di Salvatore Petrillo
Le varie vicende dei Fab 4 (se tali possono ancora definirsi), l’ascesa dei vari Cilic, Nishikori e Wawrinka, le risalite di Goffin, Cuevas, Muller e Bolelli, i problemi di Del Potro e Almagro, l’incursione dei vari Coric, Zverev e Kyrgios…
Non si può certo dire che la stagione appena conclusa sia stata avara di sorprese e di spunti, un’annata che ha dato spazio praticamente a tutto e a tutti, in positivo o in negativo: un 2014 in cui abbiamo visto le prime volte di Wawrinka e Cilic, ma nonostante ciò la conferma che Djokovic sia probabilmente una spanna sopra tutti; a Parigi Nadal ha confermato, nonostante un anno non trascendentale, di essere sempre lui il “King of Clay”, mentre Federer ha smentito tutti coloro che lo vedevano sul viale del tramonto, chiudendo al numero 2 pur senza Slam in bacheca, segno di una continuità impressionante, quella continuità mancata a un deludente Andy Murray. Tra questi fenomeni si è inserito un grande Kei Nishikori (chissà dove sarebbe senza un fisico sempre martoriato), ma anche Alexander Zverev, semifinalista ad Amburgo, Nick Kyrgios, capace di dare spettacolo a Wimbledon, e Borna Coric, giustiziere di Nadal sul finire della stagione ma in generale tennista dai grandi colpi e dall’ottima tenuta mentale.
Dunque, in questo “minestrone” che è il circuito maschile, cosa può regalarci il 2015? Lo scenario sembra di quelli aperti a ogni possibile soluzione, e per mettere ordine tra tutte le varie combinazioni abbiamo chiesto il parere di tre opinionisti d’eccezione, del calibro di Fabio Colangelo, Francesco Elia e Giorgio Galimberti, che anticipatamente ringraziamo.
Sul finire della stagione Roger Federer è stato vicino a riconquistare, a 33 anni, la vetta del ranking, obiettivo che classifica alla mano sembra ancora alla portata: ma è davvero così o Djokovic ha ora qualcosa in più dell’elvetico? Fabio Colangelo ha le idee abbastanza chiare in proposito: “Quello che ha fatto Federer quest’anno è straordinario dal punto di vista della continuità, ma non dobbiamo dimenticare che avrà comunque un anno in più, riconfermare quella costanza non è facile, e non dobbiamo dimenticare Nadal, che se in forma può tranquillamente chiudere al numero 1.”
Qualche chance in più gliela dà Francesco Elia: “Dando un’occhiata agli h2h della stagione Roger ha un bilancio favorevole, e tutto sommato nella rivalità a tre non parte così dietro. Parlo di rivalità a tre perché Murray ha fatto ottime cose, ma in realtà non è mai stato in lotta per il podio. Ovviamente servono anche incastri particolari, ad esempio Djokovic ad inizio anno non difende così tanto, e lo stesso Federer nella seconda parte di stagione ha delle cambiali in scadenza, segno di una grande continuità. Occhio comunque a Nadal per la vetta, e ai giovani rampanti che possono dar fastidio.”
Anche Giorgio Galimberti ha molta fiducia nello svizzero: “Federer ci stupisce anno dopo anno, quando sembra in fase calante ci stupisce tornando a vincere, modificando anche il suo tennis. La cura Edberg l’ha reso più offensivo, fa meno fatica, quindi un’altra annata ai massimi livelli non mi stupirebbe.”
Nadal e Murray sono chiamati a un 2015 non certo facile, per diversi motivi: quali sono gli obiettivi più realistici per lo spagnolo e lo scozzese? Secondo Colangelo “spesso si dimentica che Murray ha subito un’operazione difficile, e il rientro dopo questo genere di interventi non è mai facile, ma nel 2015 dirà la sua, anche con sorteggi migliori rispetto a quelli di fine 2014. Onestamente con Lendl ne sarei stato praticamente sicuro, con questa guida tecnica non so, ma secondo me sarà protagonista.”
Erano diversi anni ormai che gli Slam venivano monopolizzati dai Fab4, ma quest’anno la metà dei Major è stata vinta da “new entry”: possibile che succeda ancora, magari con Nishikori o Dimitrov, che appaiono in crescita? Colangelo spera nel rientro di Del Potro: “Un personaggio che sicuramente fa bene al tennis, che se in forma dà filo da torcere a chiunque. Ha sicuramente bisogno di condizione, ma anche il fattore psicologico non va trascurato. La vedo difficile la riconferma di Cilic, mentre mi aspetto che Nishikori, Dimitrov e Raonic possano ancora migliorare, invece Wawrinka con buona continuità può sicuramente tornare al Masters 2015.” Alla luce del 2014, per Elia negli Slam ci possono essere ancora delle sorprese: “Le vittorie dello scorso anno hanno dimostrato che la possibilità di inserirsi c’è. Ci si è resi conto che con due settimane ad altissimo livello ci si può imporre, anche mentalmente, perché c’è chi entra in tabellone per far punti, chi per un piazzamento di livello, e chi per vincere. DelPo avrà dalla sua l’esperienza dell’infortunio passato, sia a livello mentale che programmatico. Chiaramente ci vuole tempo prima di competere per traguardi importanti, ora c’è il ranking protetto ma non ci sarà sempre, in alcuni tornei partirà senza testa di serie, quindi per rientrare ci vogliono anche degli incroci particolari, perché magari becchi Federer o Djokovic al primo turno, e pur giocando bene punti non ne fai. Per me può tornare tra i 10, ma se entra lui qualcuno deve uscire, e i vari Dimitrov, Nishikori e Raonic si stanno consolidando ad alto livello.” Anche Galimberti vede una stagione all’insegna dell’equilibrio: “E’ ovvio che molto dipenderà dallo stato di forma dei cosiddetti fantastici 4, ma sicuramente i vari outsider, Cilic, Wawrnika, Nishikori e gli altri hanno grandi possibilità di inserimento.”
Passando alle nuove leve, per motivi diversi, che siano caratteriali, tecnici o fisici, ragazzi come Zverev, Coric e Kyrgios si stanno facendo largo: è presto per parlare già di un 2015 con salto di qualità? E, eventualmente, quale dei giovani sembra più pronto ad imporsi a buon livello? Il parere di Colangelo è che “possono sicuramente dar luogo ad exploit, come magari un quarto Slam o una vittoria su Nadal, ma credo ci voglia ancora un annetto o forse più, dato che come sappiamo dagli stessi Dimitrov, Nishikori o Raonic prima dei 22-23 anni non si viene fuori, e non dimentichiamo che parliamo di ragazzi classe ’96-’97.” “Questa generazione va tenuta particolarmente d’occhio” dice Elia “perché a volte ne escono 2-3 insieme ad alto livello. Tuttavia credo ci sia bisogno di tempo, è un po’ presto per aspettarsi grossi exploit da Coric, Zverev o Kyrgios, che comunque mi pare il più pronto.”
Galimberti ha la stessa predilezione: “Kyrgios per caratteristiche tecniche e carattere mi ha impressionato tanto, soprattutto a Wimbledon, con quel servizio sul veloce può far male davvero a tanti. Da questo punto di vista Coric ha un tennis più dispendioso, probabilmente non raggiunge i picchi di rendimento di Kyrgios, ma è comunque molto solido. Zverev gioca bene, ma forse è un pelino più acerbo.”
Capitolo italiani: gli alti e bassi di Fognini, la rinascita di Bolelli, i giovani che faticano ad emergere. Questi gli argomenti che pongono più interrogativi per l’anno nuovo, ma cosa realmente dobbiamo aspettarci dagli azzurri? “Gianluigi Quinzi sta avendo molta confusione intorno, soprattutto dal punto di vista tecnico” spiega Colangelo, “sicuramente doveva affinare alcune cose, ma non avere un progetto costante con un coach non l’ha sicuramente aiutato. Inoltre le aspettative erano altissime, ma ha ancora del tempo. Forse Wimbledon gli ha dato troppa pressione, al contrario di Baldi, Napolitano, Donati, che possono crescere con meno aspettative.” E sugli altri azzurri “spero davvero che Bolelli riesca a togliersi le soddisfazioni che merita, come un exploit e la stabilità nei Top-30. Fabio ha bisogno di curare gli aspetti psicologici, ha qualità e talento da Top-10, onestamente vedere in finale Slam Cilic e Nishikori mi fa pensare che anche lui possa farcela, ovviamente a Parigi, dato che sulla terra credo che solo Djokovic e Nadal siano davvero superiori. Dopo la Davis ha un po’ forse ceduto alla pressione, ma le sue reazioni non lo aiutano a trovare quella classifica che merita, lo sa anche lui, e ne soffre.”
Sulla stessa lunghezza d’onda Francesco Elia: “Quinzi è comunque giovanissimo, diamogli tempo. Il tennis pro è un altro sport rispetto al livello juniores, quest’anno ha fatto la maturità, ha anche subito un brutto infortunio, quindi se trova equilibrio può sfruttare quest’anno per migliorare. Noi ci aspettiamo sempre pronti-via un giocatore d’alto livello, ma ci sono dei progressi da fare, come dicevo sulla mentalità, c’è chi gioca per migliorare, chi per vincere, che è molto importante. Fognini è sempre iper-criticato, era il primo anno in cui partiva tra i favoriti nei tornei e per essere lì ha giocato a livello altissimo. Il 2014, se lo fa fruttare come esperienza, può farlo sicuramente salire di livello, arrivare vicino ai 10 e trovare piazzamenti negli Slam. Bolelli ha fatto un’annata di altissimo livello, ripartendo con umiltà dai Challenger, e ora se sta bene fisicamente può trovare anche a raggiungere e superare il best ranking. Poi c’è Seppi, che può sicuramente incrementare nella prima parte, ma spesso si dimentica che Andreas è stato tra i primi 25 per lungo tempo, nel maschile, dove c’è una competitività incredibile. Lorenzi merita un capitolo a parte: è un tale professionista, stakanovista, che meriterebbe di essere preso e studiato per le sue grandi capacità.”
Se Quinzi non è tra le “new balls” sopra citate, per Galimberti c’è un motivo: “Probabilmente ha fatto una preparazione diversa. Sappiamo bene che Quinzi ha un approccio agonistico e mentale ai match di alto profilo, ma gli manca qualche step dal punto di vista tecnico, spero li faccia nel 2015. Sugli altri azzurri, credo che per Bolelli questa sia stata una grande stagione grazie anche a un equilibrio mentale. Farà sicuramente una buona annata, Fognini è sicuramente più duttile, più tecnico, ma Simone ha magari quel colpo risolutivo in più che gli permette di dar fastidio anche sul veloce. Fognini deve trovare il bandolo della matassa dal punto di vista mentale, perché obiettivamente dal punto di vista fisico e tecnico non gli si può dire assolutamente nulla.”
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