Paolo Dagnino: “La strada è quella giusta”

Paolo Dagnino

di Fabio Valente

Lampante esempio di talento misto a determinazione, Paolo Dagnino è stato un altro dei tanti tennisti in grado di guadagnarsi la chance di calcare il prestigioso suolo dei campi del Foro italico. Tuttavia, a differenza delle molte storie che già vi abbiamo raccontato e snocciolato, quella del giovane diciassettenne genovese pare più che mai degna di nota per numerose ragioni sia sportive che umane: Paolo Dagnino, diciotto anni il prossimo 27 ottobre, ha impugnato la racchetta sin da piccolo, assaporando il gusto del tennis ed innamorandosene ben presto. Non deve stupire quindi sentire un ragazzo come lui parlare del proprio sport, del proprio futuro, dei propri sogni e speranze, con una lucidità ed una determinazione invidiabili, peculiari di chi ha deciso ormai da tempo quale strada seguire. L’opportunità romana nei giorni dal 4 al 7 Maggio rappresenta così un magnifico trampolino da cui lanciarsi verso un futuro che non attende altro che essere pienamente vissuto.

Hai raggiunto un obiettivo che per molti ragazzi rappresenta un vero e proprio sogno della gioventù tennistica: come vivi il pensiero di andare a Roma a giocarti la tua sudata possibilità?

Sicuramente già la sola idea di andare a giocare sui campi del Foro italico è per me una vera emozione ed al contempo un’occasione per conoscere il vero mondo del tennis. Si tratta, per un ragazzo giovane come me, di un’esperienza nuova che acquista perciò ancora più importanza di quanta già ne abbia. Raggiungere le pre-qualificazioni è per me un traguardo assai importante e so che possibilità come queste aiutano i giovani non solo a crescere ma anche ad avere ancora più energia e volontà nel continuare il percorso intrapreso. Sono i meritati premi per grandi sacrifici.

Parli di sacrifici a buona ragione. Il tennis, come tutti gli sport giocati ad alti livelli, comporta rinunce e sforzi. Cosa puoi dire dal canto tuo?

Concordo pienamente, ma devo aggiungere che ogni sacrificio, se fatto con piacere, cessa di essere tale. Ovviamente praticando uno sport con serietà e dedizione si è costretti a rinunciare a molte delle tipiche feste del sabato sera perché magari la domenica mattina si deve essere in campo, o a uscite e svaghi con gli amici durante la settimana per impiegare il tempo in allenamenti e tornei. Il tempo a disposizione per le “altre” attività diminuisce, ma in questi casi il gioco vale la candela.

Paolo DagninoE per un ragazzo come te, alla voce “altre” attività, si parla anche di scuola…

Senza dubbio. Scuola e sport non sono per nulla facili da abbinare: infatti sono uno dei pochi del mio anno che ancora frequenta la scuola accanto agli impegni sul campo. E’ un obbligo formativo che “ruba” tempo allo sport e spesso costringe a saltare tornei e mattinate di allenamenti.

Tra i numerosi impegni sei comunque riuscito a guadagnarti questa prestigiosa chance che ti porterà a Roma tra pochi giorni. Cosa ci racconti del torneo che ti ha visto vincitore e ti ha regalato il pass per le pre-qualificazioni?

Per arrivare a qualificarmi ho giocato il torneo BNL a Genova dove non ero neppure testa di serie e non partivo così con i favori del pronostico. A differenza dei comuni tornei Open la posta in palio era piuttosto alta e il sogno del Foro italico motivava ancora di più ogni partecipante. Qualificarmi è stata una pura soddisfazione, anche per certi versi inaspettata considerato il mio ultimo periodo di forma. E’ stato senza dubbio un torneo complicato poiché quasi tutti i match li ho giocati contro ragazzi della mia regione, dunque avversari che già conoscevo: queste sono le partite che più di tutte si rivelano ostiche.

Per un ragazzo giovane che si affaccia nel mondo del tennis “che conta” sono necessari stimoli e certezze per seguire la giusta via. Cosa ne pensi?

L’allenamento e l’allenatore sono alla base di tutto, perciò è molto importante trovarsi bene ed avere fiducia in chi ti segue, sia da un punto di vista atletico che da un punto di vista tennistico. Per quanto riguarda il tennis sono seguito da Marco Boesso, ex allenatore di Karin Knapp, mentre atleticamente parlando il mio mentore è Lisa de Bernardini, ex preparatrice atletica di Andreas Seppi. Le persone capaci e che credono in te sanno donarti gli stimoli di cui hai bisogno e insieme aiutarti a cogliere i frutti che si osservano in campo.

Paolo DagninoE i risultati, infatti, iniziano a vedersi. Sei d’accordo?

Direi di sì. Ho giocato già l’anno scorso sia tornei a livello ITF che manifestazioni nel circuito challenger nel Nord Italia (Biella, Genova). E’ stato il mio primo assaggio di tennis professionistico e devo dire che le differenze maggiori, soprattutto fra juniores e challenger, riguardano la preparazione dei giocatori per il match che si apprestano ad affrontare. L’intensità con cui si allenano è alta e penso sia un aspetto su cui dovrò lavorare. Avrò da migliorare non solo dal punto di vista tecnico, ma anche nella cura di questo tipo di dettagli.

Le tue idee sembrano assai chiare. Hai già progetti per l’anno prossimo e per un prossimo futuro?

Credo, come ogni ragazzo che gioca a tennis e in questo sport sogna il proprio avvenire, che il mio obiettivo sarà giocare a livelli sempre più alti gradatamente. Inizierò a giocare con continuità i tornei ITF con prize money $10.000, alzando a poco a poco la posta con il passare dei mesi. Se comincerò a formarmi una classifica e ad acquisire fiducia, il passo verso il circuito challenger sarà davvero breve.

La piacevole conversazione si conclude con i nostri migliori auguri per l’avventura romana che a grandi passi si avvicina. Paolo ci confessa anche che il suo più grande sogno si realizzerebbe sfidando Fabio Fognini, l’idolo che tanto ammira, o in alternativa un campione del calibro di Novak Djokovic o Roger Federer. Un desiderio ambizioso, certamente, ma più che legittimo per chi, come lui, è sulla strada giusta.

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