da Roma, Alessandro Mastroluca
E’ passata qualche ora, ma l’emozione non è ancora svanita del tutto dalla voce di Andrea Arnaboldi. Per un set, su un Pietrangeli trasformato in arena per provare a trascinare l’azzurro alla vittoria, ha lottato alla pari e forse qualcosa in più con David Goffin. “E’ stata una bellissima sensazione” ci dice, “ho giocato una buonissima partita, soprattutto nel primo set quando sono riuscito a far andare di più il braccio. Peccato che non sia stato poi capace di mantenere quello stesso livello nel terzo”.
Il pubblico è stato di sicuro un fattore trascinante. “Mi aspettavo un supporto simile, anche se l’emozione è stata comunque molto forte, perché puoi immaginartelo quanto vuoi il debutto a Roma, ma quando poi ti trovi in campo è tutto diverso, è tutto più forte”.
Il belga, soprattutto nella prima metà del match, si è innervosito spesso per le chiamate di arbitri e giudici di linea. “Questo mi ha dato una grossa spinta in più, perchémi ha fatto capire che lui non era affatto convinto di vincere a quel punto del match”.
Dopo un debutto così, restano speranze, ambizioni, vecchie passioni e nuovi orizzonti. “Nonostante la sconfitta, l’incontro con Goffin mi ha reso ancora più consapevole che il mio livello massimo può essere molto alto. Certo, a questa consapevolezza se ne affianca un’altra, che devo migliorare sulla costanza, che devo riuscire a mantenerlo più a lungo nel corso dello stesso match e della stagione”.
Nelle prossime settimane, conclude, “giocherò le quali del Roland Garros, poi eventualmente Vicenza e Mestre, dipende da come andrà a Parigi. Poi sto valutando l’ipotesi di fare le quali in un paio di tornei ATP sull’erba”. E lì, col suo gioco, con la fiducia di adesso, e una settimana in più tra Roland Garros e Wimbledon, l’obiettico di migliorare il best ranking potrebbe diventare realtà.
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