensi a te tra 10 anni, ti vedi sempre su un campo da tennis?
Cerco di stare il più possibile con la mia famiglia, mi piace la musica e guardo il tennis (ride). La mia vita è proiettata così, nella cosa che amo e quindi in un futuro penso di rimanere nell’ambito del tennis.
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