Camila Giorgi e quel sorriso di chi sapeva…

Camila Giorgi

di Alessandro Nizegorodcew

E’ una giornata piuttosto calda a Parigi, come accade spesso negli ultimi giorni del mese di maggio. Al Roland Garros Camila Giorgi è impegnata sul campo numero 2 contro Garbiñe Muguruza. Il match è a senso unico e l’iberica domina sino al 6-1 5-1 a suon di vincenti ma soprattutto grazie ai tantissimi errori di diritto della Giorgi. Sono seduto dietro a papà Sergio, che cerca di scuotere in qualche modo la figlia. Non è un momento facile, lo si intuisce dagli sguardi, dalla reazione di Camila ai suggerimenti del padre. Sembra quasi non seguirlo, pare assente e, soprattutto, irritata dalla situazione. Sergio insiste: “Dai, però, un po’ di grinta Cami! Tira fuori un po’ di grinta!” E Cami, come d’incanto, tira fuori gli artigli, spara i soliti vincenti ma conquista punti anche in difesa, recupera sino al 5-4 e sfiora il 5-5 prima di capitolare di fronte alla fortissima Muguruza.

In conferenza stampa Camila è frastornata e visibilmente arrabbiata. Prima che l’incontro con la stampa italiana finisca mi permetto una battuta: “Adesso arrivano i prati, sei contenta?“. Mi guarda, finalmente sorride, come se la sua immaginazione fosse già volata tra Olanda e Gran Bretagna, sui quei campi che tanto ama e che esaltano il suo tennis brillante. La risposta è “alla Giorgi”, ma molto decisa e convinta: “Si, sono contenta“.

Sembra passata una vita da Parigi a Den Bosch, ma in realtà si tratta solamente di 19 giorni. Camila Giorgi ha conquistato il primo titolo Wta della carriera sull’erba olandese battendo Belinda Bencic 7-5 6-3. E’ stato uno dei match più belli giocati da Camila in carriera, semplicemente perfetto: 8 ace, 2 due doppi falli, 74% di punti vinta con la prima e 68% con la seconda. I numeri a volte dicono molto, in altre circostanze poco o nulla. La verità è che la Giorgi oggi è entrata in campo con il piglio giusto e, al quarto tentativo, è giunto finalmente l’agognato titolo.

Durante la prima finale, a Katowice nel 2014, ebbe match point contro Alizé Cornet ma finì per perdere bloccandosi mentalmente al momento di chiudere. Pochi mesi dopo stesso copione a Linz contro Karolina Pliskova, a cui però vanno molti meriti per il successo finale. Due mesi fa a Katowice Camila è scesa in campo contro la Schmiedlova con l’idea del “devo vincere per forza” e, sostanzialmente, quella finale non l’ha giocata. A Den Bosch la Giorgi è scesa in campo pensando “oggi vinco” e nessuno avrebbe potuto fermarla.

Camila GiorgiE’ il primo (e sicuramente non ultimo) successo di Camila Giorgi, ma è anche la vittoria di papà Sergio, insultato e preso in giro da mezzo mondo, che oggi si è preso una grande rivincita. L’abbraccio finale è stato intenso e commovente. Grazie al padre-coach Camila sta mettendo insieme tutti i pezzi del puzzle, sta costruendo pian piano il suo tennis e, a dispetto dei molti presunti addetti ai lavori che vedono il suo stile “sempre uguale”, le migliorie paiono evidenti. “Voglio ringraziare mio padre per questa vittoria” – sono state le parole di Camila con il trofeo nelle mani. Le mancanze psicologiche, spesso, sono celate da apparenti carenze tecniche e il capro espiatorio del servizio (e quindi del padre) l’ha sempre fatta da padrone. Possibile che sia un problema prettamente tecnico a far commettere alla Giorgi un giorno 23 doppi falli e quello successivo 2? Evidentemente no.

Se ripenso a quella tennista sparapalle (allora si che lo era!) che vidi all’opera nel 2008 al Foro Italico e assisto adesso a un suo match, vedo un’altra giocatrice, un’altra persona. Se guardo oggi negli occhi Camila Giorgi non vedo più una ragazzina, inizio a scrutare una donna. La personalità, già forte a dispetto delle esteriorizzazioni che lasciano presupporre il contrario, sta crescendo a dismisura. Così come la consapevolezza di essere forte, unico segreto per uscire da una crisi complicata come quella che la Giorgi stava attraversando da qualche settimana. I verdi prati hanno riacceso una luce che pareva spente, gli occhi di Camila sono tornati a brillare. E quel giorno, a Parigi, forse già conosceva il suo futuro. La Giorgi si è sbloccata, la fiducia è alle stelle, si salvi chi può…

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