da Anversa, Francesco Di Mauro
Mercoledì è il giorno dell’esordio di Camila nel torneo, ma è soprattutto il motivo per il quale io sono venuto fino ad Anversa. Mi sveglio con un nervosismo e una tensione addosso, come se dovessi giocare io la partita e quindi decido di mettermi in moto presto: lo SportPalais di Anversa è in periferia ed io voglio arrivare il prima possibile.
Il palazzetto è stato recentemente ristrutturato, ha una capienza di 15.000 posti (ridotta per il torneo), mentre il campo numero 2 si trova fuori dal complesso, ma faccio poco caso a tutto ciò, perchè adesso la mia preoccupazione è un’altra: riuscire ad avere il biglietto che Sergio Giorgi mi ha riservato, quando invece alla biglietteria non risulta nulla a mio nome. Provo ad andare all’ingresso delle giocatrici e spiego nuovamente qual è il mio problema. Dopo 10 minuti di spiegazioni, svariate telefonate, controllo di documenti, finalmente il biglietto risulta esistere. Lo custodisco come un trofeo e mi dirigo al campo numero due, dove assisto alla Mladenovic vincere per ritiro contro la Soler Espinosa, ma soprattutto ho l’occasione di vedere per la prima volta dal vivo la Pliskova.
L’impressione è ottima, perchè oltre al servizio, si dimostra una giocatrice molto intelligente, che fa sempre scelte corrette, che copre molto bene il campo nonostante la sua altezza. Karolina vince in due set una bella partita contro la Lucic e allora decido di prendere posto sul centrale che è quasi pieno nonostante l’ampia capienza, visto che di lì a poco dovrà giocare la Flipkens. Kirsten perde in due set e finalmente tocca a Camila. Mi sono munito di trombette e maglietta dell’Italia, voglio che Camila senta un po’ di tifo. La partita l’avrete vista tutti e lascio a voi i commenti e i giudizi. Io mi sento come è normale si senta un tifoso che ha fatto migliaia di chilometri per vedere la sua giocatrice preferita perdere al primo turno. Amareggiato decido che è meglio andare a cena. Non pensando che nei paesi nordici si ceni verso le 7.00 di sera, e che verso le 10.00 già tutti i ristoranti sono chiusi, trovo tutti i locali in chiusura. Lo stesso McDonalds, che speravo potesse essere la mia ultima risorsa chiude la cucina nel momento in cui entro nel locale. Quando oramai sto perdendo la speranza, trovo un locale aperto che fa street food: ordino degli spiedini speziati con paprika e delle patate, delle “french fries”, prendendomi anche un bel rimprovero dal cameriere in quanto le patate fritte sono di origine belga, e che quindi sono “belgian fries”.
Oramai il mio viaggio è finito, e nonostante la sconfitta di Camila, è stata una splendida esperienza, un’esperienza diversa. Mi ritengo fortunato, perchè ho realizzato il sogno di ogni tifoso: poter conoscere il proprio idolo. Torno da Anversa, una città dove tutti vanno in giro in bicicletta e dove i parcheggi sono creati su misura per le biciclette, con la fiducia che quel meraviglioso tennis che ho ammirato nel primo set, presto potrà essere giocato per una partita intera, con continuità.
Vamos Flaca.