(Amanda Carreras – Foto Josè Luis Martinez Ortiz)
di Fabio Valente
Tornata alla ribalta dopo tre titoli conquistati a livello Futures in sole due settimane a Palmanova, Amanda Carreras, numero 343 del mondo, si è concessa per una intervista in cui ci ha reso partecipi di difficoltà, soddisfazioni, ostacoli e gioie che accompagnano il cammino di ogni tennista e che hanno caratterizzato la sua carriera sino ad ora. Nata a Gibilterra ma residente da anni nella calda Barcellona, Amanda si era issata fino alla posizione numero 306 nel ranking WTA, per poi crollare, vittima di infortuni e difficoltà organizzative, nell’abisso dell’oblio. Pluri-vittoriosa con la nazionale di Gibilterra in numerose edizioni degli Island Games, Amanda Carreras è ora pronta a rilanciarsi nel tennis che conta. Lei ne è convinta: il meglio deve ancora arrivare.
Non è facile nel mondo del tennis, come in tanti altri sport, trovare sponsor capaci di sostenere il percorso di una giovane giocatrice. Come sei riuscita ad emergere finora e che cos’è Point to Prove?
L’obiettivo dell’organizzazione Point to Prove è ricercare potenziali piccoli e medi sponsor per giocatori britannici non di prima fascia come me, per i quali è assai complicato attirare l’interesse di ingenti sponsorizzazioni, così da essere in grado di competere ad alti livelli. L’aiuto che mi è giunto da Point to Prove è stata la possibilità di vedere il mio nome espandersi davanti a un maggiore pubblico, con la chance di avvicinarmi a sponsor con cui stringere future relazioni.
Il tuo ottimo inizio di 2015, frutto di un invidiabile stato di forma, non è sicuramente passato inosservato. Cosa pensi di queste prime settimane dell’anno in corso?
Sono davvero felicissima di questo primo periodo del 2015, avendo già vinto due tornei ITF in singolare ed uno in doppio. Il 2014 non è stata una buona annata per me poiché ho dovuto recuperare da un infortunio all’anca che ha messo persino a rischio la mia carriera: la difficile operazione a cui mi sono sottoposta nel novembre del 2013 mi ha tenuta lontana dai campi per 6 mesi, il mio ranking si è praticamente azzerato e la mia carriera è dovuta ricominciare quasi da zero. Per fortuna l’operazione è andata piuttosto bene e sento di essere vicina alla mia forma migliore.
In un tennis moderno in cui forza fisica e potenza sono armi chiave, in che modo fronteggi le tue avversarie e quali sono i punti su cui lavori maggiormente?
Lo ammetto, sono una giocatrice piuttosto bassa (158 cm) e magra, perciò devo adattare il mio gioco di volta in volta in base alla mia avversaria e alla superficie. Tuttavia, ho lavorato molto e mi sento particolarmente in forma fisicamente, rapida su ogni terreno in modo da bilanciare le mie misure. Sono fortunata ad essere supportata da un ottimo staff a Barcellona, dove risiedo da ormai 9 anni. Ringrazio anche la mia famiglia: è sempre stata un grande fattore nella mia crescita tennistica.
Come pensi di proseguire l’anno e quali tornei hai già in programma per il 2015?
È il mio coach Carlos Lobato, con cui collaboro da più di 8 anni, ad organizzare i miei programmi. Abbiamo deciso, oltre a giocare futures da $25.000 e $50.000, di partecipare ai tornei su erba britannici in arrivo. La speranza di quest’anno resta essere inserita nelle qualificazioni per Wimbledon, ovvio.
Sei infatti appena entrata tra le prime 400 ed ora, dalla posizione 343, vedi vicino il tuo best ranking di 306 al mondo. Pensi di poterlo migliorare? Fino a che punto?
Intanto ho intenzione di giocare il più possibile lontana da infortuni, mantenendomi ai più alti standard possibili. Ho ancora 24 anni, perciò sento di potermi ancora esprimere al meglio per svariate stagioni. Mi piace pensare che non sono neanche vicina all’acme della mia carriera, ma il meglio debba ancora arrivare. I due titoli appena ottenuti sono la mia piattaforma da cui tuffarmi nella top 250, mio principale obiettivo dell’anno. Nel 2016 vorrei entrare tra le prime 200. Poi, chissà.
Infine, quali sono dal tuo punto di vista i principali problemi ed ostacoli che una tennista deve affrontare nei primi anni della propria carriera?
Senza dubbio il tennis è uno sport complicato sia fisicamente che mentalmente. Penso che l’aspetto fondamentale di una carriera tennistica di successo sia prendersi cura del proprio fisico sin da giovani, senza sottovalutare stress ed infortuni. Il tuo corpo si ricorda sempre di come lo hai trattato e può decidere di voltarti le spalle quando meno te lo aspetti. Da tennista, bisogna essere disposti a lavorare duro e a viaggiare per il mondo, trascorrendo moltissimo tempo lontano dalla famiglia e dagli amici. Posso comunque dire con certezza che le soddisfazioni raggiunte ed i continui miglioramenti rendono il sacrificio e i momenti di solitudine pienamente degni di essere vissuti.
Leggi anche:
- None Found