(Claudia Giovine – Foto Josè Luis Martinez Ortiz)
di Michele Galoppini
Uno dei primi nomi ufficiali che faranno parte delle pre-qualificazioni agli Internazionali d’Italia è quello di Claudia Giovine. SpazioTennis coglie l’occasione per quattro chiacchiere su 2015, terra rossa e cosa serve per migliorare il proprio tennis ed i risultati.
Da quando è apparsa sulle scene, Claudia Giovine è sempre stata una dei migliori prospetti tennistici italiani. Non era ancora ventenne quando si è affacciata alla soglia delle migliori 200 al mondo, con già nel proprio bagaglio vittorie contro giocatrici abbastanza importanti, come possono ad esempio essere Stefanie Voegele e Karin Knapp. Sono state poi delle vicissitudini fisiche e non a mettere in difficoltà la brindisina, notoriamente cugina della più famosa Flavia Pennetta, che è però nuovamente pronta a ripartire ed a scalare le classifiche, a partire dalla 450esima classifica in cui si trova ora. Ed uno dei punti di ripartenza è rappresentato dalle pre-qualificazioni al WTA di Roma, alle quali ha avuto accesso grazie alla vittoria del torneo di Bari. “La scelta di fare le pre-quali è stata fatta anche un po’ per gioco e, visto che ne avevo la possibilità, mi sono iscritta qui vicino a casa. Poi il fatto di poter andare ora a giocare a Roma fa sempre piacere e se anche il tabellone sarà difficile l’importante è crederci. Con un po’ di fortuna dalla propria parte ce la si può fare ed anche ottenere qualche punto gratis e, perché no, qualche soldo del montepremi.”
La stagione 2015 è partita discretamente bene, con buone vittorie nelle qualificazioni dei tornei sul veloce indoor con montepremi $25.000 di Glasgow e Altenkirchen, contornati dalla vittoria nel main draw di Glasgow contro Justyna Jegiolka, un centinaio di posizioni più avanti in classifica rispetto alla pugliese. Ma ora, Claudia sta già pensando alla terra, considerate anche le suddette pre-quali. “In programma ci sono tanti tornei sulla terra, dove non so perché, ultimamente, mi sento molto più a mio agio, forse perché sto cambiando il mio gioco e forse anche perché mi faccio molto meno male su questa superficie;” – bisogna infatti ricordare che la Giovine ha da sempre apprezzato le superfici veloci – “Poi ora cominciano ad esserci numerosi tornei in Italia, quindi cercherò di giocare quelli, giocare più partite possibile per entrare nel ritmo ed ottenere buoni risultati. Ora ad esempio sono a Santa Margherita di Pula, dove però ho già perso, perché, come ogni tanto mi capita, la testa mi ha abbandonata e quindi ho regalato un match… mi era anche già capitato a Solarino…” Ricordo che la Giovine ha infatti perso due match lottatissimi, prima contro la Palmigiano a Solarino e poi contro la Spigarelli in Sardegna.
Il mese di tornei a Solarino è stato però, atipicamente, giocato sul cemento. Eppure, l’azzurra non è stata molto soddisfatta di quello che ha trovato: “Vabbè, lasciamo stare il capitolo Solarino che non è stato particolarmente felice… Probabilmente perché era il primo anno, ma l’organizzazione non era proprio impeccabile, poi i campi erano abbastanza brutti anche solo parlando della superficie, un cemento di vecchio stampo, molto granuloso e traumatico per le articolazioni, ed anche le palle erano “sbagliate” per quei campi, quindi figurati.” E conclude, sospirando, con un eloquente esclamazione relativa all’organizzazione di tornei in Italia troppo sulla terra rossa e poco sul veloce: “…lasciamo stare…”
Buttatasi alle spalle il passato, ora Claudia sa bene cosa serve per tornare quantomeno ai livelli del 2010 e poi superare quei lontani limiti. “Nel tennis serve tranquillità, dopotutto il tennis è uno sport e quindi la prima cosa da ricordarsi è che ci si deve divertire. Poi io difficilmente prendo le cose troppo sul serio, sono molto elastica, quindi dovrebbe essere più facile trovare la tranquillità giusta. Anche se sono molto elastica, sono però molto autocritica in campo… Per crescere bene poi serve lavorare bene e quindi cercherò di seguire il più possibile il mio allenatore, per averlo con me nei tornei, trovando maggiore sicurezza e maggiore continuità nel lavoro.” Il suo coach è Gianluigi Angelini, di Monopoli, con il quale si allena proprio al circolo di tennis di Monopoli quando non è in viaggio per tornei. Poi prosegue: “L’obiettivo non è principalmente di classifica, nel senso che voglio essere più continua, all’interno del torneo ma anche all’interno del singolo match, cercando quindi di salire di livello e restare costante ad un livello alto, per poi superare i miei limiti. Una migliore classifica ne dovrebbe poi essere conseguenza (ride)… si spera almeno!”
Non sono solo le competizioni in singolare a caratterizzare gli ottimi risultati tennistici della Giovine, che nella carriera da singolarista ha vinto 5 tornei ITF da $10.000 e raggiunto 7 finali, anche nell’importantissimo $25.000 che si giocava a Monteroni d’Arbia. Nel doppio, infatti, la Giovine è stata top200 al mondo ed ha raggiunto l’ultimo atto di un torneo ben 30 volte, vincendo in 16 occasioni. Ed il doppio resta una parte importante della sua preparazione. “Il doppio proverò a giocarlo con costanza, perché il doppio mi serve, in quanto nei match di doppio posso fare e provare cose che generalmente nei match di singolare non faccio o evito. Anche nei 10k lo sto giocando, perché è da tanto tempo che non lo giocavo e quindi la mia classifica di doppio ora è molto bassa. E poi mi serve a riprendere il ritmo partita. Quando mi chiedono se mi va di giocare il doppio, se mi piace la compagna allora gioco (ride). Poi ultimamente ho trovato una buona sintonia in campo con Corinna (Dentoni) con cui ho vinto Glasgow e se riusciremo proveremo a giocare altri tornei assieme.”
La scalata delle classifiche ITF, soprattutto per le giocatrici europee, è molto complicata, per l’elevata concorrenza che si trova nei tornei del Vecchio Continente. Ma la scelta di provare, da parte di Claudia, una lunga trasferta asiatica, su cemento, dove la concorrenza è notoriamente più bassa è stata considerata? “Ci ho pensato, ma purtroppo serve avere certe possibilità economiche che attualmente non ho. Poi in quelle zone non è certo facile con gli spostamenti ed i voli. Poi io soffro molto i viaggi, mi stanco molto, ad esempio per andare a Siviglia ho dovuto prendere treni, aerei, autobus, e poi vai in campo a giocare e magari sei stanca solo per i viaggi. Infatti ora cercherò il più possibile di giocare in Italia o vicina a casa in generale.”
Essere la cugina di Flavia Pennetta, come accennato prima, è certamente qualcosa che ha accompagnato da sempre la vita tennistica e non della Giovine. È curioso sapere se è stato un fattore positivo o negativo, o meglio qualcosa di supporto o che ha portato ulteriori pressioni ed aspettative. “Diciamo che ogni cosa ha i suoi aspetti sia positivi che negativi, parlando in generale. Per quanto mi riguarda, questo non mi ha mai dato particolari problemi. Io con lei ho un ottimo rapporto e ho sempre visto questo rapporto come uno stimolo in più a fare bene. Negli anni non mi è mai pesato, forse solo quando ero molto più piccola, quando anche mia madre o i parenti facevano i paragoni con lei, ma niente di pesante, questo di sicuro.”
E parlando di Flavia Pennetta, viene naturale spostare il discorso sulle top players in generale, cercando di chiudere l’intervista con un momento simpatico. Le chiedo quindi se si sia mai paragonata ad una top player ed a chi secondo lei potrebbe somigliare per il suo stile di gioco: “Ehm, oddio proprio non saprei, se vuoi ti posso dire chi mi piace in assoluto, cioè Serena Williams, per l’attitudine che ha in campo e perché comunque è la migliore di tutte in termini di gioco. Poi al femminile non mi piace nessun altro in particolare, mi piaceva molto Kim Clijsters, per la sua umiltà e per come si muoveva in campo.” – e poi prosegue, lasciando a me il compito di trovare una similitudine con una delle conosciute top players – “Il mio stile di gioco è molto aggressivo, con l’obiettivo di aprirmi il campo prima possibile e spostare il baricentro del mio gioco in avanti. Cerco, come dire, di mettere ‘paura’ all’avversaria. Sicuramente, devo migliorare il mio servizio…”
Infine, cerco un rapido botta-e-risposta sui colpi delle migliori giocatrici che le piacerebbe rubare se ne avesse la possibilità, sorvolando un suo “Cavolo! Domanda difficile!”. A chi ruba il servizio? “Lo ruberei a Serena Williams, tutta la vita, è ovvio.” Ed il dritto? “Il dritto direi Suarez Navarro: anche se è generalmente rinomata per il suo rovescio, a me piace molto il suo movimento di dritto, molto spagnolo, grandi rotazioni, muove bene la palla e ti fa muovere per tutto il campo.” Passiamo al rovescio quindi! “Sul rovescio devo pensarci bene perché non ne ho proprio idea (ride). – e poi aggiunge, dopo aver cercato e trovato da me dei suggerimenti come Jelena Jankovic, Li Na, la stessa Flavia Pennetta o Maria Sharapova – No, la Jankovic non mi piace, la Li non so… vabbè, mi salvo dicendoti che il rovescio ideale che vorrei è un rovescio potente e che fa molto male.” E resta quindi la volée… “Per la volée scelgo Katarina Srebotnik, è sempre stata eccezionale e fa quello che vuole con le volée; e poi sono belle da vedere.”
Arrivano i saluti ed i naturali ringraziamenti da parte mia per la disponibilità, ma prima di chiudere, Claudia vuole assicurarsi che per l’articolo non vengano usate le solite vecchie foto, offrendosi di inviarmene almeno una che le piace. Accettato l’accordo, non resta che augurarle a breve di ottenere i buoni risultati che si aspetta e, chissà, mettere a segno una qualche sorpresa nel torneo romano. Dopotutto, ribaltare i pronostici contro le giocatrici sulla carta più forti sembra essere un vizio di famiglia (nessun volontario riferimento a Sharapova ed Azarenka…).
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