Uno Smash alla Crisi con il Minitennis!

Minitennis

di Roberto Commentucci

I circoli tornano ad investire sul tennis e sui giovani. Abbiamo intervistato un gruppo di giovani maestri che vogliono puntare tutto sui bambini, aprendo una SAT al Circolo Siesta, a Roma Spinaceto.

Da anni si sente dire che in Italia il tennis è in crisi, che la scomparsa del nostro sport dai canali in chiaro sta uccidendo il movimento, che nessuno ha più voglia di iniziare, che i bambini giocano solo a calcio. Indubbiamente, a cavallo degli anni 2000 ce la siamo vista brutta, ma poi le cose hanno iniziato lentamente a migliorare e sempre più spesso vengono avviate nuove iniziative imprenditoriali: nuovi circoli che aprono, vecchi circoli che avviano una SAT, campi di calcetto che tornano, sia pure part time, a dotarsi di una rete e delle amate righe che delimitano il nostro sport.

E’ quello che è successo, ad esempio, al Circolo Siesta a Roma, in Via Pontina, nei pressi di Spinaceto. 3 campi in terra, due in erba sintetica polivalenti. E quattro giovani maestri che si sono consorziati e hanno coraggiosamente avviato una SAT: il maestro nazionale FIT Marzia Guerini, e gli Istruttori UISP Luca Mancini, Luca Tomassi e Diego De Nicola.

Siamo andati a conoscerli, per capire meglio cosa sta accadendo alla base del nostro movimento.

Il Circolo è raccolto, ben curato, e facilmente raggiungibile, a pochi passi dal Grande Raccordo Anulare. Ci accoglie Luca Mancini: “Siamo molto contenti di come stanno andando le adesioni alla SAT”. “Abbiamo anche parecchi bambini molto piccoli, di 5-6 anni.” gli fa eco Marzia Guerini. “Ma quindi organizzate corsi di minitennis?

Abbiamo puntato tutto sul minitennis!” Il maestro federale si accende: “Bisogna spiegare: pochi sanno che questa disciplina prevede racchettine speciali, palline depressurizzate e campi di dimensione a misura di bambino. In questo modo si ha efficacia didattica, divertimento per i piccoli e assoluta sicurezza per la salute.

I genitori sono preoccupati eh?

Accipicchia se lo sono: vecchi pregiudizi. La prima cosa che mi dicono le mamme è: ma il pediatra ha detto che fa male… Per rassicurarle, faccio loro vedere le palline e le racchettine. Ma non tutte si convincono, anche se i loro bimbi magari scalpitano.”

Minitennis

Insomma, c’è un ritorno al tennis, evidente e solare. Secondo gli amici del Siesta, dipende dal fatto che ormai la tv satellitare è molto diffusa, e i bambini, anche molto piccoli, si stanno appassionando al dualismo Federer/Nadal. E così nelle scuole tennis stanno arrivando anche parecchi bimbi i cui genitori non hanno mai giocato a tennis e che temono per la salute dei loro piccoli.

Per questo è fondamentale il minitennis” Riprende Marzia. “Inoltre, noi crediamo molto al fatto che i bambini debbano iniziare subito a divertirsi, e con il minitennis si può. Ai miei tempi, si aspettava pazienti in fila per tirare un colpo dal cesto…”.

Effettivamente, poco lontano, i ragazzini, facilitati da attrezzi e dimensioni del campo, riescono fin da subito a scambiare qualche palleggio, con gran divertimento. E’ l’effetto della campagna “Play and Stay” lanciata anni fa dalla ITF, la Federazione Internazionale, e che è alla base del minitennis: divertirsi nell’apprendimento.

Per non regalare più al calcio tanti bambini, annoiati dalla didattica tennistica tradizionale. Calcio che, invece, in questo nuovo modello, è quello che assicura la sostenibilità economica della scuola.

E’ Luca Mancini che spiega: “Non c’è dubbio che per quadrare i conti una grossa mano ce la danno i due campi polifunzionali. La sera, finiti i corsi, togliamo la rete e via con il calcetto. Così riusciamo ad assicurare anche la necessaria qualità alla scuola tennis.

Mica male come idea…

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