di Fabio Ferro
Bjorn Phau, tedesco, classe ’79, una classe di ferro in Germania, un metro e 75 per 70 chili è un tennista che ha sempre divertito ed entusiasmato in campo, dotato di un talento puro, un gioco classico e un fisico, seppur minuto, davvero impressionante per rapidità e resistenza. Fuori dal campo, invece, è sempre stato un modello di ragazzo serio, concentrato e simpatico, mostrandosi spesso disponibile con giornalisti e tifosi. Interessanti le sue dichiarazioni, in una recente intervista, nella quale parlava di Xavier Malisse come l’avversario più duro da affrontare. Da ciò si intuisce che Bjorn abbia una concezione tutta sua del tennis giocato, che dà ancora più valore al quel viso sempre disteso, nella vittoria e nella sconfitta. Mai fuori dagli schemi e sempre con il sorriso sulle labbra, ha saputo incassare momenti davvero difficili, come i tre anni lontano dalla top 100 e la necessità di giocare soprattutto tornei Challenger, lui che di talento ne aveva da vendere. Probabilmente relegato a posizioni più basse di quelle che avrebbe meritato, per via del fisico minuto in un momento tennistico dominato dai grandi colpitori, Bjorn ha più volte dimostrato di essere un grandissimo atleta. Qualche anno fa fu riconosciuto come il tennista più veloce del circuito, percorrendo, tra l’altro, i 100 metri piani in tempi di tutto rispetto, anche per il mondo dell’atletica. Ciò dà solo un piccolo indizio di quella che è la passione di Phau per il tennis, più forte anche degli acciacchi e della stanchezza che la vita da professionista può generare.
Purtroppo per noi, e per il tennis, il “ragazzino” ha deciso di smettere e anche stavolta lo ha fatto con quel volto sereno che lo ha accompagnato per tutta la sua attività tennistica.
La carriera di Bjorn Phau comincia nel 1997, anno in cui gioca 4 Challengers in Germania. Nell’anno successivo gioca a Chennai, grazie ad una Wild Card, perdendo al primo turno da Leander Paes. Chiude la stagione con due semifinali raggiunte a livello Futures, con un record di 11 vittorie e 8 sconfitte. Nel 1999 comincia a fare risultati utili, vincendo due titoli e raggiungendo una finale nei Futures, in Germania e negli Stati Uniti. Si qualifica per il tabellone principale del torneo Atp di Washington e raggiunge il terzo turno battendo nomi importanti come Federer, Tieleman e perdendo solamente da Agassi. Nel 2000 intensifica il suo sforzo nei tornei Atp, partecipando a 4 eventi, tra i quali il Roland Garros, dove perde al primo turno, dopo essersi qualificato. A livello challenger perde da Malisse in semifinale ad Austin, in Texas. Il 2001 coincide con la prima vittoria in un tabellone principale di uno Slam, gli US Open. Perde al secondo turno con Novak, facendo suo lo scalpo di Thomas Enqvist nel primo. In Australia, ad Adelaide, si qualifica per il Main Draw e raggiunge il secondo turno, superando Todd Woodbridge e fermandosi dinanzi a Lleyton Hewitt, nel suo momento d’oro. Vince il challenger del Bronx e chiude l’anno da n.182 Atp. Comincia ad essere un giocatore solido e inizia la sua carriera come doppista, insieme al connazionale Petzschner in Amburgo nel 2002, torneo nel quale conquista la sua prima vittoria in un Masters, perdendo poi da Hewitt al secondo turno. Conquista anche due finali Challenger, arrivando a dicembre al n.151. Nel 2003 perde terreno e gioca soprattutto a livello Challenger, giocando e perdendo la finale a Weiden. Perde nel primo turno di qualificazioni all’Australian Open con Santoro e recupera, tra le difficoltà, un secondo turno nel’Atp di Tokyo. Risultati che gli varranno la piazza n.157. Nel 2004 la sua carriera acquista valore e per la prima volta ha uno score positivo nelle partite giocate in Atp, con 5 vittorie e 4 sconfitte, arrivando nei Quarti a Tokyo e nel secondo turno a Stoccarda e Delray Beach. Nei tornei Challenger si distingue per la finale a Lubiana e arriva il primo titolo in doppio, sempre a livello challenger, nel torneo di Bastl. Inizia il 2015 da n.151 e in Australia vince il Challenger di Melbourne, qualificandosi, poi, al tabellone principale dello Slam e perdendo da Nieminen al secondo turno. Stessa sorte gli tocca agli US Open, mentre a Tokyo si ferma in semifinale. I suoi sforzi gli valgono l’ingresso in top 100, Phau è il n.82. Inizia il 2006 con i quarti di finale a Chennai, a San José e Dubai, dove conquista la prima vittoria contro un top10, André Agassi. Fa sua la seconda semifinale in un torneo Atp sulla terra di Casablanca e rompe il tabù del primo turno agli US Open. A Tokyo si esalta per il terzo anno consecutivo e si porta nei quarti, perdendo da Berdych. Ma è ancora il doppio a regalargli le migliori soddisfazioni, con semifinale a Chennai, Quarti al Roland Garros battendo una coppia top10, Santoro-Zimonjic. Nel mese di giugno dello stesso anno, fa registrare il suo best ranking in singolo da n.59. Nel Biennio successivo le cose non girano per il meglio e il tennis di Bjorn Phau comincia a vacillare, soprattutto di fornte all’ascesa di tanti nuovi campioni. Il suo ranking, da n.82 scende fino a 181, nel 2007 e risale al 117 nel 2008, grazie alle 2 finali e alle 4 semifinali Challenger, ma soprattutto ad una inaspettata Semifinale nel torneo Atp di Pechino. Il 2009 è ancora un anno buono dal punto di vista dei risultati, ma cominciano gli infortuni e le prestaioni altalenanti, infatti, dopo aver raggiunto i quarti a Chennai, passato le qualificazioni agli Australian Open, a Miami e Indian Wells, arriva in semifinale a Houston, subisce un arresto di 5 mesi senza vittorie in tornei atp, fino al torneo di New Heaven che lo vede raggiungere il terzo turno, estromesso dal tornei da Sam Querrey. Chiuderà l’anno con una semifinale al torneo Challanger di Astana. È fuori dalla top 100 pe non aver confermato i risultati nella tournèe asiatica, come da sua abitudine. Nel 2010 la scelta di Phau è quella di giocare nel solo circuito Challenger e, nonostante due titoli, uno vinto contro Bolelli a Biella e l’altro contro Berlocq ad Alessandria, otto semifinali e un qaurto raggiunto nel torneo Atp di Bucharest, è ancora fuori dai primi 100. Nel 2011 riprende a giocare in Atp conquistando, ad inizio stagione, i quarti a Chennai, mostrando ancora grande forma tennistica e voglia di giocare, nonostante i 32 anni di età, Ma i risultati ne circuito maggiore restano fermi all’Australia e Bjorn torna a giocare challenger, vincendone uno in Germania e fermandosi nei quarti di altri 4 tornei. Dopo un anno deludente, molti pensano che sia il tempo del ritiro, ma Bjorn sorprende ancora e gioca un anno da top 100, chiudendo al n.76, vincendo due challenger, uno a Bergamo e l’altro ad Heilbronn, in Germania. Nei Tornei Atp, raggiunge i quarti a Stoccarda, si qualifica per gli Australian Open, mentre conquista il secondo turno sia a Wimbledon che a New York, dove perde da Federer. Avendo dato tutto nel 2012, il 2013 gli riserva pochissime soddisfazioni, tra le quali spicca il terzo turno, perso contro Del Potro, nel Master 1000 di Indian Weels e alcuni piazzamenti nel circuito Challenger. Il ranking è in discesa forte e Phau è al numero 316, complici anche alcuni infortuni. Il 2014 continua ad essere un anno stregato per lui e, attualmente piazzato al n.354, pur esprimendo ancora un discreto tennis, recupero solo una ottima semifinale a Zagabria, persa contro Marin Cilic.
Che Bjorn Phau non fosse un Federer, o un campionissimo è chiaro, ma gli appassionati di tennis non possono tralasciare il divertimento e la passione che ha regalato a questo sport. Oggi Bjorn, compatibilmente con gli ultimi impegni del circuito, ha già avviato una forte collaborazione con la federazione tedesca per la realizzazione dei camp tecnici per giovani talenti. Segnale che il suo impegno nel tennis non è ancora finito. L’augurio è di rivederlo, presto, sui campi di allenamento, magari accompagnando una promessa del tennis. Campioni come lui aiutano il tennis a crescere, eticamente e tecnicamente.
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