di Marco Mazzoni (@marcomazz)
E’ appena scattato il Master 1000 di Miami al maschile, con una prima e molto intensa giornata di match, ricca di temi interessanti. Scorrendo il tabellone, manca il nostro Seppi ma non mancano le sfide intriganti, e c’è tanta attesa per rivedere in campo il gigante Delpo (in bocca al lupo!), ma anche Almagro.
Tuttavia scorrendo il tabellone nei suoi 96 giocatori, la nota davvero interessante a mio avviso è quella relativa alle wild cards. Sono 5 in totale, e solo una è andata ad un tennista statunitense: Ryan Harrison, “eterna promessa” del movimento USA che in febbraio ha fatto vedere buone cose a Memphis e soprattutto Acapulco, issandosi sino alla semifinale. Le altre wild card non sono state assegnate – in modo patriottico – ad alcuni tra i più promettenti tennisti a stelle e strisce, ma a quattro tra i giovani più interessanti del panorama internazionale: il russo Rublev, l’aussie Kokkinakis, il britannico Edmund ed il coreano Chung. E’ una scelta che potrebbe apparire “strana”, contro corrente, provocatoria; ancor più se inquadrata nel torneo americano che vanta la maggior tradizione di casa come successi (dominio quasi totale fino alla scomparsa degli yankee dai vertici, ed ultimo Master 1000 vinto da un americano, Roddick). La cosa ha sorpreso pure me, ma è una decisione che mi sento di condividere in pieno, per alcuni motivi.
Intanto, lanciare in torneo di livello così alto ragazzi “non pronti” può rivelarsi assai controproducente alla loro stessa crescita. Meglio farli passare per le quali (come è stato per il giovanissimo Mmoh, altro classe ’98), modo eccellente per far assaggiare già un livello altissimo ed una competizione feroce, senza sottoporli troppo presto agli occhi severi di un intero paese – un paese tra l’altro piuttosto deluso e affamato di nuove racchette di casa al vertice… Quindi se la scelta degli inviti per il main draw è stata anche stabilita dal settore tecnico della USTA, mi pare una decisione positiva. Come condivido l’idea di non “sprecare” un invito per un torneo così importante per un giocatore “medio”, uno che vive perennemente nei Challenger, magari già con diversi anni di attività alle spalle, e che non costituisce “un nome” per il pubblico. Un tennista di questo tipo penso debba meritarsi l’accesso in un draw così prestigioso, e può farlo con le qualificazioni.
Inoltre visto il tabellone da 96 giocatori, con i big che entreranno in gara al 2° turno, mettere in risalto e vetrina nelle prime due giornate alcuni tra i talenti più promettenti è una scelta lungimirante e di ampio respiro, propria di dirigenti che pensano al movimento tennistico in generale e che puntano sulle nuove generazioni.
Ricordo qualche anno fa quando a Roma furono assegnate due preziosissime wild card a Rios e Philippoussis. Si scatenarono polemiche a non finire, perché si preferirono due stranieri ai nostri giovani e non… Col senno di poi, mai scelta fu più azzeccata, visto che il pubblico del Foro ebbe il privilegio di vedere due futuri campioni.
E’ presto per dire se i quattro giovani premiati dall’invito a Miami diventeranno i “Rios” del futuro. Di sicuro ognuno di loro ha enormi qualità, e sta proseguendo nel proprio percorso di crescita. Kokkinakis l’abbiamo appena ammirato ad Indian Wells. Ha colpi a tratti terrificanti, servizio, fisico, e l’impressione che possa spingere ancora molto e crescere sotto tutti i punti di vista. Rublev è molto più acerbo fisicamente ed ha meno esperienza, ma il suo anticipo quando colpisce e le traiettorie che riesce ad imprimere sono a tratti impressionanti. Edmund ha appena raggiunto la semifinale nel forte Challenger di Irving, e la sensazione è che il suo tennis “moderno” possa portarlo velocemente tra i primi 100 del ranking. Chung è forse la sorpresa più elettrizzante dei 4. Tutti lo ricordiamo sconfitto dal nostro Quinzi nella finale di Wimbledon junior. Beh, il piccolo coreano ne ha fatta di strada da allora… riuscendo (contro il parere di molti) a produrre quel tennis spregiudicato ed offensivo anche a velocità da tour Pro. Vederlo giocare è molto divertente, chi avrà la fortuna di ammirarlo contro Granollers lo potrà raccontare, grazie a queste wild card davvero “Smart”.
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