Spagna… in erba

Centrale Erba

di Paolo Silvestri

Sembra una bufala, ma non lo è. Nel giugno 2015 il treno del Challenger Tour farà una fermata in Spagna per un torneo su erba, che è un po’ come dire che la Coppa del mondo di sci avrà una discesa libera in Marocco. Se c’è infatti una nazione vocazionalmente terraiola, per scuola e tradizione, è proprio la Spagna. Nel lungo lasso di tempo che unisce Santana a Nadal, i giocatori spagnoli (almeno restando al tennis maschile) sull’erba non avevano combinato un bel niente, anzi a Wimbledon molti non ci andavano, e se ci andavano lo facevano proprio solo per timbrare il cartellino. L’erba sembrava avere per i tennisti iberici un effetto simile all’aglio per i vampiri. Bruguera, tanto per dire, in quindici anni di onorato servizio a Wimbledon c’è andato solo quattro volte, il che sarebbe adesso impensabile, oltre che non consentito dall’ATP. Con il nuovo secolo le cose sono progressivamente cambiate con giocatori come Ferrero, e poi soprattutto con Feliciano o Ferrer, per culminare con la doppietta, fino a qualche anno prima impensabile, di Rafa ai Championships.

erba_vertL’evoluzione del tennis spagnolo è stato naturalmente un segno dei tempi, perché tutti sappiamo come sono cambiate le cose in questi anni, come si sono uniformati gioco e superfici, come si sono evoluti materiali e tattiche, fattori che hanno relegato la tradizionale antinomia erbivori vs. terraioli ai libri di storia. Ma, nonostatante ciò, continua a parere anomalo, o quantomeno curioso, che la patria di Cervantes ospiti un Challenger di queste caratteristiche. Anche perché un campo in erba finora in Spagna non l’avrebbe trovato neanche don Chisciotte in uno dei suoi deliri. La sede del nuovo evento, pomposamente presentato come il “Wimbledon del sud”, sarà il Villanueva Lawn Tennis Club di Puerto Real, in provincia di Cadice, un posto mica male, dove il tappeto verde dei campi scivola nel blu dell’oceano.

Questa inattesa finestra verde aperta sullo sfondo rosso tennis spagnolo, sembra rientrare in una volontà generale di concedere più spazio all’erba, come si può evincere dal calendario ATP per il prossimo anno, che prevede alcune novità distribuite nelle tre settimane, anziché due, che rappresentano l’anticamera di Wimbledon. Stoccarda da “rossa” diventerà “verde” in concomitanza con ‘s-Hertogenbosch (8-14 giugno), cui seguirà la classica doppietta Queen’s/ Halle, che diventano ATP 500 (15-21 giugno), mentre torna al circuto maggiore Nottingham, che sostituisce Eastbourne (22-28 giugno) nella categoria 250 e cede uno dei suoi due Challenger erbivori proprio alla Spagna. La data ed il montepremi del nuovo appuntamento iberico non si sanno ancora con esattezza, ma sarà interessante soprattutto come preparazione ai Championships per i giocatori di secondo rango, spesso costretti a presentasi alle qualificazioni senza avere neanche calpestato un’aiuola.

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La scorsa settimana c’è stato l’atto di presentazione ufficiale del nuovo torneo, con la presenza del presidente della Federazione, José Luis Escañuela, che sta dimostrando, piaccia o no, di fare e appoggiare scelte innovative e coraggiose. Una Spagna nuova, con un torneo su erba e due donne al comando delle squadre nazionali, in Davis Gala León (anche lei presente a Puerto Real), e in FedCup Conchita Martínez, appena riconfermata capitana. Se me l’avessero raccontato anche solo qualche mese fa non ci avrei semplicemente creduto.

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