di Sergio Pastena
Il motivo è sempre il solito: vedi mai che una di queste l’anno prossimo ci tocca incontrarla. Possibilmente nel World Group, che per il resto abbiamo già dato. Andiamo a vedere le squadre impegnate negli spareggi del Gruppo I mondiale.
Russia – Spagna
La diplomazia è arte fine, e Conchita Martinez se non altro pare possederla. La motivazione dell’assenza di Nadal è stata che è in un momento difficile e non si sente pronto per lo spareggio. Difficile pensare, nonostante le recenti stese, che Nadal non si senta pronto per battere Konstantin “Cosa-ci-faccio-qui?” Kravchuk: probabile abbia risposto alla convocazione una cosa tipo “Ma lassateme perde, nun vedete come sto? Eddaje”, ma è apprezzabile il basso profilo dopo mesi di tamburo battente a vuoto della premiata ditta Escañuela-Leon. Risultato: c’è Ferrer, ci sono gli ammutinati Andujar e Marc Lopez e il rischio dello psicodramma potrebbe essere scongiurato, per quanto si giochi sul duro di Vladivostok. Dall’altra parte, oltre al citato Kravchuk, ci sono Donskoy e la mejo gioventù moscovita, ovvero Rublev e Khachanov. Tipini che sanno già far male, ma pare difficile che possano impensierire Ferrer, uno che in Davis ha spupazzato Djokovic, Berdych e Del Potro.
Austria – Olanda
Bella partita, davvero. Vero che l’Austria è favorita sia per il fattore campo che per il ranking, ma se non altro gli ospiti hanno qualche chance. Due anni fa han vinto 5-0 a Groningen, ma era un’altra Austria: c’era un Melzer già in calo e capitan Trimmel, dopo un’overdose di bagnacauda, schierò Marach in singolare. Oggi con Thiem e Haider-Maurer dovrebbe essere un’altra storia, ma l’Olanda ha qualche carta da giocare. E no, non parliamo di Huta Galung, visto che ormai è evidente il fatto che venga convocato solo perché il suo cognome suona minaccioso. Però Haase, dopo anni passati a battere solo i Paukku e i Daescu, pare aver trovato la sua dimensione in Davis e De Bakker, per quanto sia perso da anni, ogni tanto in Coppa ritrova scampoli del suo gioco migliore (l’anno scorso ha fatto soffrire un Cilic fresco di US Open). E aggiungeremmo un fior di doppista come Rojer. Non sarà sufficiente per cambiare i pronostici, ma è quanto basta per non far diventare il match scontato.
Romania – Svezia
Francamente è un mistero come la Romania si ritrovi ancora a giocare spareggi per l’accesso agli spareggi per il World Group e squadre come Portogallo e Bosnia boccheggino nel Group II. Uno strano mix di avversari benedetti (Danimarca), fattori campo clementi (Ucraina nel 2010), vittorie al fotofinish nonostante superfici scelte a capocchia (Finlandia, con Crivoi che quasi le beccava da Heliovaara) e una cospicua dose di deretano, perché se nel 2014 sullo 0-1 contro la Svezia avessero trovato l’Ymer attuale oggi i romeni sarebbero a raccogliere ceci in serie C. Ad ogni modo sono qui, dopo un preliminare coi resti del tennis israeliano, e pure qualche chance potrebbero averla: perché Ungur e Copil saranno in crisi ma non sono delle seghe e il doppio è innegabilmente forte (Tecau è Top Ten, Mergea ha appena seccato i Bryans a Wimbledon). Tuttavia Klizan e un Norbert Gombos recentemente abbastanza in palla potrebbero essere un ostacolo troppo duro. Staremo a vedere.
Polonia – Ucraina
Per i polacchi vale il discorso opposto dei rumeni: come può una squadra che, a un certo punto, aveva Janowicz Top 15, Kubot saldamente nei 70 e un doppio da Top Ten come Fyrstenberg e Matkowski, aver passato anni a cazzeggiare nel Group II? Mistero della fede. Ora i tempi sono un po’ più difficili e gli avversari di turno tosti: a dirla tutta gli ucraini in panchina hanno due casi umani da parrucchiere, tra la leccata bovina di Molchanov e le crudelissime meches di Manafov. Tuttavia Stakhovsky e Dolgopolov dovrebbero bastare a far passare un brutto quarto d’ora a una squadra sostanzialmente priva di un secondo singolarista, con Kubot che non vince una partita da gennaio e Majchrzak che or ora comincia ad affacciarsi ai Challenger. L’unica via d’uscita possibile sarebbe un “one man show” di Janowicz con tanto di esordio Davis in doppio: in fondo l’unico anno che l’ha giocato seriamente, nel 2013, ha fatto i quarti al Roland Garros sbattendo fuori Bhupathi e Bopanna.
Repubblica Dominicana – Ecuador
A inizio millennio fa una sfida del genere non sarebbe stata immaginabile. Soprattutto sarebbe stato difficile immaginare la Repubblica Dominicana favorita. Per forza, perché nel 2000 l’Ecuador andava a guadagnarsi il World Group a Wimbledon, mandando a casa la Gran Bretagna coi fratelli Lapentti, mentre in Jamaica i dominicani Genaro Deleon (chiaro oriundo napoletano) e Rodrigo Vallejo perdevano una sfida di Gruppo 3 con Trinidad & Tobago, mandando a casa i genitori perché non vedessero quanto erano pippe i figli. E oggi, invece, la Repubblica Dominicana ha un Estrella Burgos nel meglio e un Hernandez-Fernandez fresco di entrata nei Top 200 e desideroso di vendicare l’onta delle Barbados, dove pure è risultato decisivo battendo Lewis ma contro Darian King non ha visto mezza palla in tre set. Dall’altra parte Emilio “non-ho-preso-da-mio-zio” Gomez e poco altro. Rispetto al 2008, quando l’Ecuador passeggiò 4-1, sarà un’altra storia contro altri avversari.
Uzbekistan – Corea del Sud
Gli uzbeki mi fanno tenerezza. Sette, dico sette spareggi per il World Group persi negli ultimi vent’anni: quattro all’epoca dei pionieri con Ogorodov, giusto a cavallo tra i millenni, tre più di recente. Quasi sempre avversari complicati: due volte l’Australia, poi Spagna, Repubblica Ceca, Serbia, l’Olanda di Krajicek. Un solo spareggio “possibile” contro il Kazakistan, l’unico in cui han portato a casa un punto che non fosse della bandiera, l’illusorio vantaggio di Istomin contro Korolev. Il classico destino di chi gioca le qualificazioni in un continente accessibile e gli spareggi altrove. Anche stavolta partono favoriti, ma attenzione: la Corea del Sud è una delle nazioni col futuro più roseo nel circuito, un’ondata di campioncini tra cui Hyeon Chung, già ampiamente sdoganato tra i professionisti, e Seong Chan Hong, fresco diciottenne già sul podio mondiale juniores. Chissà che stavolta l’Uzbekistan non si risparmi la tortura di un altro spareggio con cappotto annesso…
Nuova Zelanda – India
I neozelandesi, secondo una diffusa corrente di pensiero, non dovrebbero andare al di là del rugby. Erroraccio, perché le doti del rugbista riescono a trasferirle anche in altri sport: così capita che la nazionale neozelandese di basket arrivi quarta nei Mondiali del 2002 con una squadra a cui avevano prenotato già le sedute di psicanalisi per smaltire lo shock al ritorno. Oppure che un’altra Nuova Zelanda, stavolta di calcio, concluda allegramente un mondiale imbattuta: eliminata, ma davanti ai campioni del mondo nel proprio girone. Ecco, cotanta tigna porta gli All Blacks a giocarsi una partita con in palio gli spareggi per il World Group dopo dieci anni, dopo aver mandato al tappeto Taipei e poi una Cina più forte ma fiaccata dalla sconfitta al quinto di Zhang per 9-7 e da un doppio sfumato dopo essere stati in vantaggio di due set. Stavolta è ancora più difficile con l’India: Bhambri e Devvarman sanno il fatto loro e Bopanna in doppio è top player. Favoriti gli ospiti, ma mai dire mai…
Colombia – Uruguay 3-2 (giocata a marzo)
Il Gruppo II
Prima di tutto tenetevi forte: la notizia è che il gruppo II esiste ancora. Avete retto l’urto? Bene, la seconda notizia è che si giocheranno 16 partite, la metà per gli spareggi per il Gruppo I e l’altra metà per gli spareggi per non retrocedere nel Gruppo III, dove giocano il Turkmenistan, Malta e uno strano omino verde che da tre giorni va ripetendo “Telefono Casa”. Ma facciamo una panoramica di tutti questi ameni confronti per gli appassionati a livello patologico. O per quelli che ancora ricordano con terrore la gloria vittoria al fotofinish contro Lado Chikhladze.
Spareggi per gli spareggi per il gruppo che porta agli spareggi per il World Group
Turchia – Bielorussia: hanno dovuto organizzare 754 Futures ci dui uno a casa della nonna di Hakan Sukur, ma finalmente i turchi hanno un giocatore umano oltre a Ilhan. Si tratta del giovane Ilkel, eroe contro il Sudafrica e cerca conferme una Bielorussia livello Challenger. A Istanbul sarà battaglia vera.
Portogallo – Finlandia: partita interessante. Il Portogallo in doppio è ben poca cosa mentre i finnici, con un Henri Kontinen furbamente riciclatosi, ne han portati a casa 6 su 7 ultimamente. Il più forte del lotto è Joao Sousa, ma l’esito della sfida dipenderà in larga parte dalla condizione di Nieminen.
Ungheria – Bosnia: da un lato è vero che Fucsovics in Ungheria tira la carretta da solo, dall’altro è vero che contro la Moldavia a marzo l’ha tirata alla grande. La Bosnia, però, di singolaristi veri ne ha due nonostante la mancanza di Dzumhur. Strafavoriti gli ospiti, curiosità per il forte baby Valkusz.
Lussemburgo – Bulgaria: in Lussemburgo mancherà Gilles Muller. Ma in compenso ci sarà Dimitrov. I lussemburghesi han proposto ai bulgari di giocare bendati su una metà campo minata per rendere la cosa equilibrata, ma sfortunatamente non se n’è fatto niente. Dobbiamo proprio dire altro?
Cile – Messico: in Messico la malinconia è cosa vecchia, non hanno un campione dai tempi di Osuna. In Cile, invece, i vecchi sono andati e i nuovi marciano veloci come una pattuglia di reduci di guerra ultraottantenni. Ma stavolta per perdere dovranno metterci davvero tanto impegno.
Venezuela – El Salvador: a Ricardo Rodriguez-Pace il sito della Davis ha tolto Pace dal cognome. Non servirà a rendere attrattivo un match comunque equilibrato: si gioca in Venezuela ma il più forte in campo è l’Arevalo ancora in attività. Doppio dalla parte dei padroni di casa, pronostico impossibile.
Taipei – Filippine: c’è Yen-Hsun Lu, quindi tendenzialmente si parte 2-0 perché i singolaristi filippini sono stati reclutati la settimana scorsa con un annuncio sul Corriere di Taiwan. Gli ospiti hanno solo Huey per il doppio e tanta buona volontà. Potrebbe bastare. A non fare brutte figure, s’intende.
Indonesia – Pakistan: Qureshi di recente si è tolto lo sfizio di tornare in singolare e ha dimostrato di esserci ancora, facendo soffrire Marchenko a 35 anni suonati. La chiave della sfida è lui, visto che Khan è più vecchio di lui e Iftikhar ha nel profilo la foto della prima comunione. Indonesia favorita.
Spareggi per non andare a giocare contro il Qatar
Sudafrica – Irlanda: manca Anderson. Ma che, davero? Punto sull’Irlanda.
Monaco – Marocco: Ouahab – Balleret. E tante simpatiche comparse. Equilibrata.
Zimbabwe – Moldavia: Albot non c’è. Garanganga sì. Per i moldavi la vediamo male.
Lettonia – Madagascar: Gulbis esiste. Ma non lotta insieme a loro. Lettoni comunque favoriti.
Perù – Bolivia: l’unica un pelo interessante, per la presenza dei ritardatari Beretta e Dellien.
Porto Rico – Costa Rica: Rico contro Rica e in campo c’è Roca. Mica volevate un commento serio?
Iran – Kuwait: c’è Ghareeb, colui che impegnò Federer e vinse un set a Berdych. Basterà.
Sri Lanka – Libano: mhuahuahuahuahuahuahuahuhauhuahuahuahuahuahuhauhua!!!
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