di Sergio Pastena
“Quanto è politically correct il tennis d’oggi! Quanto ci mancano i bad boy…”.
Questa frase l’avrete già sentita dire a molti tifosi, esasperati da conferenze stampa dove l’avversario è sempre forte ed è sempre un amico. Mancano fattori di disturbo, manca il pepe, manca quel po’ di sana incazzatura che, diciamocelo, rende la ricetta più gustosa.
In questi giorni sui media di tutto il mondo è un florilegio di “bad boy” per definire un giovane australiano che, a detto di tutti, dovrebbe colmare questa atavica mancanza. Il suo nome è Nicholas Hilmy Kyrgios detto Nick e le sue quotazioni sono in ascesa: prima a Wimbledon un “innocente” game perso apposta contro Gasquet, poi con Ramos squalifica sfiorata e infine, a Montreal, durante un cambio di campo ha detto a Wawrinka che Kokkinakis s’era fatto la sua ragazza.
La cosa ha provocato una rivolta da parte dei giocatori e l’Atp ha reagito minacciando una squalifica di tre mesi che, se arrivasse, andrebbe ad occupare il secondo posto nella classifica all-time delle pene spropositate dopo il gelataio giustiziato da Kim Jong-un perché aveva finito la nocciola. Ma l’Atp è così, va a simpatia: se sei dopato e simpatico ti fai sei mesi di silent ban, se sei antipatico per un insulto ne puoi beccare tre. Compatiamoli: quando non prendono le gocce capitano ste cose.
Tornando a Kyrgios, però, andrebbe “calmato”: una sconfitta per squalifica o un multone ben assestato, e tutto torna a posto. E andrebbero curati anche quelli che vedono in lui un bad boy, e che magari pensavano lo fosse anche Balotelli. Kyrgios e Balotelli invece di McEnroe e Best: come quando hanno rifatto Amici Miei con De Sica e Panariello al posto di Tognazzi e Adolfo Celi.
Il bad boy è quello che incarna il detto genio e sregolatezza. Una sregolatezza che può declinarsi in mille modi, a volte anchein maniera tragica bruciandosi il fegato come Best. Si incazza, urla, fa spettacolo, è feroce in campo ma magari è una persona amabile fuori. É acqua e fuoco, Jeckyll e Hyde. Altri tempi, altro stile.
C’è anche un altro modo di essere bad boy, ovvero esserlo davvero, tipo un Joey Barton che, non avesse fatto il calciatore, nella vita avrebbe fatto l’ergastolano. Ma quelli dallo sport è meglio tenerli fuori. E poi dopo i cattivi ci sono gli “stronzi”, quelli che si comportano male apposta per far saltare i nervi all’avversario senza infrangere il regolamento, come i giocatori di poker che quando l’avversario chiama fanno la faccia affranta e mostrano un poker.
Ecco, Kyrgios non è niente di tutto ciò: è solo un ragazzo che è nato con un talento tennistico notevole e, impensabilmente, con un altro talento ancora più grande, ovvero quello di riuscire a stare sui maroni quasi a tutti.
Lo guardi e ti viene quasi da rivalutare Lombroso: l’occhio pigro del fancazzista cresciuto al bar, il ghigno da “Anvedi, guarda quello!” e la faccia seria da “Che cazzo tieni da guardà?”, sembra essere sgradevole per indole. Poi ti rendi conto che quella faccia ce l’ha pure Almagro, che al massimo può sclerare come mia nonna quando saltava la puntata di Derrick, e i cattivi pensieri volano via.
Resta, però, la sua faccia nell’intervista del dopopartita, quando alla domanda sui motivi del gesto risponde “L’ho detto e basta”. Mi ha ricordato un tizio che una volta, interrogato sul perché avesse sfasciato un lampione, sentii rispondere “E che ne sacc, l’agg scassat”. Era un bulletto, e Kyrgios da bulletto si sta comportando: magari vuole fare capire che lui ce l’ha più lungo degli altri e a renderlo ancora più antipatico è il fatto che abbia vent’anni. Per quello i giocatori gli si sono rivoltati contro.
Una considerazione anche su Christos Kyrgios, nome che conferma un’innata tendenza alla modestia in famiglia. Simpatico umorista come il fratello, ha dichiarato alla radio che “Donna Vekic loved Kokk”, laddove Kokk sta per Kokkinakis ma suona come “cock”, termine atto a designare quella che per pudore potremmo chiamare fava. Ecco, magari tre mesi per Kyrgios sarebbero un’assurdità, ma visto che il fratellino non campa di tennis potrebbero fargli passare un anno a vederlo in tv.
E a chiudere una specifica: no, non mi interessa che Kyrgios è stato gentile con il ragazzino malato di alopecia o s’è tatuato l’età di morte della nonna sul braccio nè che il suo manager gli ha dettato le scuse su Twitter. Qui nessuno sta dicendo che sia un assassino. É solo una testa di cazzo che va civilizzata, mi auguro che per una volta l’Atp sappia farlo con senso della misura. Ora multa, prossima fesseria partita persa, successiva salta un turno e via dicendo.
Io dico che non arriva a tre e si calma.
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