Il direttore Alessandro Nizegorodcew nel consueto editoriale del lunedì analizza gli avvenimenti tennistici della settimana che più lo hanno colpito, dal circuito maggiore sino a challenger e futures.
“This Is Sport”. L’episodio che ha visto protagoniste a Indian Wells Francesca Schiavone e Zhu Lin non è soltanto grave, ma altamente scoraggiante. Partendo dal presupposto che non voglio in alcun modo giustificare l’esito del match con l’errore del giudice di sedia, l’antisportività dimostrata dalla cinese è un pugno in faccia al tennis e a ciò che esso rappresenta. Le parole di Francesca Schiavone (“this is sport”) lasciano invece intendere cosa rappresenta questa disciplina per l’azzurra, che mai avrebbe “rubato” così (si, perché di questo si tratta) un punto. Dalla depressione dovuta al gesto antisportivo sono però passato alla meraviglia delle emozioni che il tennis sa donare a chi lo pratica e a chi lo segue, da appassionato o addetto ai lavori. Mi riferisco alle lacrime di Serena Williams, vere, sincere. Un’emozione, umana e tennistica, realmente bellissima. Questo è sport, cara Zhu Lin…
Camila Giorgi, quasi nulla è ciò che sembra. In California è giunta una delle sconfitte più brutte della carriera della Giorgi. Al di là del punteggio e dei doppi falli, non è piaciuto l’atteggiamento di Camila durante il corso di quasi tutto il match. La rimonta da 0-5 a 5-5 nel secondo parziale è giunta dopo un cambio campo nel quale la Giorgi ha cambiato volto, si è letteralmente incazzata, ha reagito e ha provato a rimontare. Sul 5-5 30-30 la Watson ha servito un ace e ha poi realizzato un intelligente servizio al corpo vincente. A quel punto l’esito, purtroppo, era scontato: game disastroso di servizio e match finito, andato, perso definitivamente. Fin qui, nulla da dire, se non una cronaca piuttosto banale dell’incontro. Quello che si legge, in rete e da presunti esperti, non credo però rappresenti la realtà. Analizziamo insieme alcuni punti, che non vogliono giustificare la pessima prestazione, ma solo aiutare a definire alcuni lati poco conosciuti di Camila 1) ho letto in giro di una ragazza “con seri problemi”, di donna “stupida, quasi autistica”, di tennista “soggiogata dal padre”. Nulla di più falso. La Giorgi ha una personalità fortissima, anche troppo, e il padre stesso a volte deve sottostare al suo volere. In campo, ad oggi, porta con sè tutto ciò che la circonda, compresa la sua vita privata e il suo essere in continua ed esponenziale evoluzione. Tanti paroloni per dire semplicemente che sta crescendo, sta diventando donna, e deve avere anche la possibilità di sbattere da sola la testa con le tante problematiche che il suo lavoro di tennista le mette di fronte. 2) Camila dovrebbe lasciare il padre e affidarsi a un coach? Concettualmente e senza conoscere i personaggi in questione la teoria potrebbe anche sembrare corretta, ma attenzione: alcune giocatrici, seppur con tanti problemi di relazione padre-figlia, non sono mai riuscite a staccarsi del tutto dal genitore-coach, e anche provando a cambiare hanno fatto tanta fatica. Mettetevi l’anima in pace, Sergio sarà sempre e per sempre l’allenatore di Camila, perché Camila stessa vuole sia così. Una soluzione potrebbe essere affiancare a Sergio un secondo tecnico, così da comporre uno staff più ampio. Ma l’affiatamento dell’eventuale nuovo coach dovrebbe avvenire sia con Sergio sia con Camila, due persone in un certo senso simili, in altri molto ma molto diverse. 3) i famosi doppi falli. Quando è concentrata, tranquilla, serena, i doppi falli sono sempre molto limitati. Quando è agitata e nervosa inizia a sbagliare il lancio di palla, va molto veloce tra un punto e l’altro, si irrigidisce e va fuori giri. I doppi falli sono un problema? Assolutamente si. Ma mentale, non tecnico. A Miami mi aspetto una prestazione ben diversa e sono quasi certo che sara così, per una infinita serie di motivi che esporrò dopo il trasferimento in Florida (non mio, magari fosse così, bensì loro). Chiuso questo lungo paragrafo facendo i complimenti a coach Diego Veronelli, argentino che ho avuto la fortuna di conoscere piuttosto bene nel periodo in cui giocava la Seria A al circolo Empire di Roma, che ha permesso a Heather Watson un salto di qualità straordinario.
Marcora formato “deluxe”. Roberto Marcora è il giocatore italiano che più ha sorpreso nella settimana appena conclusasi. Grazie alla finale raggiunta nel challenger di Guangzhou, sul veloce cinese, Marcora entrerà per la prima volta tra i primi 200 giocatori del mondo, attestandosi addirittura al numero 177. Allenato dall’ex professionista Uros Vico, Roberto è dotato di un servizio devastante e di un sublime rovescio a una mano. Ha iniziato tardi a fare sul serio ma grazie al coach italo-croato sta recuperando pian piano il tempo perduto. E chissà che Vico, che si è fermato in carriera a un passo dai Top-100, non riesca invece grazie alla sua esperienza ad effettuare, nel ruolo di coach, quel salto che non gli era riuscito da giocatore. Roberto ha un tennis adatto a qualsiasi tipo di superficie, poiché anche su terra se la cava egregiamente. Un altro exploit nel successivo challenger di Shenzhen sarebbe un segnale incoraggiante, e chissà che non lo si possa ammirare anche a Roma… Meritano una citazione anche Thomas Fabbiano e Matteo Trevisan, due ragazzi classe ’89 che in passato erano considerate future stelle del firmamento Atp. Luca Vanni ha dimostrato che nulla è impossibile ed entrambi hanno il tennis per poter arrivare nei 100. L’importante è trovare continuità e salire pian piano di livello. Tommy è più avanti anche in termini di consapevolezza, ma sono due nomi da tenere d’occhio.
Occhio a Cristiana Ferrando. Ve la ricordate Linda Ferrando, azzurra capace nel 1990 di battere Monica Seles agli Us Open raggiugendo gli ottavi di finale? Ebbene sta iniziando a far parlare di sè la nipotina, classe 1995 (anno in cui Linda ha sostanzialmente smesso), di nome Cristiana, che ha appena conquistato il primo titolo professionistico da 10.000$ a Solarino. La giovane Ferrando ha un tennis vario ed aggressivo, con due fondamentali piuttosto equilibrati e una grinta da vendere. Interessante in prospettiva.
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