Andrea Vavassori: “Voglio diventare un tennista professionista”

Andrea Vavassori
di Luca Fiorino (@LucaFiorino24)

Non fare dei tuoi sogni un desiderio ma una scelta. Così si potrebbe riassumere il pensiero di Andrea Vavassori, tennista ventenne del Tc Pinerolo, vincitore nello scorso weekend della seconda edizione del Torneo Open “Città di Viareggio – Trofeo Assigenia-Policar Group Spa”. Una settimana fantastica per il piemontese che, attraverso un gioco aggressivo e vario, ha sorpreso e divertito non solo il pubblico presente presso il Tennis Italia di Viareggio ma anche gli addetti ai lavori. Ama leggere i fumetti anche se nella vita preferisce non fantasticare troppo rimanendo ben saldo coi piedi per terra. Ha praticato diversi sport ma in cuor suo ha sempre saputo che il tennis sarebbe poi diventato una delle sue ragioni di vita. Idee chiare e ben fissate, con in testa più obiettivi da inseguire passo dopo passo. Attualmente numero 1460 con 3 punti Atp all’attivo, abbiamo intervistato Andrea in esclusiva per i lettori di Spazio Tennis.

Quando e come è iniziata la tua avventura con il tennis?

Ho iniziato a giocare a tennis all’età di 4-5 anni grazie a mio padre che insegna da sempre tennis e non a caso è ancora oggi il mio coach. Sono cresciuto sino a quando avevo 16 anni al Monviso salvo poi trasferirmi al Tc Pinerolo dove ho la possibilità di allenarmi con tennisti dal calibro di Lorenzo Sonego o Tommaso Roggero.

Ci descrivi il tuo modo di giocare? Ti ispiri a qualcuno in particolare?

Ho la tendenza di giocare a tutto campo attraverso un tipo di gioco sostanzialmente aggressivo. Punto molto sullo schema servizio-dritto cercando comunque di alternare il gioco con qualche variazione in slice, smorzate ed a volte azzardo anche qualche serve and volley. Il mio idolo è ovviamente Roger Federer, cerco sempre di guardarlo perché ogni partita è un’occasione per imparare qualcosa. Non perché ha vinto al Roland Garros ma ammiro molto anche Wawrinka, il suo rovescio è incredibile e anche da lui provo ad estrapolare qualche segreto, d’altronde anche io gioco il rovescio ad una mano.

Andrea Vavassori picCome nasce l’idea di andare a giocare l’Open di Viareggio? Ci racconti le tue sensazioni dopo questa bellissima settimana in cui sei uscito trionfatore?

A dire il vero non pensavo neanche di doverlo giocare poiché ero ancora a Bergamo quando mi ha informato Davide Della Tommasina del torneo. Non conoscevo nessuno a Viareggio, sono stato stupito dal clima e dal modo in cui ci hanno accolti. Inoltre coi ragazzi con il passare dei giorni abbiamo formato anche un bel gruppo. Riguardo il torneo debbo dire che la vittoria con Capecchi mi ha dato molta fiducia perché sapevo di affrontare un avversario forte sia tennisticamente che mentalmente. Lui stava giocando molto bene in questo periodo, inoltre lo conoscevo bene poiché abbiamo disputato anche qualche partita di doppio insieme. Vincere in tre set contro un avversario di quel livello agli ottavi è stata una grossa soddisfazione ma soprattutto un successo chiave poi per il prosieguo del torneo. Ho reagito bene fisicamente al doppio scontro in un giorno non giocando benissimo contro Emanuele Molina rimediando poi disputando un grande match la sera contro Pietro Fanucci. Fisicamente ed atleticamente mi sentivo bene, sicuramente il grande lavoro svolto questo inverno mi è servito molto.

Hai anche provato a giocare nella stessa settimana le qualificazioni del torneo Futures a Bergamo. Ci racconti questo retroscena?

Se avessi perso i quarti di finale o la semifinale sarei comunque potuto partire e andare a Bergamo a giocare il primo turno di qualificazione. Rimasto ancora in gara avendo vinto il match di semifinale e visto che non potevo rifiutare la wild card che mi era stata offerta, decido di partire a mezzanotte dalla Toscana per arrivare alle 4:00 a Bergamo e scendere in campo alle 9:30.  Mi sono poi reso conto la mattina stessa che non sarei riuscito a giocarmi bene le carte in entrambi i tornei e che le energie erano davvero scarse. Il risultato del torneo futures ne è stata poi la conseguenza. Per fortuna sono tornato e riuscito a vincere la finale qui a Viareggio!

Una tua opinione riguardo il livello del torneo. Pensavi di poter competere o addirittura di vincere l’Open? Cosa ne pensi in generale dell’organizzazione e dell’accoglienza che ti hanno riservato a Viareggio?

Ultimamente avevo ottenuto buoni risultati, ero dunque consapevole di avere raggiunto un livello tale da potermela quantomeno giocare con tutti. E’ stata una grandissima soddisfazione essere arrivato fino in fondo e aver vinto l’Open. Riguardo l’organizzazione volevo fare i miei complimenti a Luca Viviani e Barbara Taddei, si sono rivelate delle persone magnifiche. Credo che sia il miglior torneo che abbia mai fatto ad oggi, nei futures è difficile che ci sia così tanta disponibilità ed inoltre la location è davvero spettacolare, peccato solo per i due campi in dotazione. Sono stato favorevolmente sorpreso dall’accoglienza, non sono abituato a gente così espansiva ed amichevole.

Quali sono ora i tuoi piani futuri? Quali obiettivi ti sei prefissato?

Questo era l’ultimo Open che avevo in programma. L’obiettivo è di assestarsi attorno alla posizione numero 800-900 per cercare il prossimo anno di entrare subito in tabellone nei futures evitando di giocare le qualificazioni. Dal punto di vista tecnico credo che ci sia sempre da migliorare, molto probabilmente devo lavorare più sulla testa. Questa vittoria mi ha aiutato molto, mi ha dato la consapevolezza di poter affrontare tennisti di livello. D’altronde vincere aiuta a vincere. Ho finito di studiare un anno fa, ora voglio concentrarmi sul tennis per almeno i prossimi tre anni e vedere come evolve la situazione. Sin da quando sono piccolo ho sempre sognato di diventare un giocatore professionista ed ho promesso a me stesso che ci proverò con tutte le mie forze.

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