di Michele Galoppini (@MikGaloppini) e Giulio Gasparin (@GiulioGasparin)
Buongiorno a tutti dagli inviati per Spazio Tennis Michele Galoppini e Giulio Gasparin al torneo di Bucarest. Prima però di parlare di quella che è stata la giornata odierna all’Arena BNR della capitale rumena, vi dobbiamo, anche per farvi un po’ di invidia, un aggiornamento dalla serata di ieri, che per noi si è svolta in uno dei ristoranti più belli in cui io ed il mio compagno di (non merende questa volta) cene Giulio abbiamo mai mangiato, il Carù cu Bere. E lo lascio descrivere proprio al mio collega.
È difficile descrivere un posto come questo poiché era da lungo tempo che non provavo una sensazione di sorpresa e allo stesso tempo di incanto, come quella che ci ha travolto una volta varcata la porta girevole del locale. I soffitti alti erano decorati da colori pastello e tre enormi vetrate a soffitto, mentre le colonne di una navata centrale sostenevano scale a chiocciola di scuro legno massello per giungere a delle terrazze, sempre in legno, che si sporgevano su questo spazio centrale, prima di rientrare in stanze sopraelevate, dove molti altri tavoli erano celati alla vista. Il valzer con cui siamo stati accompagnati al posto e che poi ha allietato l’intera serata non ha che contribuito al creare un’atmosfera che credevo perduta con lo scoppio del primo conflitto mondiale. Il cibo, come se non bastasse, è stato poi abbondante e più che ottimo, fino all’apoteosi che è stata il dessert. Una ciambella perfettamente fritta nello strutto, ricoperta di formaggio e panna acida, guarnita con marmellata e ciliegie sciroppate. Una descrizione, per quanto precisa, non sarà mai sufficiente a descrivere quel dolce.
Riprendo la parola, giusto per dire che poi abbiamo finito la serata con quattro risate ascoltando musica trash italiana delle passate decadi, riprendendo poi il discorso al mattino, mentre ci occupavamo dell’ultimo lavoro rimasto in arretrato.
Una corsa in centro, a recuperare un libro di cucina rumena in lingua inglese (nemmeno il Santo Graal sarebbe tanto difficile da trovare…) ed a gustarci un buon pranzo composto da Gaspacho, insalata e limonata (quella vera, fatta con limoni veri!) e poi di corsa al circolo. Di corsa è a dire la verità una parola un po’ grossa, visto che i camerieri sono stati decisamente lenti ed il tassista decisamente perso per la città, poiché siamo stati noi due ad indicargli passo passo la strada da seguire.
La prima semifinale di giornata, per la quale una lunga fila di pubblico attendeva paziente sotto il sole cocente ai cancelli del circolo, si è giocata tra Sara Errani e Monica Niculescu. Arrivati, anche oggi per le suddette colpe non troppo nostre, all’ultimo momento utile per trovare un paio di postazioni all’ombra sul campo centrale, ci siamo goduti un match di altissimo livello, ricchissimo di variazioni, pieno all’orlo di dropshot vincenti e chiuso dopo solo una estenuante lotta. Ma non dilungo ulteriormente, il collega Giulio Gasparin ha già provveduto a scrivere della cronaca di questo bellissimo match a questo link, arricchito dalle dichiarazioni di Sara Errani e dal tradizionale podcast che ci accompagna il questi giorni rumeni.
Qui, parlerò più approfonditamente del match tra Polona Hercog e Anna Karolina Schmiedlova, protagoniste della seconda semifinale. La Hercog comincia subito alla grandissima e mostra le unghie alla giovane slovacca, che si lascia decisamente sorprendere non solo dall’inusuale solidità della slovena, ma anche dalle sue accelerazioni potentissime tipiche del suo gioco e della sua altezza, misurata a pochi centimetri dai due metri, e dalle sue variazioni più “pallettare” (passatemi il termine) che la slovacca non si aspettava affatto. Se la solidità caratterizza entrambe le giocatrici in questo match , la slovacca non prende mai la necessaria iniziativa ed in pochi minuti si ritrova sotto di due break con il punteggio di 1-4. Accade qualcosa, non troppo spiegabile logicamente, ma la solidità slovena scompare in un lampo, mentre si presenta in campo l’aggressività della Schmiedlova. Clamorosamente il match si ribalta e cinque giochi consecutivi portano la 21enne slovacca al primo set, vinto per 6-4.
Il secondo parziale continua sulla falsa riga del primo. Continua ad ottimamente giocare la slovacca, mentre continua a faticare la Hercog, vittima di qualche errore di troppo e di minore efficacia su quelle che sono le sue roboanti accelerazioni e variazioni di ritmo. È poi un break della Schmiedlova, nel secondo turno di servizio della slovena, a decidere il match. Sul 4-1, il set segue l’andamento dei servizi ed Anna Karolina accede alla terza finale WTA dell’anno, dopo quella persa proprio da Sara Errani a Rio de Janeiro e quella vinta a Katowice su un’altra azzurra, Camila Giorgi.
Ricordo che potete trovare qui sotto il nostro podcast relativo alla giornata di oggi, con le dichiarazioni di Sara Errani sulla sua semifinale. Se siete avventurosi, trovate anche il podcast in lingua inglese, che contiene brevi dichiarazioni di Sara Errani e le interviste post match di Niculescu e Schmiedlova.
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