Siamo nell’ottobre 2005. Ricordo una giornata piovosa. Il collega Massimo Capone, con il quale sto seguendo assiduamente il torneo challenger del G2, mi contatta: “Ricominciano, vieni!” Non ho né la macchina né il motorino; ma la voglia di vedere in campo Fabio Fognini, giovane speranza del tennis nostrano, mi spinge a prendere i mezzi per catapultarmi dalla parte opposta di Roma. Arrivo al circolo, correndo ed inciampando tra pozzanghere e marciapiedi. Mi dirigo verso i campi e trovo l’azzurro pronto ad iniziare il terzo set. Di fronte a lui un tennista francese che non conosco, capelli sparati, con un volto che mette allegria. E’ Mathieu Montcourt, 20 anni. Il transalpino gioca un set fantastico, dominandolo per sei giochi a uno. Nei giorni successivi elimina facilmente anche Ramirez Hidalgo e Tenconi, prima di arrendersi a Montanes, non proprio l’ultimo arrivato. Il primo impatto con il tennis di Mathieu aveva esaltato sia me che Massimo, partiti per tifare Fognini, ritrovati invece ad ammirare un talento francese dalla bizzarra capigliatura. Nel corso degli anni ho visto giocare Montcourt in altre circostanze e sono sempre rimasto affascinato dal suo tennis e dalla sua capacità di lottare. In campo le sembianze di un leone, fuori dal campo un sorriso contagioso. Ora Mathieu non c’è più; ci ha lasciato da un giorno all’altro, senza alcuna avvisaglia. Il pensiero è andato subito a Federico Luzzi. In meno di un anno, la stessa sorte è toccata a due tennisti, ma prima ancora a due giovani ragazzi. Facile porsi delle domande, impossibile darsi delle risposte. Continueremo a seguire il tennis, appassionandoci ad un diritto vincente, così come ad una volè smorzata. Parlando di loro però, terremo in vita il ricordo.. Vi invito quindi a scrivere qui il vostro ricordo di Mathieu Montcourt, per condividere e cercare di non dimenticare..
Leggi anche:
- None Found