Stephanie Vogt è una giocatrice top200 del ranking WTA, che nel recentissimo passato è anche riuscita ad avvicinarsi al limite delle prime 100 del mondo. Già vincitrice del torneo di doppio del WTA del Lussemburgo, la 25enne di Vaduz ha vinto ben 10 titoli ITF, tra cui si trova il 100k di Biarritz. Dopo la sofferta vittoria di primo turno contro la giovanissima Nicole Stadler, WC svizzera, Stephanie si concede, mentre ancora sta prendendo fiato, a qualche domanda per SpazioTennis.
Il match di oggi è stata una bella lotta, come sei riuscita a girare la partita a tuo favore?
Per il primo set non posso che dare credito a lei, ha giocato davvero molto bene. Siamo andate sul 2-2, quindi lei 3-2, ho perso malamente il servizio e poi il set era già andato; ha giocato davvero bene. Però lei è una giocatrice molto giovane e quindi sapevo che probabilmente non sarebbe riuscita a tenere il suo livello così alto, e questo è successo. Io ho preso fiducia, sono entrata nel ritmo della partita ed ho poi vinto. Comunque il risultato dice 6-1 6-2 nel secondo e nel terzo set, ma il risultato non dà l’idea esatta dell’evoluzione del match, c’è stato più equilibrio di così.
Sostanzialmente, stai dicendo l’hai vinta di esperienza?
Esattamente, è andata così, sebbene il mio livello nel match crescesse costantemente.
Ho visto che nel tuo 2015 stai facendo un po’ di fatica ad ottenere dei buoni risultati, sebbene una buona semifinale nell’ITF di Curitiba poco fa. Stai entrando in condizione?
Arrivo ora da un grosso carico di allenamento, quindi ho bisogno di un po’ di match prima di giocare al meglio. Mi sento abbastanza in fiducia, ma il primo match di un torneo è sempre tosto, con l’arrivo al torneo, le giovani giocatrici nel tabellone… ok, certamente lei era una wild card, ma niente è semplice.
Essere prima testa di serie ti sta mettendo più pressione del solito?
No, a dir la verità no (sorride).
Molte teste di serie stanno già cadendo al primo turno. Pensi che questo ti renda effettivamente la favorita numero 1?
Se guardiamo la classifica di sicuro, ma il players field è molto tosto in questo torneo, ci sono tante giocatrici attorno alla 200esima posizione ed è dura. Il livello mio ed il loro non è che siano poi così diversi. Dipende anche da come si scende in campo giorno per giorno e spero per me di giocare ottimi match.
E dopo Chiasso, qual è il tuo schedule?
Innanzitutto proverò ad entrare a Stoccarda, nelle qualificazione del grosso WTA che si gioca là, ma con la mia classifica…
Comunque le qualificazioni di quel torneo, anche se è un Premier, di solito sono abbastanza aperte a chi ha la tua classifica.
Vero, negli ultimi anni con la mia classifica sarei entrata, ma per ora, quest’anno, non sembra possa succedere la stessa cosa. Comunque poi giocherò a Marrakech nel WTA e qualche 100k. Quindi ovviamente il Roland Garros.
Quale pensi sia la differenza tra WTA e ITF, tu che hai una buona esperienza in entrambi i casi?
Prima di tutto l’intera organizzazione è differente. Qui ad esempio è tutto organizzato perfettamente, ma a volte non è così e si possono notare le differenze; nella WTA non succede mai di vedere certe cose. Ed oltre a questo, le giocatrici della WTA sono ottime giocatrici e credono in loro stesse e nel fatto di appartenere alla WTA, negli ITF invece ci sono ottime giocatrici ma che spesso non credono in loro stesse anche se sono davvero brave (sorride). Non c’è poi così tanta differenza.
Provenire dal Liechtenstein, una nazione davvero piccola, pensi che sia stato per te un motivo di maggiore difficoltà per diventare una così brava tennista, rispetto magari a chi vive in altre nazioni? Penso ad un piccolo team, a poche compagne forti con cui condividere le esperienze…
Credo proprio di sì, ci ho pensato spesso. Non ho mai avuto un mentore, non ho mai avuto giocatrici della mia nazione a cui ispirarmi e da cui prendere insegnamento… sono sempre stata io a fare il primo step in tutto, rispetto al tennis, nella mia nazione. Ad esempio non c’è mai stata alcuna giocatrice classificata WTA prima di me. Inoltre non abbiamo le giuste infrastrutture, ho sempre dovuto andare all’estero per allenarmi ed ora mi alleno a Budapest. Mi sento come se stessi creando io il cammino per le future giocatrici del Liechtenstein. E non mi fraintendere, è qualcosa di molto bello e di cui sono orgogliosa, ma nella mia carriera ha avuto il suo peso, certamente.
Sei anche stata portabandiera alle Olimpiadi di Londra per il tuo paese. Che esperienza è stata?
Bellissimo, è stato davvero speciale. Ecco, questo è uno degli elementi positivi del provenire da un paese piccolo come il Liechtenstein (ride); mi ha anche aiutato a far parte delle Olimpiadi. Una sensazione davvero speciale. Quella notte alla cerimonia, il giro di campo nello stadio è stato decisamente troppo breve. 400 metri con la bandiera in mano sono stati troppo corti (ride).
E le Olimpiadi di Rio de Janeiro sono un tuo obiettivo?
Assolutamente! Sono già stata a Rio de Janeiro poco tempo fa per il torneo WTA che si è giocato là. Sono contenta che fortunatamente non sarà durante l’estate brasiliana ma durante l’inverno… era così caldo e così umido.
Però sarà sul cemento e non su terra. Tu preferisci il cemento?
Io preferirei la terra rossa onestamente. Non so perché abbiano deciso di scegliere il cemento, con i giocatori brasiliani che preferiscono la terra. Rafa (Nadal) si è già lamentato, che strano… (ride) Non so chi abbia preso la decisione e perché, ma va bene così. La mia ultima Olimpiade è stata su erba, è stata particolare, forse dopotutto non è un male che sia su cemento (ride).
Grazie, sei stata molto gentile a farti intervistare subito dopo un match così tosto. Buona fortuna per i prossimi match e spero di vederti alle finali.
Grazie a voi e spero tu abbia ragione per le finali (sorride).
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