di Andrea Cagno, SVTAtraining
Si continuano a fare minuziose video analisi sulla biomeccanica del gesto, sulla posizione degli arti inferiori al lancio di palla e sulla velocità del servizio. Ritengo questo molto importante ma credo che l’evoluzione di questo fondamentale debba prendere in considerazione altre variabili ad oggi non ancora considerate.
Nel tennis moderno servire forte o fortissimo non è l’unica chiave per per vincere, l’uscita dal servizio è altrettanto fondamentale, anche perché spesso la palla ritorna e se il nostro corpo in quel frangente è scomposto diventa difficile organizzare velocemente il sistema motorio a reagire in modo tecnicamente efficace.
E’ altresì vero che un atleta con un servizio lento e debole faccia molta fatica a diventare un professionista di alto livello, anche se con ciò non dico che non possa farcela. Da questi presupposti vi propongo una analisi diversa del servizio fatta prendendo in considerazione l’aspetto visuo-posturale, prendendo in esame le dominanze oculari e come le stesse si organizzano con le dominanze motorie, il gesto tecnico, la postura del capo, la posizione degli occhi e l’attivazione del sistema vestibolare.
Per ottenere la massima efficacia da questo colpo, dobbiamo pensare a come uscirne per non attivare il sistema vestibolare, e quindi essendo rapidi e pronti se la palla dovesse ritornare nella nostra metà campo.
Il sistema vestibolare è un sistema di allarme per la perdita di equilibrio: se si attiva, imprime ai globi oculari dei movimenti compensatori degli occhi in direzione opposta alla direzione della testa, allo scopo di allineare e stabilizzare lo sguardo in movimento, il tutto con perdita di tempo, attenzione, alterazione ed aumento dei movimenti oculari e nel tempo fatica oculare.
Effettuando un allenamento specifico si possono creare i presupposti per evitare questo lag di tempo ed aumentare la prontezza in uscita dal servizio, al terzo colpo.
Esiste un metodo per allenare il sistema visivo e il sistema motorio in sinergia per ottimizzare tutti i colpi o i recuperi come nel caso di Djokovic, il corpo è scomposto e per arrivare a vedere la palla in modo corretto, il collo è particolarmente piegato in modo da allineare gli assi visivi alla rete e al terreno per non attivare il sistema vestibolare ed essere pronti al corpo successivo (non a caso è il migliore nei recuperi impossibili).
Non so se Novak lo faccia perché gli è stato insegnato oppure perché lo ha appreso nel tempo durante il suo training, ma posso dire dopo anni di studi di ricerca e di lavoro sul campo che è possibile allenarlo.
(Matteo Berardi, classe 2000, atleta della SVTA: da notare la posizione della testa e degli occhi)