A tu per tu con… Matteo Veneri

Matteo Veneri e Sara Errani
di Giorgio Giosuè Perri

A soli 24 anni anni è direttore del sito youtennis.net e lavora per la Crionet. Per chi non lo sapesse, la società napoletana ha ottenuto grande seguito e successo anche nel mondo del tennis. Matteo, partito da TennisTeen, si è anche occupato dell’aggiornamento delle classifiche ATP, arrivando a colaborazioni di spessore. Traguardi che rappresentano solo il trampolino di lancio per un ragazzo pieno di ambizioni e progetti.

Partiamo subito dalla tua vita, Matteo. Come ti sei appassionato al tennis e quali sono i tuoi primi ricordi?
I miei primi ricordi riguardanti il tennis sono datati fine 2002 e inizio 2003, quando per caso guardando il tennis in tv mi sono appassionato a questo sport che non conoscevo per nulla. Dopo un estate passata a non perdermi nemmeno un 15 degli allora Masters Series americani decisi anche di iscrivermi alla Scuola tennis, e in quel momento avevo Roddick come “idolo”, visto che era numero 1 del mondo. La mia prima partita dal vivo? Nel febbraio 2004, ATP di Milano, quando dal secondo anello del Palalido vidi per la prima volta un 17enne Rafael Nadal ancora n°50 del mondo contro Ivo Karlovic. E pensare che era un primo turno..

Nel corso degli anni hai collaborato con molti siti specializzati nel settore, che genere di formazione hai avuto e quanto ritieni sia stata importante?
Come moltissimi di quelli che lavorano adesso nel mondo del tennis sono “nato” sul forum di TennisTeen, un mondo a cui sono ancor oggi molto affezionato e che è stato per anni la mia seconda famiglia. Da lì l’approdo naturale è stato quello di entrare a far parte dello staff del sito. Quante migliaia di articoli scritti per TennisTeen, quante interviste, quante ore al giorno passate per curare quel sito. Poi nel giorno in cui ho compiuto 18 anni il mio capo (e soprattutto amico) Alessandro Bianchi mi affidò la direzione della redazione. Quella fu una cosa molto importante per me, perché oltre all’aspetto giornalistico mi sono trovato per la prima volta nella mia vita a gestire uno staff di diverse persone. Nel corso degli anni ho poi anche preso in gestione la classifica ATP aggiornata quotidianamente che mi portava via un bel po’ di tempo, ma ben speso, considerando che poi nel 2013 l’ATP mi chiamò proprio a collaborare per un progetto sul loro database con i risultati di tutti i tornei dello Slam della storia e non solo. Mi notarono proprio grazie a TennisTeen, e quel pomeriggio che Nicola Arzani dell’ATP mi chiamò dalla sede di Montecarlo, non nascondo che mi emozionai parecchio. Un’altra esperienza importante è stata nella rivista “Il Tennis Italiano”. Ho scritto per diversi anni anche per loro e, seppur per un breve periodo, mi ha fatto piacere vivere il vero e proprio lavoro di redazione (impaginazione, correzione di bozze, e molte altre cose). Ad un aspirante giornalista di tennis comunque ci tengo a dire una cosa: andate sul campo, cercate, se possibile, di investire su voi stessi e andate a seguire i tornei di persona. Solo così si può crescere. Diffido sempre di chi si professa esperto di tennis e non ha mai abbandonato la sedia della sua scrivania.

Matteo Veneri

E adesso invece? Di cosa ti occupi oggi nello specifico? Qual è il tuo ruolo nella Crionet?
Nel febbraio 2013 ho ricevuto la proposta di entrare a far parte di Crionet, e nel corso dei mesi ho cominciato ad entrare sempre più nei meccanismi della società napoletana e sono diventato il Direttore di youtennis.net, il sito di informazione in 3 lingue (italiano, inglese e portoghese) della Crionet. Per chi non conosce questa società, è leader nel settore dei servizi informatici, soprattutto nei tornei di tennis. Giriamo ogni angolo del globo ogni settimana, siamo in 200 tornei ogni anno facendo qualsiasi tipo di servizio, dal livescore, al livestreaming, velocità del servizio, ledwall, CCTV, siti internet, mobile APP, produzione televisiva, grafiche, e un’infinità di altre cose. Nello specifico io curo la creazione e la gestione di tutti i siti web e le mobile APP che ci vengono affidate, dai tornei ATP e WTA, passando dai Challenger, fino agli ITF, sempre con la stessa passione. Il bello di lavorare in Crionet, oltre a vedere tennis e viaggiare tutto l’anno, è quello di essere contornato da persone che hanno passione per questo lavoro, in primis Giorgio Garcia-Agreda e Gaetano Guarino, due capi, due amici e due persone con la quale la parola “lavoro” assume un significato tutt’altro che negativo.

Che aspettative hai per il futuro?
Mi considero estremamente fortunato a fare ciò che faccio sinceramente. Chiaramente lavoro, e non poco, ma mi guadagno da vivere seguendo il tennis e viaggiando. Un sogno già questo. Le aspettative sono quelle di crescere professionalmente, migliorare (perché ho ancora moltissimo da migliorare), e cercare di essere pronto quando nuove sfide professionali si presenteranno sulla mia strada.

Sei più legato al mondo giornalistico o a qualcos’altro?
L’emozione di arrivare per primo su una notizia e di avere la possibilità di raccontare al grande pubblico alcune storie e alcuni personaggi è impagabile. Sono un giornalista e per sempre rimarrò in primis un giornalista. Per esigenze lavorative poi mi adatto a qualsiasi ruolo, ovviamente, anche perché uno degli aspetti che più mi piace del mio lavoro è quello di trovarmi spesso a fare cose diverse e nuove.

Hai avuto la possibilità di girare parecchio per il mondo, hai instaurato rapporti con i giocatori?
Assolutamente si. Fin dai tornei a pochi passi da casa mia, ma anche negli eventi a 10.000km dall’Italia ho la fortuna di trovare e conoscere persone eccezionali, come tennisti e tenniste. Un’esempio? Nel mio ultimo torneo una decina di giorni fa ero a Herzliya, in Israele. Ogni sera sono andato a cena con Stefano Napolitano e suo padre Cosimo, in un ristorante argentino che ci ha adottato per 7 sere consecutive. Alla fine ho 24 anni, e in giro per il circuito, in ogni torneo, ci sono ragazzi della mia età con i quali condividere belle esperienze. Riguardo ad alcune serate sopra le righe in alcuni tornei ovviamente mi trincero dietro ad un “no comment”.

Com’è la vita nel “circus”?
Bella, bellissima. A livelli alti poi la vita è bellissima per tutti, ma se si scende nei tornei di categoria più bassa e si arriva ai tornei ITF per i tennisti non è affatto facile. Mi immedesimo molto in loro e ho immensa stima per chi cerca di continuare la propria attività nonostante i risultati, e quindi i guadagni, non siano eccezionali. Sempre prendendo l’esempio di Napolitano della scorsa settimana in Israele, ha vinto il torneo in singolare ed è andato anche abbastanza nettamente in passivo. Si può chiamare bella vita?

Matteo Veneri - Crionet

Giocatori più simpatici?
Ne dovrei dire troppi, preferisco non fare nomi. Amo stare con chi non se la tira, con chi ti saluta e mantiene un rapporto con te senza doppi fini. Ci sono tennisti veramente eccezionali sul circuito, e sono contento di avere il privilegio di conoscerne bene molti.

Torneo preferito?
Pensavo che il primato degli Internazionali d’Italia a Roma fosse inespugnabile nel mio cuore. Due mesi fa però sono stato due settimane nel combined ATP/WTA di Rio de Janeiro, e devo ammettere che il primato di Roma vacilla. Metterei a pari merito Roma e Rio de Janeiro. Il fascino dei marmi del Foro Italico è incredibile, ma passare la giornata tra i campi da tennis brasiliani con il Cristo di Rio sopra la testa ogni volta che ti giri… beh vi assicuro che anche quello è straordinario. In terza posizione direi l’ATP di Umago, in Croazia. L’ideale per una bella vacanza con il tennis da contorno.

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