di Giorgio Giosuè Perri
Il mese di luglio ha rappresentato sicuramente un palcoscenico importante per tutti gli astri nascenti del tennis mondiale, da Kyrgios a Zverev, da Kokkinakis a Thiem e oscurato da queste prestazioni, si è però fatto spazio in maniera brillante nell’ambiente, l’ancora diciassettenne Borna Coric. Croato, nato a Zagabria, che proprio nello stesso periodo dei colleghi, è riuscito a centrare i quarti di finale nel suo terzo tabellone principale in un evento ATP, a Umago, arrendendosi solamente a Fognini al termine di una battaglia durata più di tre ore. Tre giorni fa, il primo titolo nel circuito Challenger, in Turchia.
Inizia la carriera tra i Juniores nel 2012, dove i risultati sono pochi e anche abbastanza deludenti, ma il 2013 parte col piede giusto, con le vittorie nel circuito dei “piccoli” e la semifinale nell’Open d’Australia. Il proseguio è ancora più brillante. Semifinale al Roland Garros ed esordio in Davis contro Murray, con cui ben figura, prima di arrendersi in tre netti set, e quarti a Wimbledon. Nel mezzo, Borna, gioca anche il primo match da “grande” contro Horacio Zeballos ad Umago, in casa. Vince il primo e perde al terzo, ma l’impressione che lascia a tutti, non è buona. DI più. Il trionfale anno a cui aggiunge anche 5 titoli a livello Futures (3 in Turchia) si conclude con la vittoria allo Us Open, dove sconfigge Thanasi Kokkinakis e centra la prima posizione mondiale. Il 2014 di Coric inizia con una Wild Card nel torneo di Zagabria, dove ancora una volta perde al primo turno in tre set, questa volta contro Michael Berrer, un esperto di quelle superfici. Fino ad aprile niente di positivo se non qualche partita vinta nei Futures croati. Ad aprile, l’esplosione che nessuno si aspettava, con la vittoria in 5 set contro il numero 21 del mondo Jerzy Janowicz. La vittoria non ha sorpreso né per il risultato, né per il tennis espresso da entrambi, ma per l’intensità, che Coric ha dimostrato di avere per 4 ore. Tenace, aggressivo, dinamico, veloce, combattente. Un misto di potenza e tattica, di un servizio molto lavorato e di accelerazioni col rovescio degne del miglior Nalbandian.
E’ proprio questo a contraddistinguere Coric dai coetanei e dalla nuova classe del tennis mondiale. Non si avvicina a Raonic o a Dimitrov e forse solo per attitudine trova qualcosa di suo in Nishikori, ma se passiamo alla sua generazione, non ha niente a che fare con Kyrgios e Zverev. I mesi successivi lo hanno dimostrato al 100% con il primo match vinto in un tabellone principale contro Roger-Vasselin e addirittura i quarti di finale in quel torneo. Il primo sigillo in un Challenger a Izmir qualche giorno fa, rappresenta solo il trampolino di lancio per tennista destinato ad occupare posizioni molto più alte rispetto alla comunque centoquarantesima posizione, che ad oggi, gli permette di essere il più giovane Top 150 nel circuito. I progressi compiuti da Coric, negli ultimi tempi, riguardano soprattutto l’aspetto mentale e la tenuta in campo. Come già ribadito è la concretezza a far si che Coric sia così pericoloso. Un giocatore che non vorresti mai incontrare, su nessuna superficie, perché dotato di un tennis brillante e di un talento cristallino, oltre a tutto il resto. Da non tralasciare che prima di arrivare in Turchia, Coric nel suo primo Slam è stato capace di superare le qualificazioni e vincere il suo primo turno contro Lukas Rosol in tre set dominati.
E’ indubbio ammettere che a dar man forte al tennis croato, ci sia il neo vincitore degli Us Open 2014 Marin Cilic, che per altro ha aiutato la Croazia a rimanere nel World Group di Davis. Il settore croato, quindi, può attualmente considerarsi molto soddisfatto. Il presente,è chiaro a tutti, ma il futuro potrebbe riservare sorprese ancora più grandi.