(Gilles Muller – Foto Laura Gambino)
da Recanati, Daniele Sforza
Sveglia alle 6. Potrebbe essere una normale giornata lavorativa ma non lo é, questa giornata rappresenta la mia seconda presenza consecutiva ai quarti di finale del torneo challenger di Recanati, evento che si disputa da qualche anno nel consueto calendario Atp-challenger. Nonostante i soliti disagi italiani per quanto riguarda i collegamenti ferroviari (alcuni treni sono soppressi e rischio di perdere il treno da Bari centrale per Ancona), riesco a raggiungere la stazione con leggero anticipo e prendo il treno. Dopo un viaggio tranquillo, evito i pettegolezzi di donne sulla settantina con diversi generi musicali, passando dal reggae salentino agli script, dai queen a eminem come se niente fosse, ponendomi così facendo il divieto di dormire nonostante le 3 ore di sonno e le 15 ore totali di sonno nei 4 giorni precedenti a causa di vari eventi.
Arrivato ad Ancona, incontro Alberto, conosciuto 5 anni fa e grande esperto si tennis, spuntino al volo e viaggio verso Recanati dove arriviamo un’ora prima dell’inizio del primo match. Neanche il tempo di arrivare e vediamo uscire Stefano Napolitano seguito a pochi metri da Salvatore Caruso, coppia che ha giocato anche il doppio nel torneo. Fermo Napolitano chiedendo un’intervista ma ricevo un no categorico senza una motivazione precisa. Conoscevo Salvo quindi ripiego su di lui che, gentilissimo come al solito, mi dice di aspettare un po’ in quanto deve pranzare ma mi assicura la massima disponibilità. Non vedendo nessun altro, caffettino e poi ci spostiamo sulle tribune frontali ad aspettare, con un altro paio di persone, l’inizio del primo match.
A sorpresa il campo viene occupato da due giocatori, uno di questi é il semifinalista Bozoljac che delizia il pubblico con il suo servizio e con alcune risposte di rovescio esaltanti intrattenendo il pubblico con alcune deliziose giocate e con alcun siparietti (qualcosa succederà anche in partita). Seduti sulle sedie dei giudici di linea (all’ombra) i due (Tosic dovrebbe essere il compare) aspettano l’entrata in campo di Menendez e Fucsovics. Menendez delizia subito il pubblico con una stop volley da sotto le gambe ma in partita non c’é storia. Già nel primo game Menendez viene salvato da una chiamata errata dell’arbitro sul 15-40 sul suo servizio. Tenuto questo non riesce a reggere il ritmo di Fucsovics che illumina il cielo di Recanati con le sue giocate (un paio di passanti pregevoli di cui uno difficilissimo sul 3-2 15-30 servizio fucs) e porta a casa il primo set per 6-4. Il secondo set vede Menendez più aggressivo (tira qualche vincente) ma Fucsovics é di un altro livello con tutti i colpi e sommerge di vincenti il povero spagnolo portandosi sul 4-2. nel frattempo Salvo si avvicina e cominciamo a parlare del suo periodo tennistico attuale non proprio positivo. Mi racconta della sua esperienza a Nizza in cui, stanchissimo dopo Roma, aveva giocato con Sock perdendo facilmente in quanto non riusciva a contrastare il dritto dell’americano. Un periodo «no» anche a causa di un parassita che ha colpito Salvo e lo ha debilitato tanto al punto di fargli perdere 6 chili in un mese. Per quanto riguarda la programmazione, giocherà i tornei futures italiani di Este, Appiano e Rovereto e spera di salire nel ranking. Infine parliamo dei match disputati a Recanati (vittoria con Mertens in tre set e in 2 su Beretta). A riguardo di Mertens mi dice che nel secondo set era ingiocabile con i fondamentali (20 vincenti in tutto il set) mente nel terzo ha lasciato qualcosina a Salvo che fin da subito era convinto di poterla portare a casa. Contro Beretta é successo tutto il contrario di quello che si aspettava (una partita combattuta) e più per demeriti di Beretta, forse stanco, ha chiuso con estrema facilità 6-0 6-2.
Infine qualche parola su Bozoljac definito come una brava persona e che ha sconfitto, mettendo solo prime palle, insieme a Tosic il duo italiano formato da Stefano e Salvatore. Nel frattempo é terrminata la partita di Fucsovics che rifila un 6-2 e approda in semifinale. Saluto Salvo e gli auguro il meglio per il suo match. A seguire iniziano a palleggiare Bozoljac e Munoz de la Nava, vedo Fucsovics fermo a vederli e decido di lasciare Alberto per un secondo per andare a fare qualche domanda a lui. É felicissimo per la vittoria ed é estasiato, come molti tennisti, dall’Italia, luogo dove ha giocato spesso e dove ha vinto il suo secondo torneo challenger ad Andria. Ama il cibo, le persone, i campi, tutto. Rispetto ad Andria la superficie é differente in quanto ad Andria era play-it indoor mentre qui si gioca su un cemento outdoor abbastanza lento. Nonostante questo Marton afferma di trovarsi molto bene qui e spera di poter vincere il torneo. Per quanto riguarda le sue origini, ha iniziato in Ungheria a 5 anni, giocando anche a calcio con la famiglia che non aveva mai intrapreso nessuna di queste due carriere e poi si é spostato per allenarsi in Francia, a Nizza, dove lavora tuttora. Tra i ricordi un posto speciale occupa Wimbledon junior, che definisce come la vittoria più importante della sua carriera. Infine mi racconta del suo match con Cipolla che lo ha messo in difficoltà con la varietà del suo gioco. Lascio Marton e raggiungo Alberto per seguire il match di Bozoljac che ha già brekkato Munoz e si trova 40-40 (2 doppi falli). Si scatena il serbo contro l’arbitro e Munoz perché quest’ultimo in risposta sbatte i piedi sul cemento e fa rumore. Protesta di 5-10 minuti e l’arbitro non dà nessun warning e Bozoljac risponde con un ace tenendo poi il servizio.
Durante tutto il set Bozoljac fa e disfa, alternando ace a doppi falli, e errori banali a colpi spettacolari. Munoz gioca un buon tennis ma su una superficie come questa non puó e non riesce più di tanto a contrastare il serbo. Portato a casa il primo set per 6-4, il secondo si presenta equilibrato fino al 3-3 qui poi é il destino a regalare il match a Bozoljac (sulla palla break sul servizio di Munoz un dritto del serbo prende il nastro e cade nel campo dello spagnolo risultando imprendibile) a questo si aggiunge il colpo vincente giocato da Bozoljac sul match point (un passante di rovescio lungolinea no look giocato dopo un ottimo pallonetto di Munoz) che vale da solo il viaggio organizzato nella città e che vede Bozoljac trionfare con il punteggio di 6-4 6-3.Dopo una pausa di mezzora in cui vediamo allenarsi Cluskey e Grigelis (finalisti in doppio con la vittoria ottenuta per 76 76 contro Trevisan e Frigerio) e mangiucchiamo qualcosa (taralli portati da Bari) riprendono i match con Caruso-Muller. Poco da dire sul primo set in cui Muller ha giocato da top 30-40, 16/16 al servizio e impressionante da fondo campo. Caruso interrompe la striscia positiva di 18 punti e nel secondo set giocando in maniera quasi perfetta (risponde spesso al servizio non molto veloce ma lavorato e carico di Muller) riesce a tenere i turni di servizio, annullando solo due palle break sul 5-5, procurandosene una senza sfruttarla. Si va al tie break dove Muller é perfetto fin da subito e lascia a 3 Caruso, conquistando il match con il punteggio di 6-1 7-6. Mancano 30 minuti all’inizio del match di Napolitano (che sosteneva Caruso durante il suo match) e prendiamo qualcosa da mangiare. Ne approfitto per salutare Laura, fotografa ufficiale del torneo e conosciuta lo scorso anno sempre qui insieme a Dane Propoggia, suo ragazzo. Mangiato, riprendiamo posto sugli spalti dove assistiamo alla più bella sorpresa della giornata, la ragazza di Kravchuk (foto).
Il match tra Napolitano e Kravchuk si presenta come noioso, fino al 6-5 napolitano nessun break e 10 scambi in totale. Sul servizio Kravchuk va in difficoltà e regala la palla break a Napolitano. Fondamentale l’intervento della ragazza di Kravchuk (casualmente guardavo lei in quel momento) che opera un: “A me gli occhi” a gesti. Da quel momento 7 punti consecutivi di Kravchuk che si porta sul 4-0 nel tiebreak tra le proteste di Napolitano in seguito allo scambio sul 3-0. Qui infatti viene chiamata dentro (era fuori) la palla di Kravchuk e fuori la palla successiva di Napolitano (forse era dentro). Perso questo punto Napolitano di rabbia prova a impensierire il russo senza successo. Distrutti decidiamo di lasciare i campi (Kravchuk chiuderà il secondo set 6-3 ) e ci dirigiamo verso il meritato letto.
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