da Rio de Janeiro, Fabio Possenti
Giornata dedicata al secondo turno delle qualificazioni a Rio de Janeiro. Il campo che più mi vede interessato è il numero 2, dove in successione sono previsti i match dei nostri Filippo Volandri e Marco Cecchinato, opposti rispettivamente allo spagnolo Daniel Gimeno-Traver e al brasiliano Fabiano De Paula.
Arrivo al Jockey Club intorno a mezzogiorno, anche oggi la temperatura è altissima, quindi è necessario scegliere bene le partite che si vogliono seguire. Manca ancora un po’ all’inizio del match di Volandri, ne approfitto quindi per fare un giro tra i campi quando ad un certo punto vedo che fuori dal centrale si è raccolta una folla di ragazzi: sta passando Rafael Nadal, che ha appena finito la sua sessione di allenamento. È lui ovviamente la grande attrazione del torneo, il seguito di cui gode è incredibile e gli addetti alla sicurezza devono faticare per creargli un varco nel quale passare.
È il momento di Volandri, il quale inizia bene il match prendendo subito un break di vantaggio. Il match è comunque equilibrato e purtroppo Filo perde il vantaggio proprio quando stava servendo per il primo set sul 5-4. Il tie-break è giocato meglio da Gimeno-Traver, il quale porta a casa il primo parziale. Il caldo è sempre più cocente e Volandri sembra quello a soffrirne di più. Il nostro ha un ultimo sussulto quando strappa il servizio allo spagnolo agganciandolo sul 3-3. Volandri lotta, ma lo spagnolo dimostra maggiore freschezza. Il settimo game è molto combattuto, Filo annulla una palla break, spreca 2 palle game, annulla un secondo break point, ma nulla può sul terzo tentativo dell’iberico. È il break che decide il set e il match, che Gimeno-Traver si aggiudica con autorevolezza col punteggio finale di 7-6 6-4.
Torno nella sala riservata ai giornalisti a cercare un po’ di refrigerio e dopo poco vedo entrare Fabio Fognini, per un’intervista esclusiva dell’ATP. Fabio sembra molto rilassato e tranquillo, dichiara che sta lavorando per tornare ai livelli che un anno fa lo avevano portato fino al numero 13 del ranking, di essere molto felice di partecipare a questo torneo e di giocare con piacere col caldo.
Torno sul campo numero 2, per quello che si rivelerà un match drammatico dal punto di visto sportivo: a sfidarsi Marco Cecchinato e Fabiano De Paula. Il tennista brasiliano è nativo proprio di Rio de Janeiro ed in particolare della favela della Rocinha, famosa per essere la più grande favela del mondo e nella quale ufficialmente risiedono 150 mila persone (ma si stima che ce ne abitino più di 500 mila). La storia di De Paula è sicuramente particolare. Nato in un quartiere poverissimo, è riuscito ad arrivare a buoni livelli in uno sport che, qui in Brasile, è considerato ancora come d’elite. Come la maggior parte di coloro che nascono in favela, De Paula è molto legato alle sue origini, tanto è che, oltre ad essere rimasto a viverci, ha voluto fare un gesto importante per aiutare i bambini del suo “bairro” ad avere un futuro migliore e lontano dalla violenza: quello di creare una scuola tennis, inaugurata proprio venerdì scorso, alla quale potranno iscriversi circa 200 bambini tra i 4 e i 14 anni. Giocando in casa, De Paula può godere dell’appoggio di tante persone venute dal suo quartiere. Mi viene di pensare quanto sia incredibile che persone di umile provenienza siano dentro uno dei circoli più esclusivi e costosi di Rio de Janeiro. È proprio vero che a volte lo sport fa succedere cose altrimenti impossibili!
Il giocatore carioca parte meglio nel primo set e si porta avanti di 2 break (4-1). Cecchinato ne recupera uno, non sfrutta una palla per impattare sul 4-4 e perde il set col punteggio di 6-4. Anche il secondo parziale non inizia nel migliore dei modi con De Paula che prova a scappare e Cecchinato che rincorre. Il nostro recupera per ben 3 volte un break di svantaggio, l’ultima quando impatta sul 5-5 dopo che De Paula ha servito per il match. Si arriva al tie-break dove Cecchinato si porta sul 5-0 prima di chiudere sul 7-2. Siamo quasi alle 2 ore di gioco sotto un sole torrido e siamo in perfetta parità. De Paula chiama più volte il trainer, prima per un problema alla spalla, poi per uno alla coscia. In campo è battaglia vera, nessuno molla di un millimetro. Il pubblico, che fino a quel momento ha tifato comunque mantenendosi dentro dei limiti accettabili, fa sentire sempre più la sua pressione andando ora ben oltre il consentito. Ogni turno di battuta di Cecchinato è accompagnato da cori da stadio: “vamos quebrar (andiamo a breakare)” urla la torcida brasileira, ma la lotta procede senza break e senza palle break fino al 5-5. Negli ultimi game comunque il nostro dà l’impressione di essere più fresco e concretizza la superiorità operando il break a zero e andando a servire per il match. Finita? Macché! Il pubblico si trasforma in una curva degna del Maracana ed inizia a fischiare e applaudire anche tra la prima e la seconda di Cecchinato, il quale, forse distratto da tanto caos, commette un paio di errori gratuiti di troppo e perde il servizio a 15. La conclusione è quindi rinviata al tie-break anche in questo set. La lotta ormai è tra due giocatori allo stremo delle forze, Cecchinato si porta sul 4-2, ma deve subire la reazione del tennista di casa, che recupera il mini-break e si porta sul 5-4. Marco gioca 2 ottimi punti che gli valgono il match point: De Paula serve, la risposta di Cecchinato è profonda e alta, il dritto del brasiliano, ormai senza forze, si ferma a metà rete. Dopo 2 ore e 42 minuti di gioco Cecchinato festeggia con un urlo liberatorio e si rivolge al pubblico zittendolo col dito indice sulle labbra. Un gesto sicuramente non bellissimo, ma anche del tutto comprensibile per chi ha dovuto sopportare l’antisportività di un pubblico sicuramente più abituato al calcio che al tennis.
Stremato (io, figuriamoci Cecchinato e De Paula), faccio ritorno in “Clubhouse”. Vedo Fognini che rilassato e seduto al bar chiacchiera col suo coach Josè Perlas dopo aver terminato l’allenamento, passano Ferrer, Andujar, Berlocq e Leo Mayer tra gli altri. È tutto pronto, da domani si entra nel vivo!