di Fabio Valente
È una calda serata di metà luglio, il circuito ATP sposta i riflettori in America, a Newport, mentre Poznan e San Benedetto si affollano per ospitare ognuna un torneo Challenger. In svariati paesi del mondo, infine, giovani talenti ed eterne promesse si sfidano sotto il sole per scrivere il loro nome nell’albo dei vincenti dei tanti appuntamenti Futures sparsi per il globo. Anche nella vicina Modena si lotta per la gloria e nell’elenco dei partecipanti, in qualità di testa di serie numero #2, trova posto il nome di Gianluca Mager, ventenne originario di Sanremo, grande promessa del tennis italiano ancora in attesa di una definitiva consacrazione nell’Olimpo dei grandi. Il giovane ragazzo ci concede un’intervista telefonica più che mai gradevole, al termine del suo match di primo turno, durato quasi tre ore, dal quale è uscito vittorioso contro il siciliano Antonio Campo. Alla prima domanda, in cui gli si chiede di raccontare come si sia avvicinato al tennis e insieme delle sue prime esperienze con la racchetta in mano, risponde con tono calmo, di chi lentamente riporta alla memoria la propria infanzia:
“Ho cominciato a giocare a tennis a circa sei, sette anni di età – racconta – a Sanremo, la mia città natale. Ho continuato nel circolo del mio paese sino a quando non ho superato i dieci anni. Sin da piccolo mi sono trovato a mio agio con la racchetta in mano e ho presto cominciato a giocare tornei under-12, confrontandomi ben presto con i migliori coetanei della penisola. I risultati arrivarono subito nonostante a differenza di molti altri ragazzi non potessi contare su un fisico assai sviluppato. Ricordo che a quattordici anni i miei coetanei erano ben più piazzati di me, ma sapevo compensare questa piccola mancanza con l’abilità nel gioco. Seppur più lentamente, sono poi cresciuto anche io”
Le premesse sembrano delle migliori, a giudicare dalle prime parole di Gianluca: lo esorto a continuare il racconto e lui, con estrema serietà, mi stupisce dando voce alla propria sincerità: “Poi, da ragazzo, ammetto di aver pensato principalmente a divertirmi. È normale abbandonarsi ad un periodo di svago da giovani. Uscivo la sera, trascorrevo tempo con gli amici, avevo ormai posto il tennis in secondo piano, per mia scelta”
“Ma ora – gli chiedo – sei a un passo dai primi 350 del mondo, per la precisione al tuo best ranking di 353: qualcosa dev’essere ovviamente cambiato nella tua vita”. Immagino che sorrida mentre mi spiega che la chiave della svolta è stato l’incontro con Diego Nargiso, ex tennista italiano e Davis-man di successo, suo coach da ormai tre anni.
“La collaborazione con Diego mi ha cambiato completamente e non posso che ringraziarlo, insieme ad ogni altro componente del team che oggi mi segue e mi consiglia la giusta strada da seguire. Da tre anni il tennis è diventato il mio primo pensiero, la mia priorità, e con esso si sono delineati obiettivi da raggiungere e soprattutto regole da seguire. Ho cominciato ad andare a letto presto, regolare il cibo, dedicare tempo agli allenamenti, e i risultati sono evidenti. Sto ancora lavorando, perché non si può ovviamente cambiare il proprio stile di vita da un giorno all’altro, ma i progressi raggiunti finora sono stati anche superiori alle aspettative”
Gianluca non esita a rispondere e spiegare quali siano tali aspettative e i progetti che insieme al proprio coach ha in programma per il futuro: “Non ho in mente la classifica al momento, non cerco i punti per migliorare la mia posizione: ora ho in mente soltanto di perfezionare il mio gioco e colmare le lacune che si manifestano quando affronto giocatori di livello. Giocherò in numero equo tornei Future e Challenger, come ho fatto sin dall’inizio dell’anno, tentando di ben figurare ed adattarmi ai vari avversari che affronterò. L’esperienza dell’anno scorso al Foro italico è stata per me incredibile: arrivare alle qualificazioni e superarne anche il primo turno è stato fantastico e mi ha dato la possibilità, assieme alle presenze ai tornei di Perugia e Milano, di affrontare tennisti professionisti e top 100. Ho capito su cosa io debba lavorare e dove io abbia ancora molto da migliorare”
Di Gianluca colpisce la determinazione dei suoi discorsi. Divertimenti giovanili e distrazioni sembrano sbiaditi ricordi lontani e il suo sguardo appare focalizzato nella giusta direzione. “Devo migliorare la mia tenuta psicologica, per evitare di perdere i punti importanti in un match, e soprattutto aumentare la mia percentuale di prime palle in campo. Ho un servizio potente, che frutta molto quando ben indirizzato, ma troppo poco spesso riesco a sfruttare questa potenzialità con la prima: migliorare quest’arma può essere una chiave fondamentale”
Il giovane tennista ligure ha ragione e neppure si cura delle voci negative sul suo conto che cautamente gli faccio notare: “Di me dicono che a vent’anni ancora gioco Futures senza risultati? Che questa gente parli, non mi conosce. Non sanno che nella mia carriera non ho mai giocato neppure un torneo a livello Juniores, tra under-16 ed under-18. Sto rinascendo ora, sono un ragazzo che per molti sembra uscito dal nulla e che proprio davanti ai vostri occhi sta bruciando le tappe. Mi manca l’esperienza, ma lasciatemi il tempo: continuerò a stupirvi!”
Più che mai colpito ed emozionato, non mi resta che augurare a Gianluca Mager il mio miglior in bocca al lupo. E non solo per il semplice Futures modenese di questa settimana, ma per quanto di grande ancora dobbiamo prepararci a sentire da questo ragazzo, uscito dal nulla ma più che mai determinato a diventare qualcuno nel tennis che conta.
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