di Luca Brancher
Questa è la storia di una ragazzina di otto anni che, quasi per caso, decide di avvicinarsi al tennis: per assecondare tale desiderio, assieme alla sua famiglia, sceglie di prendere alcune lezioni di avviamento alla pratica in un piccolo centro del proprio paese di nascita.
Questa è la storia della stesa ragazzina che, due anni più tardi, quando raggiunge quel bivio fatidico in cui le attività possono trasformarsi in qualcosa di più di un semplice passatempo, si sposta in un circolo che si trova in un altro paese, situato circa 10 chilometri più ad ovest, e comincia a praticare lezioni più dettagliate, con maestri sotto la cui egida, negli anni a seguire, crescerà.
Questa è la storia della stessa ragazza che, un decennio più tardi, nonostante non abbia mutato circolo di riferimento, ha evidentemente cambiato il suo rapporto con questo sport, tanto che, approdata nel mondo del professionismo, si sta togliendo più di qualche soddisfazione, anzi, oramai le valutazioni da fare sono differenti, sono tutte in prospettiva, sono tutte dolci e leggere.
Sono quelle di una professionista che si gode correttamente una stagione che, iniziata male, si è conclusa in maniera rosea. Questa è la storia di Martina Spigarelli.
“Lo scorso agosto mi è stata diagnostica l’epitrocleite, nota ai più col nome di gomito del golfista, una patologia che mi ha impedito per vari mesi di tenere in mano una racchetta. Fortunatamente ho affrontato una cura che ha permesso alla malattia di regredire e poi di venire completamente debellata. Purtroppo però, a causa di ciò, la mia stagione è cominciata in ritardo rispetto alle mie aspettative, ed anche i primi tornei che ho effettuato sono stati piuttosto sperimentali, perché ancora non conoscevo bene quanto potessi dare.” Fortunatamente il buongiorno non si è visto dal mattino, dal momento che Martina, dopo l’inizio in salita, si è librata nel cielo dei tornei ITF ottenendo risultati di buonissima fattura, come non ricordare il successo a Timisoara, in Romania, nei primi giorni d’agosto, ma anche la finale ottenuta non più di sette giorni fa a Santa Margherita di Pula “Nel primo caso è stato un successo insperato, mi sono presentata con la mia compagna di allenamenti, Federica Arcidiacono – con cui sono solita viaggiare – ero costretta ad affrontare i turni di qualificazione, ma sono riuscita a regolare tutte le mie avversarie in due facili set. Purtroppo nel secondo turno ho dovuto sfidare la mia amica, certo non siamo state fortunate, andare fino a lì, per poi sfidarci quasi subito.”.. Di sicuro non sfigurano nemmeno i risultati ottenuti nella sua ultima settimana sul circuito, a Santa Margherita di Pula, dove ha messo in fila tenniste del calibro di Grymalska, Balducci e Korzeniak, tre tenniste che, assieme, hanno conquistato ben 28 titoli sul circuito minore del tennis femminile.
Pare una giocatrice esplosa in maniera improvvisa, Martina Spigarelli, e, come tutte le giocatrici che emergono improvvisamente, è interessante scoprire tutta la storia che l’ha portata fino ad oggi, quando, 22enne, comincia a studiare da grande. Cresciuta in uno dei centri più importanti della Brianza, Desio, Martina, come annunciato, si è avvicinata al tennis spinta dalla curiosità nei confronti di questo sport con la racchetta. Dopo aver giocato in maniera del tutto disinteressata, ma piacevole, in un centro del suo paese, il suo primo maestro riscontra in lei una spiccata predisposizione, per cui a 10 anni viene indirizzata verso l’ATC di Cesano Maderno, dove ha il primo approccio agonistico nei confronti di questo sport. Qui conosce Manuel Cadeddu ed Andrea Cassè, che, da quel giorno ormai lontano, sono diventate le sue guide tecniche. “Sono tredici anni che mi alleno da loro, a Cesano Maderno mi trovo molto bene, sono contenta, e soprattutto sono cresciuta molto come tennista. Mi sento bene, per cui non ho mai sentito l’esigenza, ne l’ho valutata mai, di cambiare. Qui gioco anche la coppa a squadre, in cui abbiamo fatto una bella scalata, dal momento che, da quando ho cominciato a disputarla, siamo arrivati fino alla A2 (quest’anno si sono salvate, n.d.r.)”.
Nel frattempo Spigarelli si è avvicinata anche alle competizioni internazionali “Ho avuto una discreta classifica in ambito ETA Under 16, dove sono arrivata tra le migliori 50 tenniste d’Europa, mentre invece nel mondo junior non ho mai intrapreso grandi avventure, ho giusto provato qualche volta il Bonfiglio, ma più per un fatto di comodità, disputandosi piuttosto vicino a casa, che altro. Ed infatti non ho collezionato questi grandi risultati…” Chiosa ridendo, quasi non riuscisse a trattenere tutta la gioia che il periodo positivo vissuto le sta trasmettendo. “All’epoca la mia scelta era piuttosto chiara: volevo finire prima la scuola, ottenere il diploma e poi buttarmi anima e cuore nel professionismo. “ Così è stato. Concluso l’iter scolastico nel 2011, da quel momento in poi la ragazza di Desio ha cominciato a giocare con più costanza nel circuito internazionale. “Prima avevo fatto qualche torneo da 10.000$, ma erano esperienze sporadiche, in momenti particolari. La mia prima vera stagione sul circuito è stata quella del 2012, un’annata sicuramente positiva, ho vinto varie partite, anche perché ero sempre costretta a giocare le qualificazioni. Avevo raggiunto la posizione numero 840 della classifica WTA, ma poi c’è stato quell’infortunio che mi ha fatto saltare praticamente mezza stagione, tra 2013 e 2014.” Ora però le prospettive sono ben differenti, il best ranking verrà nuovamente abbattuto. “Dovrei entrare tra le migliori 680, ma soprattutto la cosa positiva è che fino ad aprile non ho punti in scadenza, per cui posso solo migliorare.”
Quando i discorsi scivolano sulle proiezioni di classifica futura, diventa automatico passare a discutere di quali invece siano le ambizioni, sempre in quest’ambito “Mah, io posso avere ambizioni di massima, che sono quelle di, in futuro, poter avere la classifica per disputare uno Slam, meritarmi quindi la possibilità di giocare in tornei di quel calibro, perché sogno di arrivare a quel livello, ma certamente il mio cammino è stato contraddistinto da una crescita graduale, per cui mi aspetto di continuare così. Certo, poter arrivare, ad esempio, tra le prime 200 della classifica mondiale e poter quindi, di conseguenza, disputare in tabellone manifestazioni di questo tipo, sarebbe sicuramente positivo. Vedremo”. Insomma emergere, il sogno di tante giocatrici nelle sue condizioni, che guardano verso l’alto e cercano, magari, un’ispirazione. “Certo, quando mi domandano se esiste una tennista a cui mi ispiro, il nome che mi viene facile dire è quello di Flavia Pennetta, sia per ragioni di gioco che ci avvicinano, dal momento che è una giocatrice che spinge da fondo campo alla ricerca del punto, come sono io, sia perchè l’ho sempre molto ammirata. Però, se devo essere onesta, quando sono sul campo, penso solo a me stessa, a progredire, a migliorare, non penso ad essere come un’altra, cerco il mio gioco, la mia via. Non lo nego, posso stimare qualche top-player, come Serena Williams, la cui potenza sarebbe un’arma che tutte quante vorremmo avere, ma in fondo quello che cerco, lo voglio ottenere con le mie armi, col mio dritto, il mio colpo migliore, e in questo modo voglio raggiungere gli obiettivi che mi prefiggo”.
Una stagione positiva, il 2014, lo abbiamo già detto, non solo per i tornei in cui ha recitato da protagonista, anche per tante altre partite che hanno creato una sorta di cintura di prestazioni positive che l’hanno aiutata molto “Per esempio, se dovessi dire quale è stato l’incontro migliore che ho giocato, non penso a Timisoara oppure a Santa Margherita di Pula, dove ho comunque giocato bene, bensì ad un incontro di Serie A2 contro Beinasco, dove ho fatto tre set alla pari contro l’iberica Beatriz Garcia-Vidagany. Alla fine ho perso, ma il livello manifestato in quelle ore di partita è stato molto buono, un altro tassello sulla via del mio recupero.” E comunque stiamo pur sempre parlando di un’annata che ancora non può dirsi conclusa “Assolutamente no, ho iniziato tardi, per cui fino a dicembre continuerò a giocare. Ora andrò in Spagna, a giocare due tornei nei dintorni di Valencia, e poi, a Dicembre, potrei andare a giocare due manifestazioni sul cemento a Sharm El Sheikh – preferisco la terra battuta, perché è dove sono cresciuta, ma me la cavo pure lì’ – però devo ancora valutare bene. A gennaio e febbraio, invece, affronterò la preparazione atletica, e poi, quando usciranno le date, potrò programmare bene anche il 2015.”
Un 2014 nato male, continuato bene e finito alla grande. Di fronte alle difficoltà, Martina Spigarelli ha mostrato di sapere cosa fare e come agire per venirne fuori, lasciando emergere un carattere che è necessario se si vuole fare strada in questo mondo. Ora spetta a lei, ma le premesse sono molto interessanti.
Leggi anche:
- None Found