da Roma, Alessandro Mastroluca
Ha faticato un po’ più del previsto, Maria Sharapova, ma lo spirito competitivo e l’esperienza hanno avuto la meglio sull’entusiasmo di Daria Gavrilova. La moscovita, che diventerà australiana, gioca un primo set quasi impeccabile al servizio ma finisce comunque per cadere 7-5 6-3. Sharapova, che ha perso 22 game in tutto il torneo, torna in finale a Roma per la terza volta dopo i titoli del 2011, in finale su Sam Stosur, e dell’anno successivo su Li Na, con l’obiettivo di fare di Roma il secondo torneo dopo Stoccarda con il suo nome per tre volte nell’Albo d’Oro. E una certezza: da lunedì tornerà numero 2 del mondo.
Nel primo set Gavrilova perde quattro punti con la seconda, Sharapova due. La più giovane delle semifinaliste, la quarta ad aver raggiunto le ultime 4 partendo dalle qualificazioni in un WTA Premier dal 2009 (dopo Niculescu a Pechino 2011, Hradecka a Madrid 2012 e Halep qui a Roma due anni fa), annulla sei palle break, ma quando il gioco si fa duro Maria ricomincia a giocare più forte di prima. Arrivano altre due palle break, e l’ottava è quella giusta.
Gavrilova strappa il servizio a Masha in avvio, sale 3-1, ma non basta. Sharapova riprende in mano la partita e stampa un parziale di cinque giochi consecutivi che la tiene in corsa per eguagliare il primato di undici titoli sulla terra rossa di Serena Williams (il primo a Strasburgo nel 2010). I tempi della “mucca sul ghiaccio”, insomma, sono davvero lontani.
Sarà il quinto confronto diretto con Carla Suarez Navarro, che l’ha battuta solo una volta, il secondo stagionale dopo il 61 63 ai quarti di Brisbane, torneo che poi Masha avrebbe vinto in finale su Ana Ivanovic.
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